Capitolo 34

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Pov's Vic

I ragazzi sono andati al palazzetto io come avevo detto e come già avevo avvisato tutti non mi sono mossa dall'hotel. Sono rimasta in camera con Eva a guardare il concerto in Tv su RTL. Ho detto a Damiano di dire ai fan che ho la tendinite. Inizia il concerto e il mio adorato compagno di vita mi sputtana davanti a tutti. "Brutto figlio di puttana, appena ritorni in camera a pezzetti ti faccio e ti darò in pasto a Chili." Sono arrabbiatissima, non vedo l'ora che finisca il concerto per poterlo fare a pezzettini. Cerco di placare la mia rabbia e di sentire più che vedere come se la cavano senza di me. Niente male, devo dire, ma si sa il basso è indispensabile cerco di convincermi. Ad un certo punto comincio a pensare a tantissime cose, e se il mio comportamento mi ha spinto a non presentarmi al concerto, obbligando loro a suonare da soli e si sono resi conto che di me possono fare a meno? Dopo tutto hanno spaccato lo stesso anche senza di me. È anche vero che in questo ultimo periodo sono diventata un po' un peso e non faccio altro che litigare con tutti. No, basta Vic, basta farsi paranoie. Mi sdraio vicino ad Eva, è lei l'unica mia forza. Basta guardarla e mi passano tutti i pensieri negativi. La sto accarezzando quando sento aprire la porta, è tardissimo sono le 3:00, non mi sono addormentata perché ho aspettato con ansia il momento in cui Damiano varca la porta per portare la mia mano vicino la su guancia. Ed ecco che l'ho fatto. Dam: "Aja... Ma cosa ti prende?" "Cosa mi prende? Mi hai sputtanato davanti a tutto il mondo, ti rendi conto della figura di merda che mi hai fatto fare?" Dam: "La prossima volta, saresti venuta con noi. Sei arrivata fino a Napoli per cosa? Per fare i capricci? Potevi tranquillamente prendere il basso e venire con noi. Comunque abbiamo spaccato lo stesso, non pensavo, anzi all'inizio ero molto preoccupato, però è andato tutto bene." Ecco l'ha detto anche lui. "Potreste diventare un trio" dico in maniera secca. Dam: "Perché no." Lo guardo con occhi sbarrati e lui vedendomi mi dice: "Sto a scherzà, non possiamo fare a meno della nostra bassista preferita." "È l'unica cosa carina che mi hai detto oggi." Sto quasi per scoppiare a piangere. Ho fatto la stronza tutto il giorno, ma l'unica cosa che volevo fare era piangere e adesso lo sto facendo. Damiano si avvicina e mi abbraccia: "Scusa, oggi sono stato duro con te, ma ho pensato che fosse l'unico modo per farti reagire." "Dam, io voglio reagire, ma non è giusto nei suoi confronti" "Nei confronti di chi?" "Nei confronti del nostro bambino, io non voglio essere pesante su quest'argomento, ma è passata solo una settimana ed è come se già ci fossimo dimenticati di lui/lei, io non voglio dimenticarlo." Dam: "Amore, certo che non ci siamo dimenticati di lui, non potremmo mai farlo, sarà comunque sempre nostro figlio, ma continuare a fare quello che facevamo anche prima, viverci la nostra quotidianità, non è mancare di rispetto a lui o lei, va bene?" "Forse hai ragione." Dam: "Ok, adesso vogliamo dormire?" "Si... però guarda Eva come si è messa." Damiano si gira verso il letto e vede Eva sdraiata orizzontalmente sul letto con il sederino in su e le fa una foto. La prendiamo e la mettiamo delicatamente cercando di non svegliarla in mezzo a noi e dopo un po' ci addormentiamo. A svegliarci come al solito è la mia sveglia ci alziamo e ripartiamo verso Roma. Devo dire che il viaggio di ritorno è stato molto più tranquillo rispetto a quello dell'andata. Io, Damiano ed Eva, ritorniamo a casa e la prima cosa che faccio è buttarmi sul letto. Dam: "Alzati, andiamo a farci un giro." "No, voglio dormire." Dam: "Credo che tu abbia dormito abbastanza per tutto il viaggio non credi?" "Basta assillarmi Dam, capisco che lo fai per me, ma sto bene." Dam: "Va bene, ti voglio credere, ma sappi che ho comunque telefonato al dottor. Molinari che è lo psicologo che ti seguiva qualche anno fa, domani hai la prima seduta." "Che cosa hai fatto?" Dam: "Hai capito bene." "La smetti di decidere per me cazzo. Non ti ho chiesto aiuto. Sto bene. Non ti intromettere più nella mia vita." Dam: "Mi intrometterò sempre nella tua vita, perché è anche la mia, e non possiamo andare avanti così." "Vaffanculo Damiano" dico sbattendo la porta di casa ed uscendo. Prendo la macchina e cerco di andare il più lontano possibile da quell'essere arrogante. Io sto bene, so di stare bene, ovviamente non posso negare che la perdita del bambino mi abbia fatto molto male, ma è più che normale no? Sto girando a vuoto in macchina, vorrei passare la serata fuori, ma non voglio stare lontana da Eva così ritorno a casa anche se è molto tardi. Entro in casa e Damiano ed Eva stanno sul divano. "Eva cosa ci fai ancora sveglia a quest'ora?" Eva: "Mamma" dice correndo verso di me e io la prendo in braccio. Dam: "Ti stava aspettando e anche io..." "Io ed Eva dormiamo nel lettone tu puoi rimanere qui, o andare sul divano in cameretta sua." Dam: "Vic..." "Damiano è tardi va a dormire." dico entrando in camera nostra con Eva. Ci mettiamo entrambe nel letto e ci addormentiamo. Mi sveglio a causa di un rumore fortissimo e dalle urla di Damiano. Corro in cucina da dove provengono i rumori e mi ritrovo la cucina e Damiano fatti di farina. Damiano non smette di bestemmiare e urlare parolacce. "Cos'hai combinato?" dico mezzo divertita dalla scena che sto vedendo. Dam: "Volevo preparare le crepes per Eva, ma mi è caduto il piatto con la farina per terra." "Dai ti aiuto a pulire." Stiamo pulendo quando ad un tratto finiamo per scontrarci, lui prova a baciarmi, ma io mi allontano. È da più di una settimana che non abbiamo avuto nessun tipo di contatto fisico se non uno o due abbracci. Lui ha provato più volte ad avvicinarsi, ma io non so perché mi allontano sempre. Lui se ne accorge e cerca di dire qualcosa, ma io per non aprire l'argomento dico: "Comunque oggi non vado dallo psicologo" Dam: "Ma infatti non ci vai" "Ah ok, perfetto." Dam: "È lui che viene qua." "CHE COSA?!" dico urlando. Dam: "Non urlare, sveglierai Eva, siccome immaginavo che sarebbe stato difficile portarti li, ho pensato che sarebbe stato più facile portare lui qui." "Damiano David sei la rovina della mia vita, mi chiuderò in camera" Dam: "Non puoi, ho preso la chiave prima di partire per Napoli, ricordi?" "Damiano hahahaha non è l'unica stanza in cui posso chiudermi." Dam: "E anche qui sbagli, ho tolto le chiavi a tutte le camere, non puoi nasconderti" "Beh posso sempre scappare" Dam: "Fai pure" mi dice indicando la porta. La apro per uscire, ma mi ritrovo il dottor. Molinari di fronte. Mol: "Buongiorno Victoria, da quanto tempo, mi stava aspettando?" Brutti bastardi mi hanno incastrato.

Vent'anni MäneskinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora