Capitolo 32

565 28 4
                                    

Pov's Damiano

Abbiamo passato la notte in ospedale, Vic bene o male è riuscita a dormire grazie ai farmaci che le hanno dato, io, invece, non ho chiuso occhio. Vic: "Hei, sei stato qui tutta la notte?" dice stropicciandosi gli occhi come fa anche Eva quando si sveglia. Sono identiche e questo non mi dispiace. "Si, sono stato qui." Vic: "Eva?" "Ho chiamato mia madre, sta bene." Abbiamo deciso di non dire nulla a nessuno anche perché in fondo nessuno sapeva della gravidanza. Quando saremo pronti forse ne parleremo anche con gli altri. "Hai fame?" le chiedo e lei scuote la testa. "Devi mangiare qualcosa, cosa vuoi? Un cornettino?" "Davvero non voglio nulla" e si gira da quell'altro lato dandomi le spalle. La osservo dal riflesso della finestra ha gli occhi aperti e ha lo sguardo fisso di fronte a lei. Esco e scendo al bar, prendo un caffè per me e uno yogurt a Victoria. Risalgo in camera e lei è rimasta nella stessa posizione. Le appoggio una mano sulla spalla e lei si spaventa. "Tranquilla, sono io...tieni almeno lo yogurt mangialo." Si tira su e comincia a mangiare, due cucchiai e lo posa. "Eh no. Non funziona così, lo devi mangiare tutto." Prendo lo yogurt e inizio ad imboccarla e piano piano riesce a mangiare tutto. "Tale madre tale figlia, ti devo imboccare come faccio con Eva." le dico sorridendo e finalmente spunta un sorriso anche sul suo volto. Le dò un bacio e le dico: "Ho parlato con il dottore, possiamo uscire." L'aiuto a cambiarsi e ci dirigiamo verso casa dei miei per riprendere Eva. Ho detto ai miei che Vic non si è sentita bene senza entrare nel particolare. Appena Eva entra in macchina: "Mammaaaaa" Vic: "Amore mio quanto mi sei mancata...aspetta che salgo dietro così ti abbraccio." Vic sale dietro e prende in braccio Eva che si accoccola sul petto della mamma e Vic le accarezza la testolina. Le guardo dallo specchio retrovisore e sono bellissime.  Arriviamo a casa, ma Vic non ha intenzione di scendere dalla macchina. Apro lo sportello e le chiedo: "Amore che c'è?" "Ho paura...ho paura di non farcela questa volta. Entrare in casa, significa lasciarci tutto alle spalle ed andare avanti e io non sono ancora pronta." Entro in macchina e mi siedo vicino a lei: "Vic, so che non sarà facile, perché non lo è neanche per me, ma dobbiamo provarci. Lo so, è successo tutto così in fretta nel giro di 24 ore, ieri mattina pensavamo ancora di avere il nostro bambino e stamattina invece lui non c'è più, abbiamo bisogno entrambi di più tempo per metabolizzare tutto questo. Non sei sola e io non sono solo, tu hai me ed Eva e io ho Eva e te." dico guardando Eva accoccolata in braccio a Vic che dorme. "Allora, so che non sei pronta, ma vogliamo provare a varcare la soglia di casa?" dico porgendole la mano. Vic: "Si, se ci sei tu con me allora si." Mi dà Eva in braccio e usciamo dalla macchina. Entriamo in casa e posiamo Eva nel suo nuovo lettino. Mia madre ha detto che non ha dormito tutta la notte perché ci cercava e adesso sta recuperando tutto il sonno perso. Vic: "Ti vuoi fare una doccia con me?" "Certo." Entriamo in doccia, sotto il getto dell'acqua calda inizio ad insaponare Vic che resta immobile senza muoversi. Ad un certo punto sento dei singhiozzi. "Non piangere, ti prego" la giro verso di me e la abbraccio. Le nostre lacrime si confondono con l'acqua che ci cade addosso. Rimaniamo così per un po' finché lei non si calma. Usciamo dalla doccia le metto l'accappatoio, la faccio sedere e le asciugo i capelli. Ci stendiamo sul letto abbracciati con il sottofondo della televisione che non guardiamo minimamente."Amore, vado a preparare il pranzo" Vic: "Puoi portarmi Eva qui?" "Certo." Le porto Eva in camera che nel frattempo si è svegliata. Scendo giù e preparo il pranzo. Chiamo le ragazze e le vedo scendere dalle scale Eva in braccio a Vic. "Ho preparato pasta col sugo, la tua preferita." Vic: "Grazie." È tutto molto silenzioso, non so neanche come poter interrompere il silenzio. Fortuna che ogni tanto c'è Eva che ci chiama. Eva: "Illino" e lo ripete più volte. Vic posa la forchetta nel piatto e dice a sua figlia: "Amore non c'è più nessun fratellino o sorellina...non abbiamo avuto neanche il tempo di scoprirlo." dice quest'ultima frase a bassa voce. Le prendo la mano: "Amore..." Vic: "No Damiano è così, forse è anche meglio che non l'abbiamo saputo, così non abbiamo comprato nulla e non abbiamo allestito la cameretta, sarebbe stato ancora più difficile." mi confessa tra in singhiozzi. "Vic, siamo giovani, abbiamo ancora tanto tempo davanti, potremmo tranquillamente riprovarci." "No Damiano, tu non hai capito, io non voglio riprovarci, non voglio più avere figli." "Vic, ma perché dici questo?" "Perché? E se dovesse risuccedere? Se non fossi in grado di portare avanti la gravidanza? La colpa è mia è tutta mia." "Vic non è assolutamente colpa tua, l'ha detto anche la dottoressa a volte capita senza un perché." Vic: "Ti ricordi che quando all'inizio ho scoperto di essere incinta di Eva, tu sei stato felice fin da subito, io, invece, ho avuto i miei dubbi. Grandi dubbi. Forse qualcuno lassù ha voluto punirmi." "Vic non dire così" dico tirandola verso di me e facendola sedere sulle mie gambe. "No Dam, sono una persona orribile" "Sei la persona più buona e genuina che conosca. E sei una madre fantastica, basta guardare Eva negli occhi quando ti guarda per capirlo. Non meriti tutto questo dolore, noi non lo meritiamo. Questa è la nostra sfida dobbiamo combatterla e superarla insieme va bene?" Lei mi guarda e mi bacia. Eva: "Mammaaa" "Ecco vedi chiama sempre te hahahah" Vic: "Vieni qui, amore della mamma." Vic si alza per prenderla e io mi avvicino a loro e le abbraccio "Vi amo" Vic: "Ti amiamo anche noi papà."

Vent'anni MäneskinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora