Il mattino seguente, quando Harry si svegliò trovò il letto vuoto e capì che la ragazza era andata via. Sperava solo che quello che era successo quella notte non cambiasse le cose tra i due. Così, con una lieve preoccupazione, si infilò la divisa e uscì dalla stanza andando in sala comune. Lì vi trovò Romilda che non appena lo vide, gli andò in contro. Harry si sentì in colpa verso la ragazza. "Buongiorno Harry" - lo salutò con un bacio sulla guancia e Harry sorrise. "Giorno a te, oggi facciamo colazione insieme?" -gli chiese volendo farsi perdonare. La riccia, che non sospettava di nulla, annuì felice e uscirono dalla sala comune mano nella mano.
Quando arrivarono in sala grande, si sedettero vicino e Harry riempì il piatto suo e della riccia. "Come hai dormito stanotte?" -chiese la riccia mentre mangiava un cornetto al cioccolato. "Bene, e tu?" -chiese cercando di stare tranquillo. "Bene, ho sognato noi due" -rispose la riccia mentre lo guardava. Harry capì il contesto e sorrise, il senso di colpa stava aumentando. "AH si?" -chiese cercando di sembrare calmo e la vide annuire. "Harry stai bene? Ti ho messo a disagio?" -chiese la riccia poco dopo vedendolo silenzioso. "No, scusami. Oggi non so cosa mi prende" -rispose e per un mezzo secondo guardò Eleanor che era appena arrivata e che lo stava guardando.
"Hai litigato con El?" -gli chiese poi la riccia, sempre più preoccupata. "Cosa? Nono" .rispose e cercò di concentrarsi sulla riccia, che capì che il corvino non era davvero interessato a lei. "Io vado dalle mie amiche" .disse alzandosi e prendendo lo zaino. Harry non provò nemmeno a fermarla, si sentiva uno stronzo, ma voleva prima risolvere quella situazione. "Amico, sei pessimo con le donne" -disse Ron sedendosi accanto e dandogli una pacca sulla spalla. "Si, sono pessimo" -gli diede corda e finì la colazione. Eleanor, quella mattina era andata via presto dalla stanza del corvino, aveva i sensi di colpa e non voleva che Fred lo venisse a sapere. Comportarsi normalmente quella mattina fu difficile, ma si ripeteva che lei amava il rosso e che non sarebbe più dovuto succedere.
A lezione i due ragazzi non fecero altro che ripensare a quella notte e a darsi degli stupidi per aver ceduto all'eccitazione ed ora aveva creato un casino. Finita la lezione di pozioni, Harry venne preso dalla sua amica per il braccio. "Dobbiamo parlare" -disse Eleanor e il corvino annuì. Saltarono la lezione di Storia della magia e si chiusero in un aula in disuso. "Harry, mi dispiace ho sbagliato" -disse la ragazza guardandolo. "No, dovrei scusarmi io...mi dispiace" -disse sospirando mentre le guardava le labbra, e sentiva la necessità di baciarle. Ma dovette trattenersi e guardò altrove. "Se vuoi possiamo obliviarci così non siamo costretti a pensarci" -disse la ragazza e il corvino scosse la testa. "Troppo pericoloso." -rispose e si sedette sul banco di legno. Eleanor si avvicinò e si mise tra le sue gambe, e poi lo strinse.
Harry cercò di trattenersi, ma cedette e la strinse a sua volta. Si sentiva un mostro sia verso di lei che verso Fred. Dove tenere a bada gli ormoni e invece aveva toccato la ragazza. "Harry, lo dirò io a Fred" -disse la ragazza staccandosi. "Sicura che sia una buona idea? Non vorrei che vi lasciaste -rispose il corvino mordendosi le labbra. "Correrò il rischio, ho sbagliato io e devo prendermi le responsabilità." -disse la ragazza e si allontanò. Poi il corvino la vide uscire dall'aula e sospiro. "Sono un idiota" -si disse mentre lasciava l'aula. Nessuno dei due notò Fred che si era fermato per ascoltare e aveva capito una mezza cosa.
Il rosso non seppe se dirlo o tenerselo per sé e poi affrontare la sua ragazza. Ma non si sentiva arrabbiato, ne voleva lasciarla. In qualche modo la capì e se anche lui fosse stato al suo posto, avrebbe ceduto. Sapeva che alla sua ragazza, faceva effetto il corvino e non poteva biasimarla. Se fosse stato una donna ci avrebbe provato anche lui, così decise di non dire nulla e di non farne un dramma. Si incontrò a pranzo con la sua ragazza, e si intenerì nel vederla in piena difficoltà. Si sedette al suo fianco e la strinse a sé. "Non ce bisogno che sia triste, non sono arrabbiato" -le sussurrò e la ragazza lo guardò bianca in viso. "Tu..." "Si, lo so. Ma non sono affatto arrabbiato ne voglio mollarti" -la rassicurò e la sua ragazza lo baciò fregandosene di esser vista. Harry, aveva sentito e si sentiva più leggero, ora che sapeva che la relazione della sua amica era al sicuro e che il rosso non era arrabbiato con lui, lo aveva reso più leggero.
STAI LEGGENDO
Eleanor Black, la chiave di tutto.
FanfictionPer Eleanor Black era il suo quarto anno alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. La ragazza, figlia dell'ononimo Sirius Black e di Marlene McKinnon, aveva ricevuto la sua lettera alla fine di agosto, mentre era nella dimora degli zii, la fam...