Capitolo 73

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Igor

Stavo guidando come un pazzo, ero passato con otto semafori rossi e stavo imprecando tutto il tempo per arrivare più velocemente in ospedale.

Summer era stata portata in ospedale d'urgenza. Non mi avevano fatto andare sull'ambulanza insieme a lei, perciò ero andato a prendere la macchina e mi stavo dirigendo da lei.

Ore del decesso: diciotto e trenta.

Erano queste le parole che avevo sognato la notte precedente. Non davo mai importanza ai sogni, però quella volta avevo una fottuta paura che quelle parole si averassero. Lei per me era tutto, la madre di mia figlia, la mia migliore amica, per me lei era la mia famiglia.

Ad un tratto vidi le macchine davanti a me ferme, perciò al primo svincolo, svoltai a destra dove c'era un parcheggio, lasciai lì la mia auto e poi cominciai a correre più forte che potevo per arrivare in ospedale.

Mentre correvo, sentivo l'ossigeno che entrava e usciva dai polmoni, il mio cuore batteva forte e ad un certo punto mi sembrò di rivedere tutti i momenti che avevo passato insieme a Summer.

••••
《Dovresti sorridere più spesso, sai? Mi piace quando ridi e smetti di fare lo stronzo menefreghista, freddo e antipatico.》Disse la bambina, mentre stava mangiando delle ciliegie.

《È questo stronzo menefreghista che ha deciso di venire con te a fare un picnic in mezzo all'erba, ai fiori e con le capre e i cavalli che ci fissano da lontano, solo per farti contenta.》Confessai avvicinandomi pericolosamente alle sue labbra.

Lei si era allontanata di poco e poi mi disse che mi doveva confessare una cosa.

《Ecco...ecco...io mi sono innamorata di te Kreed, lo so che tu non ami questo tipo di conversazioni, però io sono una persona che devo dire le cose che sento, altrimenti impazzisco.》

Stavo per dire qualcosa quando lei mi poggiò un dito sulle labbra per farmi tacere.

《Ho imparato a conoscerti sai? All'apparenza sembri cattivo e sembri arrabbiato col mondo, ma so che in fondo sei una persona buona, ti mostri duro e freddo perché hai paura di soffrire come è successo quando eri ancora un bambino. Quando ti guardo negli occhi, mi perdo e non so più cosa dire. Io non ti chiedo di....》Questa volta fui io a farla tacere.

La guardai negli occhi e la verità era che mi perdevo anch'io, ma io ero più bravo a nascondere certe cose. Mi avvicinai al suo viso e mi sembrò di sentire ogni battito del suo cuore accelerato. Le nostre labbra finalmente si incontrarono. I nostri respiri si mescolarono e la castana dopo un po' si abbassò le spalline del vestitino rosso fragola che portava. Spostò il cesto che conteneva i sandwich e la frutta e si mise sulle mie gambe.

《Secondo te saremo insieme anche quando saremo vecchi ?》Mi domandò con una vocina da bimba.

《Spero di sì e spero che tu non possa mai dimenticare questa giornata.》Dissi sincero, mentre le accarezzai i capelli, che sembravano dorati alla luce del sole.

《Io non dimenticherò mai neanche un momento passato insieme a te e non mi dimenticherò mai di te. Ma tu promettimi che da oggi in poi nessuno ci separerà mai, neanche la morte.》Mi strinse forte a sé come non aveva mai fatto.

《Te lo prometto.》

••••
Finalmente ero arrivato in ospedale, cominciai a correre sui corridoi e a chiedere ad ogni infermiera di dove potesse trovarsi Summer e sopratutto come stava.

《Signore, si calmi, stiamo facendo tutto il...》Non lasciai finire di parlare l'infermiera bionda sulla cinquantina che cominciai ad essere fuori di me.

《Non me ne frega un cazzo!Voi dovete salvarla!Lei non può morire, avete capito?》Urlai come un pazzo, tutte le persone dell'ospedale si girarono a guardarmi.

《Ma dove cazzo eri, eh? Ti ho chiamato cento volte!》Era Vadim, e anche lui sembrava fuori di sé.

《Chi ha sparato a mia figlia? Chi? Voglio saperlo e poi lo ucciderò con le mie mani.》Sbraitò il signor Magomedov, il padre di Summer.

《Papà stai calmo, dobbiamo darci una calmata tutti.》Disse il mio migliore amico, cercando di riprendere la ragione.

《Io non posso perdere di nuovo mia figlia, non posso.》Continuò il signor Magomedov.

Non l'avevo mai visto piangere, lui era sempre un uomo serio e rigido, tipico dei sindaci, ma aveva anche momenti in cui faceva battute ed era divertente.

Vadim aveva deciso di non dire niente a sua madre e neanche ad Anastasia.

Continuai a camminare avanti e indietro sui corridoi pregando che qualcuno mi venisse a dire che era tutto un incubo.

《Cosa hanno detto i dottori? Riusciranno a salvarla? E il bambino?》Chiesi prendendo una sigaretta dalla tasca dei miei pantaloni e fumarmela proprio lì.

《I dottori non ci hanno ancora detto niente, ma io spero che possa andare tutto bene.》Parlò Vadim dandomi una pacca sulla spalla.

《Signore, non si può fumare qui.》Mi fece presente un infermiere alto un metro e un cazzo.

Lo guardai male, ma poi anche il padre di Summer mi guardò per farmi smettere di fumare ed io fui costretto a smettere.

Il mio migliore amico mi prese in disparte, voleva parlarmi da solo senza suo padre.

《Mi devi dire cosa diavolo è successo. Voglio sapere tutto, per filo e per segno.》Parlò a bassa voce per non farsi sentire troppo.

《Praticamente...》

《Buonasera, voi siete i parenti di Karina Magomedova?》Un dottore sulla cinquantina ci raggiunse con il suo bel camice bianco e ancora i guanti indossati.

《Si,  sono il marito.》 Era la prima cosa che mi era venuta in mente di dire, anche se non eravamo sposati.

《Abbiamo operato la signorina Karina Magomedova, le abbiamo estratto il proiettile, ha perso molto sangue, ma è andato tutto bene e anche il bambino è fuori pericolo.》A sentire quella notizia abbracciai il dottore forte forte e lo ringraziai all'infinito.

Anche il mio non suocero poi mi abbracciò dalla felicità.

Avevo chiesto al dottore di vedere Summer, ma mi aveva detto che non poteva entrare nessuno e che si doveva riposare per il momento.

Ad un tratto sentii la notifica del mio telefono, era un messaggio anonimo. Andai sull'icona dei messaggi e poi lessi non credendo ai miei occhi.

Questa volta è andata bene, la prossima, potrebbe non essere così.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 01 ⏰

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