Capitolo 30

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Summer

《Ti rovinerà la vita!》Mi urlò mia madre.

Ero andata da lei, perché mi mancava ed era molto tempo che non la vedevo.

《Mamma, ma lui mi piace, io credo di amar...》

《Sono sciocchezze, sei ancora in tempo per lasciarlo e trovarti un uomo per bene. Pensi che quel cantante sia veramente innamorato di te? Te lo dico io che non conti nulla per lui, manca solo che ti metta incinta e che ti lasci gravida in una strada!》Buttò fuori le parole come se fosse la cosa più normale del mondo.

Quelle parole mi ferirono, ma d'altronde non era la prima volta che lo faceva.

Volevo avere il suo sostegno, dei suoi buoni consigli, invece lei non faceva altro che dirmi cose orribili, facendomi sentire una nullità.

E se avesse avuto ragione?

Se io davvero non contassi nulla per Igor?

《Ciao cara.》Una voce a me sconosciuta provenì dalle mie spalle.

Era un uomo sulla cinquantina alto, con gli occhi scuri, i capelli all'indietro con il gel, aveva dei pantaloni grigi e una camicia azzurra.

《Chi è quest'uomo, mamma?》

《Sei una donna ormai, mi ricordo quando eri ancora piccola. 》Disse l'uomo avanzando verso di noi.

Mi conosceva?

《Vladimir, vattene ora, ci sentiamo quando Summer sarà andata via. 》Disse fredda mia madre.

L'uomo fece come gli disse mia madre senza protestare e uscì dalla porta mentre io decisi di seguirlo.

《Aspetti.》Lo richiamai.

《Cosa vuoi Summer?》

《Come fa a conoscermi e chi è lei veramente?》

L'uomo rimase in silenzio e continuava a guardarmi.

《Sei-sei mio padre?》Domandai balbettando.

Il cuore iniziò a battere più forte avevo paura di scoprire una brutta verità.

L'uomo scoppiò a ridere mentre io non capivo più niente.

《No, tesoro, non sono io. Tua madre non ti ha ancora detto la verità?》

Di cosa diavolo stava parlando?

《Cosa mi deve dire mia madre?》Domandai ancora.

《Dopo quello che ti dirà non so se vorrai ancora chiamarla così. Addio Summer.》Disse la figura maschile per poi andarsene.

Ero confusa, non avevo capito a cosa si stesse riferendo, ma l'avrei scoperto. Era l'ora di parlare con mia madre e sapere veramente qualcosa su mio padre.

Presi un bel respiro ed entrai in casa, mia madre era seduta su una sedia a bere un bicchiere d'acqua.

《Chi è mio padre?》

《Siediti, è arrivata l'ora di dirti la verità.》

Andai a sedermi su una sedia vicino a lei, le gambe iniziarono a tremarmi, ed il cuore sembrava volesse uscirmi dal petto.

《Quando ero molto giovane ero innamorata di un uomo, io ero povera, mentre lui abbastanza ricco. La moglie non riusciva ad avere figli e loro litigavano in continuazione, noi eravamo amanti...》 Sgranai gli occhi solo per l'inizio.

《Avevo paura ad avere un figlio con lui, non volevo rimanere in strada con un figlio senza avere un pezzo di pane, così un giorno ho avuto l'opportunità di cambiare vita.》 Mia madre parlava mentre continuava s bere dell'acqua.

《Un giorno ero andata da lui, avevamo litigato perché lui non voleva lasciare la moglie, così andai in un parco a piangere, ero distrutta  perché io ero veramente innamorata di lui.》

Stava raccontato cose assurde ma in tutto ciò ancora non capivo se quello fosse mio padre.

《Il parco era quasi vuoto, vidi una donna in lontananza con un bambino e con una bimba in un passeggino. La donna si allontanò andando in un negozio mentre lasciò la figlia con il fratello più grande.》

Mi vennero i brividi ad ascoltare le sue parole.

《Il bambino andò a giocare con un altro allontanandosi dalla bambina ed io andai da lei, era lì da sola che piangeva, mi guardava con quegli occhioni azzurri. 》Questa volta mia madre piangeva.

《La bimba indossava un vestitino con la scritta "Summer", così decisi di prendere la bimba e allontanarmi.》

《Che cosa stai dicendo?》Chiesi scioccata e arrabbiata.

《Quella bambina, sei tu. Io ti ho presa quel giorno con me perché volevo avere una vita con quell'uomo che amavo. Ti avevo chiamata Summer esattamente come la scritta sul tuo vestitino.》

Mi cadde il bicchiere d'acqua di mano. Sembrava un incubo, una favola finita male.

Era assurdo!

《Mi stai dicendo che mi hai rapita, solo perché volevi avere quell'uomo ai tuoi piedi?》Sibilai a denti stretti.

《Perdonami, Summer. All'inizio aveva funzionato, Vladimir aveva lasciato la moglie per stare con me e con te e andava tutto bene, ma poi lui disse che non ce la faceva più a vivere nella menzogna, perché c'era la polizia che ti stava cercando.》

Avevo i brividi, non riuscivo ancora a credere a quelle cose.

Mi aveva tolta una famiglia, mi aveva tolto l'affetto, tutto solo per un suo capriccio.

《Io ti odio, tu non mi hai mai amata nonostante tutto, mi hai rapita per poi trattarmi come un oggetto, hai lasciato che quel porco mi violentasse, non mi hai lasciata finire la scuola, quando in realtà c'erano delle persone che mi cercavano. Hai mai pensato al dolore di quella famiglia?》Stavo piangendo, volevo spaccare tutto, scappare via, sperare che fosse uno scherzo o un incubo.

《Lo so, non sono mai stata una buona madre con te.》

Esatto, non lo era mai stata. Non l'avrei mai perdonata.

《Cosa sai della mia vera famiglia?》Chiesi cercando di calmarmi.

《Tuo padre è il sindaco, hai un fratello o forse di più.》

Uscii da quella casa senza dire niente, vedevo tutto sfocato, camminavo in mezza alla strada mentre le macchine continuavano a suonare il clacson, era come se non sentissi nulla.

《Summer, ma sei impazzita! Vuoi che qualcuno ti investa?》Urlò una voce a me conosciuta.

Forse sarebbe stato meglio essere investita si, provavo un dolore troppo grande nel petto.

Perché la vita era stata così ingiusta con me?

Perché dovevo soffrire così tanto?

Perché? Perché?

Le lacrime mi offuscarono la vista. Il mio corpo stava per cedere, quando all'improvviso mi sentii sollevare per le braccia da qualcuno.

《Ma cosa ti è venuto in mente? 》Era Vadim, aveva fermato la sua macchina per portarmi dentro.

《Dovevi lasciarmi lì!》Gli urlai colpendogli il petto, nonostante le poche forze.

《Voglio morire.》Continuai a piangere mentre gli colpii ancora il petto.

《Calmati, Summer...》Il moro mi abbracciò per calmarmi, mi lasciò un bacio tra i capelli, e per un attimo mi sentii strana. Era la seconda volta che mi abbracciava, ma ogni volta sentivo la stessa sensazione.

Dopo pochi secondi non ressi tutto ciò che era successo e svenni tra le sue braccia.

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