30. Non posso credere

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Elliot

Non posso credere di essere su un aereo militare e che sto finalmente andando a casa, dopo non so quanti giorni passati nella speranza di trovare un modo per liberarmi da questo incubo

Sarò sincero più di una volta ho pensato di non avere scampo e che forse sarei voluto morire. Ho pensato come potessi farlo e poi ho realizzato che sarebbe quasi stato più facile scappare

Durante le ultime ore che credo siano state circa 25, non ho dormito... ho corso molto, sono caduto, scivolato, sono passato in mezzo a vicoli bui, mi sono perso, mi sono perso più di una, più di due, anche più di tre volte

Ho rubato... ho rubato cibo, mi sono sentito in colpa, però poi ho realizzato che se non lo avessi fatto, non avrei potuto resistere 25 ore sotto il sole, non avrei avuto la forza di andare avanti...o forse è solo una giustificazione

vorrei  mentire e dire che in realtà, gli stronzi, non mi davano da mangiare o da bere, ma non è vero...mi davano da mangiare, volevano che io fossi forte, perchè io dovevo rimanere forte, perchè quando i superiori venivano a controllarmi le ferite loro si vantavano di quanto io fossi in salute e atletico e nonostante questo riuscissero a stendermi ogni volta


non dicevano però che mi legavano, quando loro venivano a torturarmi, io non potevo muovere un muscolo 


ma adesso sono seduto in una comoda sedia di un Jet delle forze speciali, con mio padre che mi guarda contento e che parla con al sua fidanzata , ho cibo in quantità industriale davanti e  i miei superiori che mi fanno complimenti su come io sia riuscito a scappare


Mi chiedo come sarà tornare in America, quando tutti si sveglieranno e sapranno che sono al sicuro, immagino Jack pronto a suonare alla mia porta alle 8 di mattina con ancora il pigiama e Gwen al seguito. Immagino mia sorella che non ha idea di quello che è successo e si chiederà perchè siano tutti contenti.


e lei? mio padre non ha detto una parola su di lei...

«Papà?»lui alza lo sguardo verso di me, mette il telefono a posto dato che mostrava alla sua fidanzata le foto di Margot suppongo, lui si siede di fronte a me «dimmi»stringo la mandibola, voglio chiedergli di lei eppure mi viene difficile ammettere che sono curioso di sapere se lei mi aspetta


«Hai notizie di lei?» mio padre sembra confuso prima e poi capisce «lei...- ci riflette, guarda in basso poi sorride- Ti sta aspettando come tutti gli altri, si è informata e ha seguito la tua storia»trattengo un sorriso



«secondo te perchè?»chiedo perché, lui guarda la sua fidanzata, poi sorride «tu come reagiresti al suo posto? Se non potessi fare niente altro che aspettare?»lo guardo confuso«papà io sarei andato a cercarla a piedi»a mio padre scappa una risata secca «avresti voluto questo da parte sua?» scuoto la testa



«assolutamente no»lui annuisce «immaginavo, Elliot, tu lo sai io non sono mai stato il tipo di padre che si intromette nelle tue cose... ma questa ragazza è speciale, il resto lo vedrai quando arriveremo»


le parole di mio padre mi tormentano fino a quando non mi ritrovo davanti la porta di casa mia alle 3 di notte. Dopo aver sopportato varie cazzate da parte di vari miei superiori su come io sia stato coraggioso


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