Capitolo 39

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Pov's Vic

Siamo tornati a casa ed Eva è tutta sporca di cioccolato. "Dai amore, facciamo il bagnetto e andiamo a nanna." Eva: "Noooo" "Come no? Dai Eva è tardi facciamo il bagnetto e poi andiamo a dormire." Eva: "Nooo" comincia a correre ed ad urlare per tutta la casa. Io le corro dietro finché Damiano non la blocca e la prende in braccio e le fa fare l'aeroplanino per calmarla. "Dai Eva vieni." Eva: "no." Faccio un respiro profondo per calmarmi e Dam: "Che caratterino l'avrà preso sicuramente dalla mamma, come la bellezza d'altronde." "Mi sembrava strano che ancora non avessi commentato o detto qualcosa." Dico prendendo Eva in braccio che finalmente si è calmata e ci dirigiamo tutti e tre verso il bagno. Riempio la vasca e incominciamo a lavare Eva. Dam: "Li ho visti." "Cosa?" chiedo confusa. Dam: "Gli sguardi, i sorrisini che vi siete scambiati per tutto il tempo." "Ma cosa stai dicendo Damiano, sei fuori di testa." Dico quest'ultima frase alludendo alla nostra canzone e ridendo per smorzare un po' la situazione. Dam: "Victoria per favore, non prendermi in giro, tu gli sorridevi, avevi uno sguardo che mai ti avevo visto prima." "Damiano sei serio?" "Si, <Eva è bellissima come la mamma> e tu <oh grazie> con occhi dolci e sorriso smagliante." "A parte che non ha detto così, ma io cosa dovevo fare? Silenzio stampa nei suoi confronti perché tu sei convinto che tra noi ci sia stato qualcosa?" Dam: "Io vi ho osservato Vic, gli sguardi e i sorrisini che vi scambiavate." "Ma cosa stai dicendo che durante la riunione ho evitato per tutto il tempo il suo sguardo." Dam: "Perché? Perché lo hai evitato? Ti metteva in imbarazzo, non riuscivi a sostenerlo? Perché Victoria,perché? Se non ci fosse stato nulla, non avresti avuto problemi nel guardarlo e ora mi stai dicendo che hai evitato il suo sguardo che per me è molto più grave e mi fa capire molte più cose." Eva inizia a piangere, abbiamo leggermente alzato il tono della nostra voce. Non gli rispondo. Non so neanche io il perché. In questo momento stiamo in silenzio e ci stiamo occupando della nostra bambina. La asciughiamo e le mettiamo il pigiamino. Vedo Damiano prendere le chiavi della macchina. "Dove vai?" gli chiedo e lui: "Non mi hai risposto e per me già questa è una risposta." "Damiano aspetta, parliamone non te ne andar..." Sbatte la porta e se ne va, sento il rumore della macchina farsi sempre più lontano. Se ne è andato perché io non gli ho risposto. Perché non gli ho risposto? L'unico motivo per cui non l'ho guardato è perché so che a lui non sono indifferente e volevo evitare proprio tutto questo, ma non ci sono riuscita lo stesso. Provo a chiamare Damiano ma non mi risponde. Vado in camera di Eva la prendo e la porto nel lettone con me. Provo a dormire ma non ci riesco. Penso solo a dove sia Damiano. Non mi tradirebbe mai ne sono sicura. E se, invece, pensasse che tra me e Lorenzo ci sia qualcosa mi tradirebbe? No assolutamente no. Che pensieri mi vengono in mente. Provo a richiamarlo, ma sta volta non squilla più ha il telefono spento. Questo mi mette ancora più agitazione, se gli fosse successo qualcosa e per questo non è raggiungibile? Che faccio mi vesto, prendo Eva e vado a cercarlo? A quest'ora della notte non potrei chiamare nessuno per farmi tenera Eva, li farei preoccupare. Comincio a piangere senza rendermene conto. Non so cosa fare. Penso che mi stia per venire un attacco di panico. Mi alzo lentamente dal letto per non svegliare Eva ed esco sul balcone. Faccio respiri profondi e piano piano mi calmo. Non per forza gli deve essere successo qualcosa, magari ha solo bisogno di stare un po' da solo e domani mattina tornerà.
Ho passato tutta la notte sveglia con la speranza che tornasse a casa, ma nulla. Sono le 7 e 30 di mattina, ma di lui nessuna traccia. Il telefono è ancora spento.  È la prima volta dopo anni che passiamo una notte separati e questo mi fa stare molto male e mi fa capire quanto sia importante lui per me. Che poi pensandoci, abbiamo litigato sul nulla, su degli sguardi che lui ha immaginato, o meglio degli sguardi che ha visto solo da parte di Lorenzo nei miei confronti e che io non ho assolutamente ricambiato. Odio litigare con lui. Non so dove sia e questa cosa mi sta uccidendo. Sono ormai le 8:00 provo a chiamare Jacopo. Jacopo: "Hei Vic dimmi, successo qualcosa?" "Ciao Jacopo, ti ho svegliato?" Jacopo: "No sto facendo colazione, dimmi." "Per caso Damiano è lì con voi?" Jacopo: "No Vic, è successo qualcosa fra voi due?" "Abbiamo litigato ieri sera e se ne andato e non è più tornato. Se vi chiama o si fa vivo me lo fai sapere? Sono solo preoccupata tutto qui, non verrò ad infastidirlo o altro, voglio sapere solo se sta bene." Jacopo: "Mi dispiace Vic, ma non so nulla, provo a chiamarlo e se ho notizie sarai la prima a saperlo, stai tranquilla." "Grazie." Chiamo Ethan e Thomas ma neanche loro sanno dove sia, ma fra poco mi raggiungono per non farmi stare sola. Menomale che ci sono loro. Sento citofonare, sono loro, li faccio salire e gli spiego cosa è successo e anche per loro è tutto così ridicolo. Thomas: "Avete davvero litigato per degli sguardi? Non ci credo, ma cosa ha per la testa Damiano in questo periodo." "In che senso?" Ethan: "Beh Vic è sempre molto nervoso, pensieroso, a volte si isola, ora è addirittura sparito." "Beh ma lui è sempre stato così, ogni tanto ha i suoi momenti no, ma non è mai arrivato a fare nulla del genere come <scappare>, secondo voi devo chiamare la polizia? Non so dove si trovi, se gli è successo qualcosa o altro." Inizio di nuovo a piangere. I ragazzi mi abbracciano. Thomas: "Non penso che la polizia possa fare molto, dobbiamo solamente aspettare." Sento piangere dal piano di sopra. "Ragazzi scusatemi un attimo, Eva si è svegliata." Vado a prenderla e la prima cosa che dice è "Papà" la porto giù nota Ethan e Thomas li saluta, ma poi di nuovo "Papà" "Amore Papà non c'è, è uscito presto, torna fra poco, vuoi fare colazione nel frattempo." Eva: "Con papà" "Eva papà ora non c'è puoi fare colazione con Thomas ed Ethan." Eva: "E con papà" "Papà non c'è, Eva." Non posso arrabbiarmi con lei, non c'entra nulla in tutto ciò e in fondo cerca il suo papà come tutti i bimbi. È la prima volta che si sveglia senza di lui. Eva: "Papà no qui" mi chiede gesticolando con il suo ditino. "No amore ti ho già detto di no." dico dandole un bacio sul nasino. Eva: "Papà..." E con il ditino mi indica fuori. "Si è uscito." Mi guarda negli occhi e dopo un po' si mette a piangere. Dove sei Damiano, non stai facendo soffrire solo me. Eva non se lo merita.

Vent'anni MäneskinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora