Harry l'indomani, era sempre più deciso di andare via, ma non avrebbe più portato l'attenzione su di sé, avrebbe approfittato delle vacanze natalizie per scappare, avrebbe lasciato tutto ciò con cui potesse esser rintracciato e sarebbe andato via. Così, si comportò quanto più normale possibile per non suscitare dubbi e quando era arrivato il giorno in cui si partiva per le vacanze, si svegliò prima di tutti, prese il baule e lasciò la bacchetta sul letto, senza quella non poteva essere scoperto. Almeno sperava. Poi, scese silenziosamente le scale e uscì dal castello, arrivò alla stazione di Hogsmeade alle sette. Si sedette ad uno scompartimento isolato e si coprì con il mantello dell'invisibilità, per esser appunto invisibile.
Quando il treno era pieno di gente, i suoi amici lo cercavano, passarono anche davanti alla cabina ma la trovarono vuota e così decisero di scrivere a Sirius per avvisarlo. Il viaggio fu tranquillo, stette in silenzio e come aveva sperato, nessuno si mise in quella cabina. Per ore trattenne la pipì e la fame, non doveva farsi scoprire. Poi, quando il treno si fermò , attese che tutti uscirono dal treno e che la stazione si svuotasse. Dovette aspettare mezz'ora prima che il binario fosse vuoto. Scese e posò il mantello nel baule, poi uscì dalla stazione e con quei pochi spiccioli che aveva, si pagò un taxi. Si fece portare al centro di Londra, dove avrebbe alloggiato nello stesso Hotel di anni addietro, dove aveva ricevuto le lettere. Pagò il soggiorno di tre giorni, e poi andò nella sua stanza.
Ora doveva pensare a come sopravvivere senza bacchetta e soprattutto senza soldi. Ma la soluzione la trovò quella sera stessa, quando la direttrice dell'hotel gli chiese se volesse lavorare lì e non avrebbe pagato l'alloggio. Il corvino accettò di buon grado, la paga era buona e sentì come se il destino volesse aiutarlo, pensò che anche lui era dalla sua parte. Intanto, dall'altra parte di Londra, a Grimmauld Place, gli adulti della casa cercavano un modo per ritracciare il corvino. "Io ve l'avevo detto" -ripeteva Eleanor mentre cullava il piccolino, che guardava curioso la situazione. "Sai dove potrebbe essere? I Dursley no l'hanno visto e abbiamo anche controllato. Non può esser sparito nel nulla." -disse Sirius preoccupato e nervoso allo stesso tempo. Cosa avrebbe pensato il suo amico di ciò? Era stato irresponsabile e non aveva ascoltato le richieste d'aiuto del ragazzo ed ora era fuggito.
Nessuno meglio di lui lo capiva, d'altronde lui scappò a sedici anni perché non voleva stare nella sua famiglia, ma lui aveva James, Harry non aveva nessuno su cui appoggiarsi, e l'aveva deluso. "Sir, lo troveremo, vedrai" -lo rassicurò la moglie accarezzandogli i capelli. "Ho fallito come padrino, dovevo ascoltare lui e non Albus. Quante volte ha chiesto aiuto e io gliel'ho negato? Ora non so dove sia e se sia in pericolo." -sbottò nervoso con se stesso per aver dato retta al preside che di ragazzi o di parentele non ne sapeva nulla. "La colpa é di tutti no che lo abbiamo tenuto all'oscuro." -rispose Arthur, anche lui deluso dagli altri. Lui sosteneva sin da subito di metterlo al corrente di tutto, ma la moglie, Sirius e Albus erano contrari.
Eleanor, una volta messo a dormire il piccolo George, si isolò nella sua stanza e pensò a dove potesse andare Harry. Cercò di ricordare tutti i luoghi che potessero essere simbolici per il ragazzo, ma scoprì che non lo conosceva come credeva. Non sapeva nulla di lui e non poteva cercarlo. Intanto, Harry aveva finito il turno all'hotel e uscì per cenare in un fast food. Scoprì, in quelle poche ore, che essere indipendente non era male e che la cicatrice non gli faceva più male. Si godette il suo panino con la carne e un bel bicchiere pieno di cocacola, non si era mai sentito così bene come in quel momento. Pagò la cena e si fece un giro per Londra, apprezzando luoghi che non aveva mai visto. Camminando arrivò davanti al paiolo magico, dove solo i maghi e le streghe potevano vederlo. Si chiedeva se avesse notato la sua assenza e cosa stessero facendo. Poi in lontananza, nella piazza della città, un coro natalizio aveva preso a suonare.
Harry si strinse nel maglione e nella sciarpa e si sedette sulla panchina godendosi i canti natalizi. Quel natale l'avrebbe passato solo, ma si diceva che era meglio così. Era libero, indipendente di fare ciò che voleva. A mezzanotte tornò all'hotel e andò nella sua stanza. Si fece una doccia veloce e poi si mise sotto le coperte, dormendo per la prima volta dopo mesi sereno, senza incubi.
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Eleanor Black, la chiave di tutto.
FanfictionPer Eleanor Black era il suo quarto anno alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. La ragazza, figlia dell'ononimo Sirius Black e di Marlene McKinnon, aveva ricevuto la sua lettera alla fine di agosto, mentre era nella dimora degli zii, la fam...