Dopo pozioni, venne convocato dal Preside, una volta nell'ufficio, vi trovò il preside e il padrino, entrambi i due uomini lo guardavano. "Non sapevo che ci fosse una riunione, volete finalmente dirmi cosa succede?" -disse sedendosi accanto al padrino. "No Harry non ce nulla che tu debba sapere. Sirius é qui per parlare del tuo comportamento, sia di come hai reagito ieri sul treno, e poi a lezione con la professoressa Umbridge, siamo preoccupati per te-" -rispose il preside e Harry lo trovò patetico. "Vi ringrazio per la vostra preoccupazione, ma sto benissimo." -rispose il corvino. "Harry, non stai bene, i tuoi genitori..." "Basta Sirius con il mettere i miei genitori sempre in mezzo. Sono morti morti, e non mi aiuti se ripeti sempre cosa penserebbero loro. Non posso saperlo, e non mi fido di ciò che dici tu. Mi trattate come un bambino, ma io non sono un bambino, non lo sono mai stato. Quindi o mi dite cosa succede o mi lasciate in pace mentre cerco di vivere la mia fottuta e misera vita di merda." -urlò e poi andò via dall'ufficio nervoso.
Ignorò i suoi amici e si chiuse nel bagno delle ragazze al secondo piano, era furioso con Hermione che aveva scritto a Sirius, con gli adulti che non gli dicevano nulla e con se stesso che continua a farsi manovrare come una marionetta. Ma non l'avrebbe più permesso, avrebbe agito come voleva lui e senza far intromettere gli adulti o chicchessia. Soltanto quando Eleanor gli urlò di uscire, uscì dal bagno e la ragazza lo abbracciò. "Harry, cosa é successo?" -chiese preoccupata. "Tuo padre é stato qui, dal Preside. Sono preoccupati per me, ma ti dico io il motivo per cui lo sono, se mi allontano non possono più usarmi come una marionetta per i loro piani. A tutti loro fa comodo usarmi per il bene superiore, non importerebbe a nessuno mandarmi al patibolo. Ma se devo finirci, lo devo decidere io non loro." -rispose mentre lasciava che la ragazza lo abbracciasse.
"Harry, nemmeno io mi fido di tu sai chi, troppo schivo, troppo calcolatore. Se ce qualcosa che posso fare dimmelo." -disse la ragazza prendendogli il viso. "Prenditi cura del piccolo e della tua famiglia, io me la saprò cavare" -rispose e le baciò la fronte. Poi la lasciò lì, andando verso i dormitori, una volta dentro, Hermione andò vicino. "Harry" "Evapora, basta Hermione essere sempre la perfettina, colei che segue la strada giusta e che fa la spia. Ho bisogno di un amica non di una spia che scrive a Sirius su ciò che mi succede, se non sei in grado di farlo, non starmi più vicino." -disse Harry bloccandola. "Ma Harry..." "Una risposta secca e veloce, vuoi aiutarmi o vuoi fare da spia?" -chiese risoluto e avendo su di se tutti gli sguardi, alcuni lo guardavano pensando che fosse uscito di testa, altri cercando di capire cosa gli prendesse. "Io voglio esserti amica, ma devi anche fidarti di tutti loro, loro lo fanno per te" -rispose la riccia ma il corvino le rise in faccia. "Hai scelto loro quindi, bene spero che tu insieme a loro riuscirete ad uccidere Voldemort, perché io me ne tiro fuori, voglio vivere la mia cazzo di vita senza esser trattato come un poppante e senza preoccuparmi di morire per voi altri, che non mi dite cosa succede." -rispose e poi andò nella sua stanza chiudendo le tende del suo letto.
Eleanor, che aveva sentito tutto, sospirò e venne raggiunta dai gemelli. "Okay, Harry sta degenerando, cosa gli prende?" "E' stanco di essere usato come una marionetta, lasciamolo solo, ha bisogno di prendersi del tempo." -rispose la ragazza baciando il suo ragazzo e poi andando con lui nella sua stanza a coccolarsi. Avrebbe lasciato che Harry facesse ciò che riteneva giusto, e se ci sarebbe stato il momento in cui poteva e doveva aiutarlo, l'avrebbe fatto. Lei si fidava di Harry. Intanto Hermione era rimasta sconvolta dal comportamento del suo amico e si era rintanata in biblioteca per poter piangere in privato. Ron in tutto quello, non sapeva cosa fare o da che parte stare. Il rosso la pensava su alcuni aspetti come la riccia e altri come il corvino, decise che sarebbe stato come la svizzera, imparziale. Al castello pian piano si sparse la voce di quel litigio e a cena la riccia sentì su di sé molti sguardi, che ignorò. Al tavolo non c'era il corvino, che aveva deciso di cenare nelle cucine, in compagnia di Dobby.
Intanto a Grimmauld Place, Sirius ripensava alle parole del figlioccio e di come le avesse dette pieno di rabbia. "E' un adolescente, anche noi alla sua età volevamo sapere tutto, Sirius, lui lo scoprirà da solo prima o poi, non sarebbe meglio dirlo prima che lo scopra da solo?" -disse la moglie accarezzando le spalle del marito. "Lene, guarda a cosa ci ha portato sapere cosa stesse succedendo, James e Lily morti, io in carcere, tu dispersa, Remus solo, pensi che ciò farebbe bene a Harry?" "No ma nemmeno tu devi mettere sempre in mezzo Lily e James, Harry si é sentito dire da tutta la vita di come fosse la loro copia, non lo aiuta a formare la sua persona, la propria identità. Lui è Harry, non James" -continuò la moglie cogliendo nel segno e strinse poi il marito, che era rimasto nel passato.
Harry, quella notte non dormì, nemmeno le altre notti. Passano i mesi, Eleanor aveva dato alla luce il piccolo che aveva portato, seppur per poco, il buonumore nel corvino che aveva tenuto in braccio il piccolo e se ne era innamorato. Con gli altri ancora non parlava, si era chiuso in se stesso e aveva ricevuto quasi tutte le sere le detenzioni con la Umbridge, che lo odiava tanto quanto lui odiava lei, Era stato squalificato dal Quiddic, suscitando rabbia in Angelina, divenuta Capitano della squadra, e che l'aveva mandata a fanculo dopo un litigio. Ma le cose cambiarono quando una sere, ebbe un incubo, anzi una visione. Lui vedeva la scena in prima persona e vedeva il signor Weasley esser attaccato da un serpente, e quando si era svegliato aveva dato l'allarme. Quando il preside mandò via i Weasley a visitare il padre, Harry quasi non lo colpì. "Mi dica cosa succede, perché ho visto il signor Weasley esser attaccato?" -urlò ignorando i professori che lo guardavano severi. "Severus, é arrivato il momento" -lo ignorò e parlò con il professore che era appena arrivato nello studio. "Potter seguimi" -disse il professore e Harry sconsolato lo seguì fino al suo ufficio.
Lo fece sedere su di una sedia e parlò. "Prenderai lezioni di occlumazia, l'arte di chiudere la mente. Vedi, la tua mente e collegata con quella del signore oscure, e che quindi ti permette di vedere nella sua mente, ma il preside non vuole che sia lui a guardare nella tua di mente." -spiegò velocemente prendendo poi la bacchetta. "Ora proverò a entrare nella tua mente, lei deve respingermi" -continuò e gli puntò la bacchetta, ma prima che potesse fare qualcosa, il corvino si sentì penetrato e rivide tutti i suoi ricordi, provò a cacciare via il professore ma per nove tentativi fallì. "Impegnati Potter" -lo riprese di nuovo il professore, ma quando gli puntò di nuovo la bacchetta, Harry puntò la sua ed entrò nei ricordi del professore. Vide di come il padre lo umiliava, insieme ai suoi amici e quando uscì dalla mente del professore, scappò via.
Lasciò i sotterranei e ignorò Eleanor che lo chiamava. Entrò nel dormitorio e poi nella sua stanza. "Harry fermati" -disse di nuovo la ragazza raggiungendolo in camera. "Vai via." -disse mentre apriva il baule e ci metteva dentro i vestiti. "Cosa fai?" -chiese la ragazza bloccandolo. In camera arrivarono anche i suoi amici e i due gemelli che erano tronati dal San Mungo. "Lasciami in pace." -ribatté e gli strappò di mano la maglietta rimettendola nel baule. "Vado via, vedetevela voi qui" -continuò. "Tu non vai da nessuna parte, questo è ciò che vuole lui." "No El, questa situazione l'hanno voluta loro, mi hanno tenuto all'oscuro che io e il fottuto Vodemort abbiamo le menti collegate, mi hanno mentito e mi hanno lasciato ciondolarmi nel dolore per mesi. Loro sono la causa per cui mollo tutto, se Voldemort vuole uccidermi, che lo faccia. Io non mi lascio più manovrare da nessuno, ne da quel bullo di tuo padre e dal ricordo del bull odi mio padre." -rispose e la ragazza lo guardò. "Cosa intendi con bullo?" -chiese la ragazza. "Mio padre e tuo padre, insieme a Peter e Remus, bullizzavano Piton. L'ho visto questa sera e mi sono disgustato io da parte loro. " -rispose mente chiudeva il baule.
"Okay, ne parliamo più avanti, ma tu ora mi rispondi anche sul perché tu e Voldemort abbiate la mente collegata" -disse la ragazza cercando di togliere il baule dalle sue mani. "Non lo so, ma non è una novità no? Non so un cazzo sulla mia vita, ma é del tutto normale, no?" -rispose e si riprese il baule. "Dove andrai?" -chiese Fred avvicinandosi per bloccarlo. "Dai Dursley, almeno lì non dovrò preoccuparmi di morire, o direttamente da Voldemort, magari mi faccio uccidere prima" -rispose. Eleanor, prese la bacchetta e a malincuore gli lanciò un pietrificus, e Fred lo stese sul letto. "Mi dispiace Harry, ma non posso lasciarti andare." -disse la ragazza e rimase a vegliare su di lui per il resto della notte. Il mattino dopo, la ragazza lo liberò e il corvino scoppiò in lacrime. La ragazza lo strinse e coccolandolo. Non l'avrebbe lasciato solo, mai più.
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Eleanor Black, la chiave di tutto.
FanfictionPer Eleanor Black era il suo quarto anno alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. La ragazza, figlia dell'ononimo Sirius Black e di Marlene McKinnon, aveva ricevuto la sua lettera alla fine di agosto, mentre era nella dimora degli zii, la fam...