Capitolo 62

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Summer

Ero andata via. Ero scappata perché avevo bisogno d'aria. Avevo fatto l'amore con Igor e mi maledivo per averlo fatto. Sicuramente si sarebbe comportato come tutte le altre volte, lasciandomi da sola e fregandosene di me. Gli avevo lasciato un biglietto dicendogli di stare con Nataly e che sarei tornata presto. Durante la notte avevo fatto un brutto incubo. Volevo evadere dalla realtà, volevo perdere la memoria pure io. Mi sentivo male dentro in quel periodo, avevo sofferto troppo.

Avevo preso la macchina e andai a prendere dell'alcol, dopo di che sarei andata in un posto, quel posto dove tutto è cominciato.

Dopo circa un quarto d'ora arrivai nella capanna dove avevo perso me stessa.

Aprii la porta ed entrai dentro. Era tutto pieno di polvere e ormai tutto abbandonato. Mi sedetti su una sedia minuscola e cominciai a bere la vodka che avevo acquistato. Non bevevo mai, non mi piaceva, odiavo quel odore, eppure in quel momento sebtobo la necessità di bere e dimenticare. Su quella sedia ripensai a tutte quelle volte che quel porco si prendeva una parte di me. Mi sentivo uno schifo totale, una cattiva madre e un essere inutile, che nessuno mi avrebbe mai amata. Volevo essere felice, ricominciare a vivere, ma avevo paura che non ci sarei mai riuscita. Non mi ero accorta neanche che stessi piangendo. Ad un tratto vidi della carta che si stava staccando dal muro e...

Era la scritta che avevo inciso con un sasso appuntito.

"Voglio morire e andare in cielo".

Sotto quella frase però c'era un'altra scritta: ti prometto che ti salverò.

Indrieggiai. Ero sorpresa e non capivo chi l'avesse scritta e quando. Forse era solo una coincidenza.

Continuai a bere e a pensare a quello che mi aveva rivelato Igor quella notte.Scaraventai una bottiglia vuota e presi un pezzo di vetro. Senza pensarci feci tre taglietti sul barccio e poi uno sul polso.

All'improvviso sentii abbaiare un cane e si avvicinava sempre di più. Cercai di non fiatare e sperare che non ci fosse nessuno nelle vicinanze. La mia speranza però svanì quando la porta si aprì rivelando un cane con...

《Mi spieghi come cazzo ti è venuto in mente di fare una cosa così?》Tuonò Kreed all'improvviso.

《Vattene, voglio stare sola.》

《Nataly ha la febbre e tu sei qua a bere fregandotene di tutto.》Esclamò incazzato.

《La bambina sta male? Dov'è? Con chi l'hai lasciata Igor?》Continuai a fare domande agitata.

Igor mi spiegò la situazione, ma al mio cervello non sembrava importare più di tanto. Mi sentivo in uno stato strano...

《Di chi è quella scritta sul muro?》Domandai agitando le mani.

《Karina, perché ti stanno sanguinando i polsi? Cos'hai fatto?》

Iniziai a ridere e non sapevo perché.

《Devi farti aiutare, permettimi di aiutarti.》Disse Igor avvicinandosi a me.

《Voglio...voglio sapere chi ha scritto la frase sul muro.》Continuai a parlare.

Igor non rispose, bensì mi prese in braccio e mi portò via dove lo seguì pure il cane. Non resistii molto e poi mi addormentai.

-

Mi svegliai nel mio letto coperta con un plaid. Avevo delle bende che mi coprivano le ferite, inoltre avevo un mal di testa assurdo, non ricordavo bene di com'ero finita a casa.

ODIO IL FATTO CHE TI AMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora