26. La verità

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Sistemo la cucina di casa di Elliot, Margot dorme e io sinceramente mi sto godendo gli attimi di solitude cercando di non pensare troppo, anche se sto fallendo. Sto guardando un talk show alla tv e ogni tanto mi fa sorridere


Il telegiornale interrompe le notizie il programma «annunciamo che Elliot Lawrence è stato ritrovato sano e salvo... » mi si ferma tutto Elliot è Salvo??? Lo hanno trovato??


Non so esattamente che cosa provo adesso, bussano alla porta, forse è G... in lacrime e saltellando le apro la porta, ma è Elliot

Mi blocco, lo guardo, lo abbraccio e piango tanto, non so esattamente, sto piangendo di felicità. Di sollievo , lui mi stringe più forte poi mi allontana. Non un graffio ne un livido sul suo corpo

Mi abbraccia di nuovo sembra non crederci tanto quando non ci credo io e inaspettatamente sento uno sparo, un dolore forte al petto , mi allontano incapace di parlare, non respiro


Lui fa un gesto come se si togliesse una maschera, ed effettivamente una maschera era... non è Elliot  è un uomo che non ho mai visto, mi guarda con uno sguardo malefico e un sorriso inquietante «colpirò ancora, smettetela di cercare Elliot.... Lui non tornerà più» dice lo dice con una cattiveria nello sguardo e un odio nel tono che mi fa rabbrividire


Mi guardo il petto, c'è un buco, fa male, lo descriverei come un dolore assordante, come fosse un fischio continuo e acuto, non riesco a dire nulla e anche se fosse non saprei che dire, i miei vestiti si sporcano del mio stesso sangue e piano piano comincio a sentirmi più debole

Lui mi guarda e io vorrei chiedergli dov'è Elliot, ma non riesco il dolore è troppo forte da farmi parlare , mi accascio per terra, lui fa per andare, ma gli prendo la caviglia

So che sto morendo, ma prima di morire voglio sapere, anzi, devo sapere che cosa succede

Lui mi guarda«che vuoi!?» ringhia cercandosi di liberare dalla mia presa«Dov'è...dov'è Elliot?» lui mi sorride «non ti preoccupare tu lo raggiungerai presto » il dolore fisico non esiste più l'idea che Elliot possa davvero essere morto mi sgretola dall'interno

«finiscimi!» tossisco, lui punta la pistola sulla mia fronte e poi spara, il rumore dello sparo mi fa sussultare

Apro gli occhi di scatto, sono viva... mi tocco la spalla, sono viva e sono nella stanza di Elliot

Mi accuccio tra le coperte, cerco disperatamente il suo odore, ma è sbiadito, mi stringo al suo cuscino, chiudo gli occhi, ma non per dormire

«fa che stia bene, che abbia cibo e acqua, che sia al sicuro, che non sia ferito e che torni a casa presto!» lo sussurro come se parlassi con chiunque controlli il nostro destino, come se le mie parole potessero davvero fare la differenza, come se non fossero d'aiuto alla mia

Prendo il telefono, sono le quattro del mattino Jackson mi ha inviato un messaggio

" se sei sveglia e da Elliot passo da te prima di andare a casa"

Lo ha inviato un'ora fa , non voglio distrarlo, ma voglio dirgli che sono sveglia e che non mi dispiacerebbe vederlo... cosi faccio

Non risponde, ma lo aspetto comunque, tanto prima che Margot si svegli devono passare almeno 3/4 ore e sinceramente non voglio tornare a dormire ho paura degli incubi, ho paura che mi vengano a trovare ancora

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