Capitolo 32

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Summer

Igor che baciava ogni centimetro della mia pelle. Le sue mani che vagavano per tutto il corpo, la sua lingua che giocava intorno ai miei capezzoli, il suo membro che pulsava sul mio frutto proibito e...

《Bambina, siamo arrivati.》 Mi svegliò Igor dai ricordi della sera precedente.

Eravamo arrivati alla casa dei suoi genitori, l'avevo finalmente convinto ad andare da loro, e dare una possibilità.

Stranamente ero più agitata io che il castano. Lui almeno fumava in continuazione e non si vedeva che fosse nervoso, mentre io non facevo altro che mordermi le labbra e graffiarmi le cosce con le unghie.

《Ho un po' di paura.》 Confessai a bassa voce.

《Non devi, se succede qualcosa che non va, andiamo via subito altrimenti spacco tutto e...》

《Igor! Avevi detto che saresti stato calmo!》Gli ricordai del discorso prima che gli avevo fatto prima di arrivare alla casa dei suoi.

Anche se la calma, di certo non era una delle sue qualità.

Scendemmo dalla macchina, mi stavo per dirigere verso la casa quando all'improvviso Igor mi prese per un braccio e mi attirò verso di lui, facendo scontrare i nostri petti. Una scarica elettrica mi attraversò la schiena, il suo viso era vicinissimo al mio, sentivo il suo alito fresco di menta mescolato a quello del tabacco. Con la mano destra scese sul mio fondoschiena, indossavo una gonna, quindi aveva libero accesso a tutto. Strinse il mio bacino con la mano e mi attirò ancora di più per sentire quanto fosse eccitato.

Mugolai a quel contatto.

《Ho bisogno di te ora...》Parlò con voce roca.

Mi faceva eccitare con quella sua voce, le sue mani viaggiavano sicure sul mio corpo. Ad un tratto il castano mi spinse sul cofano e si fondò sulle mie labbra, la sua lingua prepotente cercava la mia. Fuori faceva buio, c'era solo qualche lampione qua e là acceso, ma l'atmosfera era davvero eccitante.

《Igor, potrebbero vederci...》Cercai di parlare invano.

《Non me ne fotte niente. In questo momento ci siamo solo io e te.》Disse tra un bacio e l'altro.

Qualcuno ci avrebbero potuti vedere, ma in quel momento non mi importava più di tanto, lo volevo come lui voleva me.

《Sei fradicia tra le gambe...》Sorrise compiaciuto quando la sua mano andò nel mio perizoma.

Sentii il mio viso andare a fuoco, nonostante tutto, mi faceva ancora arrossire quando diceva quel genere di cose.

Con una spinta entrò dentro di me, mi scappò un gridolino, non ero abituata alle sue dimensioni, dovevo sempre trattenermi per non urlare come una matta. Cominciò a muoversi, questa volta non era così delicato, mentre mi penetrava sempre più a fondo, mi scapparono dei gemiti che lui mise a tacere con i suoi baci.

《Dio...non so quanto resisto...》Biascicai in preda all'orgasmo.

Dopo altre spinte, venne e con lui anche io. Mi mancava il respiro e il cuore batteva fortissimo.

《Non vedo l'ora che questa cenetta del cazzo finisca, così dopo posso scoparti fino a farti urlare di piacere come si deve, bambina.》

Prima o poi gli avrei dato un calcio nelle palle a causa di quel nomignolo.

《Avete finito di scopare? Vi stiamo aspettando da un bel po' di tempo.》Tuonò all'improvviso Vadim.

Non ci avrà mica visti o sentiti?  Che imbarazzo!

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