19. Una condizione

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Un raggio di sole solletica le mie palpebre,  ma non sono ancora pronta per aprire gli occhi, mi giro dall'altro lato, il profumo di Elliot mi travolge

Mi accuccio tra le sue braccia, lui mi stringe più forte... aspetta....Elliot??

Sto sognando ancora? Adesso arriva qualcuno che mi trascina giù dal letto? O magari il letto si trasforma nel vuoto?

Apro lentamente gli occhi insicura di quello che succederà sono davvero nel letto con Elliot

Lo guardo, ha un viso rilassato, il respiro dolce e profondo, ogni suo muscolo è disteso, gli sfioro leggermente il volto con i polpastrelli

Gli sfioro il naso e poi le labbra, Dio solo sa come ha fatto a farlo così perfetto, sorrido tiepidamente, sono così felice di averlo qui

Mi sento piena e al sicuro, sono riuscita a dormire finalmente come un sasso, eppure la testa mi pulsa

Aspetta...abbasso lo sguardo sul mio corpo, sono in reggiseno, Elliot non ha la maglietta, immagino neanche i pantaloni

No appunto sono sul pavimento... oh cavolo.


Che cosa abbiamo fatto ieri? Mi ricordo del nostro bacio, mi ricordo quando eravamo con gli altri e io ballavo, mi ricordo di aver lasciato la festa con Elliot e mi ricordo in modo confuso i baci


Ho tolto la camicia ad Elliot il resto è offuscato, Dio ti prego non mi dire che abbiamo fatto sesso, Dio ti prego dimmi che non ho dimenticato questa cosa, dio ti prego dimmi che non abbiamo fatto sesso

Provo ad alzarmi, ma il braccio di Elliot è stretto alla mia vita, provo a scivolare un pochino tra le sue braccia, ma lui stringe di più «Non ti muovere» mugugna, con la sua voce roca e graffiata, di chi si è appena svegliato «Elliot...»sussurro, come se nella casa non fossimo soli, lui non risponde, poi apre gli occhi di scatto


mi lascia andare, mi guarda, si guarda «merda» sussurra, portandosi le mani sul viso «abbiamo?» chiedo preoccupata mettendomi a sedere sul letto coprendomi con le coperte, lui si guarda in torno «non me lo ricordo»sbuffa, prendo un grosso respiro, mi copro il viso con le mani «no...no...no»





«mi dispiace, Cece, non pensavo fossimo cosí ubriachi»appoggio la testa alla testata del letto «non è colpa tua, almeno non solo colpa tua» lui si alza, mi guarda dispiaciuto «mi ricordo avevi detto niente sesso, sono sicuro di aver cominciato io» prendo un altro grosso respiro



«sono una scema» chiudo gli occhi per un attimo nella speranza che i ricordi vengano a galla, ma non funziona«tu cosa ricordi?» mi chiede «mi ricordo tutto dell'hotel, fino quando eravamo in ascensore " un passo avanti e tre indietro" poi i ricordi sono vaghi... ci baciavamo, flirtavamo, ti ho tolto la camicia e poi niente. Dimmi che ti ricordi di più»



lui scuote la testa «mi ricordo tutto anche quando mi hai detto di andare nella tua stanza, ma il resto...cazzo! Non possiamo aver fatto sesso, me lo ricorderei» scuoto la testa «non credo funzioni cosí» lui sbuffa ancora


«non doveva andare così» lo guardo sinceramente ferita dal fatto che lui se ne sia pentito tanto quanto me «meglio che ci rivestiamo prima che Jack e Gwen ritornino a casa»lui annuisce , raccoglie i suoi pantaloni e si rialza lentamente



si volta con uno sguardo confuso «cosa?» chiedo «non lo abbiamo fatto»un sorriso appare sul suo volto, nascondo quanto il suo sollievo in realtà mi ferisca guardandolo confusa «da cosa lo deduci» il suo sorriso diventa ancora più ampio


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