4. Sono tornati

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E' stata una giornata abbastanza pesante, mi accascio sul letto distrutta ... non ho capito nulla di economia aziendale tra meno di un mese ho l'esame , se i miei compagni di gruppo la smettessero con questo sessismo e si impegnassero davvero in ciò che dovremmo fare sarebbe piu' facile

non me ne accorgo, ma il sonno sovrasta, la fame, la stanchezza e il bisogno immediato di una doccia

qualcuno apre violentemente la porta della mia stanza «sbrigati Cece dobbiamo andare»guardo confusa la figura che urla davanti a me «dove?»non risponde mi prende in braccio e comincia correre «fermo, dove?» non risponde , provo a ribellarmi , ma non funziona , mi infila dentro la macchina «dove mi stai portando?»ringhio

«stai scherzando?! me lo chiedi pure?» comincia a guidare, non riesco a riconoscerlo bene la luce della strada non e' abbastanza forte da rivelare il suo volto

lui mi guarda,in sottofondo una macchina suona il clacson mi giro la luce dei fari mi acceca e poi il vuoto«Simon»urlo, no.... non di nuovo

urlo così forte che sento la mia anima separarsi dal corpo

«Cece... è un incubo»apro gli occhi di scatto ,tremante con il fiatone «Gwen»sospiro , lei mi guarda terrorizzata ,riprendo fiato piano,piano . Mi porto una mano alla fronte «mi dispiace, non volevo svegliarti»lei scuote la testa

«non fa niente-sospira lei- ti faccio una tazza di tè vieni»annuisco

«Mi preoccupi»sospira mentre riempe le tazze con l'acqua bollente «non hai motivo di preoccuparti» prendo una tazza in mano e mi siedo sul divano «È successo tante volte questo ultimo mese»annuisco «lo so...ma gli incubi vanno e vengono lo sai...»lei annuisce «lo so...»accende la tv

cerca qualcosa di decente da guardare «spero che sia solo questo...»sbadiglia e prima ancora che possa capire che cosa ci sia in televisione si addormenta, la guardo , la invidio , sembra così serena, sospiro e ritorno alla tv

Cosí si fa mattina e poi sera e poi di nuovo, gli esami si avvicinano e io sto cominciando ad integrarmi sempre di piú in questa nuova vita...tra l'università e gli amici il tempo sembra scapparmi dalle mani...

«ok,ok,credo che sia davvero divertente, però la benda no....dai non mi piace non poter vedere»ringhio«aspetta sono sicura questa sorpresa ti piacerà »ridacchia Gwen , sbuffo

«questo è il motivo per cui non mi piace festeggiare il mio compleanno»sbuffo «si,l'ho capito, lo hai già detto,adesso ferma qui, potrai togliere la benda quando ti verrà chiesto»sbuffo

sto immobile,sento il calore umano, il profumo,una mano si posa sulla mia guancia ,le labbra sfiorano le mie e io non me lo faccio chiedere due volte , lo bacio, lui mi stringe un fianco e io gli tocco i capelli con una mano

con foga le nostre lingue si inseguono, il mio stomaco si riempe di farfalle, il mio fiato comincia mancare, lentamente mi allontano , slego la benda

lui mi sorride«mi sei mancata cosí tanto»ansima, lo stringo in un abbraccio «mi sei mancato anche tu»si allontana piano,piano , con una mano sotto il mento mi solleva leggermente il viso facendo incontrare i nostri sguardi

gli sorrido«Elliot, io sono ancora....-lui mi interrompe«Aspetta-lo guardo confusa - Cece...sei ancora innamorata di me?»annuisco, ma sono confusa, anche lui mi guarda confuso, ma quasi divertito

«Aspetta quindi , tu mi ami ancora?»gli scappa una risata, mi allontano «Perché sei qui se non provi lo stesso?»ringhio «perché noi due facciamo cosí... é sempre stato cosí.Che cazzo ti passa per la mente ,Cece?stai rovinando tutto...»

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