Capitolo 11

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Summer

《Fai uso di sex toys?》

Certo che da Igor lo stronzo, a Vanea con le domande del cazzo era un attimo.

Avevo lasciato Igor a casa da solo a mangiare il salame duro con il pane ed io sono uscita con Vanea, dopo la litigata con Kreed lo avevo avvisato che sabato e domenica sarei andata da Vanea e così avevo fatto.

《Ma ti pare la domanda da farmi?》 Chiesi diventando rossa come un pomodoro.

《Sono domande che pongo spesso alle mie pazienti, dato che faccio il ginecologo.》Spiegò lui.

《Peccato che io non sia una tua paziente.》

《Va bene, lo prendo per un si.》 Disse lui ridendo.

《No! Ho usato solo le dita.》 Risposi all'improvviso, ma solo dopo mi resi conto di quello che avevo detto.

Che figura di merda Summer! Complimenti.

《Avresti dovuto vedere la tua faccia mentre lo hai detto.》Scherzò.

《Che simpatico che sei...comunque cosa facciamo oggi?》Chiesi cercando di cambiare argomento.

《Ci guardiamo un film, se vuoi.》 Propose andando a prendere una chiavetta.

Il film stava procedendo bene fino a quando non arrivò una scena di violenza. La ragazza di nome Irina che veniva stuprata da un uomo nel bosco. Era terribile, era come se mi tornassero in mente i brutti ricordi di lui, mi sembrava di viverli in quel momento insieme alla ragazza. Vanea era sul divano un po' più lontano da me, sentivo l'ansia arrivare e il sangue ribollire nelle vene, mentre mi scesero delle lacrime facendomi bagnare le labbra.

《Summer che succede? Stai bene?》 Era preoccupato, lo notai nei suoi occhi verdi smeraldo mentre si avvicinò a me.

《Spegni, ti prego.》 Riuscii a dire tra le lacrime.

《Si, va bene, ma spiegami che succede.》

《Non mi sento molto bene Vanea...》 Inventai sperando che ci credesse.

《Chi è stato?》

Sgranai gli occhi appena me lo chiese.

《Summer chi cazzo è stato? Se è stato quel Ifor Krad io lo ammazzo di botte io-》

《Lui non c'entra.》

《Dimmi che non è stato tuo padre!》 Proseguì lui.

Mio padre? E chi lo conosceva. Quando da piccola vedevo tutti i padri che portavano le proprie figlie al parco, che le compravano le caramelle , io ero gelosa, perché avrei voluto anche io un padre presente, un padre che mi venisse a prendere da scuola, che fosse stato presente alle recite scolastiche, che mi avesse chiesto come stavo e che avesse fatto di tutto per farmi stare bene. Forse se avessi avuto un padre non avrei subito l'inferno, forse avrei finito gli studi e avrei un lavoro decente adesso, forse non sarei la ragazza di oggi che doveva mostrarsi forte e stronza di forte agli altri per non essere calpestata da nessuno, quando in realtà ero il contrario.

《Ma se non lo conosco neanche mio padre! Ascolta, Vanea, è una cosa di cui non ne voglio parlare, è successo nel passato, ed io voglio vivere nel presente.》

《Ma perché non provi a scoprire chi è tuo padre?》Sbottò all'improvviso.

Era impazzito? Sì, lo era.
Non sarei mai andata a cercare di scoprire chi era quell'uomo. Lui aveva fatto una scelta e così doveva rimanere. Aveva abbandonato mia madre, quando portava me in grembo. Poteva pensarci prima di farlo, ma a quanto pare non voleva una figlia. Chissà magari poi ne ha avuti altri quattro.

《Non mi interessa scoprirlo Vanea. E poi cosa dovrei fare? Appendere volantini con scritto "cercasi mio padre in corso"?》 Risposi alzando la voce. Vanea si era reso conto che era un tasto dolente e così cambiò discorso.

《Vieni a ballare.》Esclamò prendendomi per la mano mentre si diresse verso una sala molto spaziosa.

Ci diregemmo verso la sala spaziosa e luminosa, le pareti erano di un bianco che luccicavano ai miei occhi, c'era un divano di pelle enorme e subito dopo notai una palla da discoteca. A pochi passi da me c'era un tavolo con tante bottiglie d'alcol. Vanea prese un telecomando e accese la musica. La musica latina americana era da sempre la mia preferita. Andai al tavolo e mi versai un bicchiere di cognac e lo mandai giù. Dopo di che ne versai altri, volevo evadere dalla realtà e pensai che quello era un ottimo modo. All'improvviso la luce della stanza diventò blu, pensai che quel posto sarebbe piaciuto molto a Igor e che gli avrebbe ispirato molte cose.

Ma perché cazzo lo pensavo adesso ?

《Lasciati andare.》Disse Vanea prendendomi per i fianchi.

Cominciai a muovermi al ritmo della musica, muovevo le anche cercando di cacciare via i pensieri, tra cui anche quello stronzo di Kreed. Era un ballo piuttosto sexy, eravamo molto vicini, la luce scura, ma non provavo nessuna emozione, zero assoluto. Se fossi stata con Igor, avrei perso il controllo, lui era capace di mandare il mio cervello e il mio cuore a puttane. Con un solo sguardo di Igor, mi perdevo, se mi sussurrava all'orecchio anche cose banali, faceva crescere il desiderio dentro di me. Quando mi prendeva per il polso e mi spingeva al muro ed ero con il suo corpo a contatto, mi bagnavo e lui lo sapeva sempre. Certo che avevo la possibilità di avere una relazione sana con Vanea per esempio, invece io non facevo altro che pensare a Kreed. Era l'effetto dell'alcol sicuro.

Contieniti Summer!

Vanea mi fece girare verso di lui, con una mano mi accarezzò il viso e con l'altra mi spostò una ciocca di capelli dietro all'orecchio. Vidi in lui uno sguardo diverso, mi stava guardando desideroso e famelico.

《Sei troppo bella Summer...》 Confessò vicinissimo al mio viso.

《Vanea...non fraintendere ti prego, non rovinare questa nostra amicizia.》 Dissi abbassando lo sguardo.

Kreed sarebbe fiero di me in questo momento. Ma basta pensarlo, accidenti!

《Hai ragione scusa, non so cosa mi sia preso, sarà stata questa situazione.》

Il bussare in modo forsennato mi fece sobbalzare e interrompere la nostra conversazione, decisi di andare a vedere chi era, anche perché volevo evitare quel argomento.

Aprii leggermente la porta e-

《Vieni, ti riporto a casa!》

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