10.

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≪Dobbiamo abituarci all'idea che ai più importanti bivi della nostra vita, non c'è segnaletica.≫
— Ernest Hemingway

Blake

La mia mente è sempre stata oscura.
Un luogo di interminabili intrecci, segreti, una lacuna che non è mai stata riempita.
La mia mente è sempre stata una stanza tremendamente fredda e vuota.
E in quella stessa stanza, sono stato costretto a crescere e a diventare la persona che sono oggi.

≪Tesoro, ricordati di aspettare Cindy!≫ mia madre mi risveglia dai pensieri con voce squillante nonostante siano solamente le sette del mattino.

≪Me l'avrai detto mille volte.≫ sbotto roteando gli occhi verso il cielo.
Ogni tanto è veramente una grandissima rompicoglioni!

≪Lo so, e te lo ripeterò altre mille. Perché non è ancora scesa?≫ mi domanda e io alzo le spalle.

≪Non sapevo di essere diventato il suo babysitter.≫ controbatto sarcasticamente e lei sospira scuotendo la testa. Ormai si è abituata ai miei modi e non ci fa più troppo caso.

La guardo mentre prepara ordinatamente i pranzi per i gemelli che poco dopo vengono accompagnati da mio padre a scuola.

Sento una fitta nel petto quando mi accorgo delle attenzioni che dedica a tutti i suoi figli, tranne che a me. E la fitta si divaga quando mi ricordo di ciò che mi ha costretto a subire in passato per proteggere il nome della famiglia.

Scaccio i brutti pensieri velocemente guardando l'orologio sul polso.
Ma quando ha intenzione di scendere questa ragazza? Non che mi importi molto di arrivare presto al College, ma non posso aspettarla fino a domani!

≪Puoi salire su a controllare che stia per scendere? Sennò rischiate di arrivare in ritardo.≫ mi propone mia mamma lavandosi le mani e io sbuffo.

≪Che palle.≫ esclamo dirigendomi su controvoglia.

Busso sulla sua porta ripetute volte ma niente.
≪Senti, ragazzina, non posso mica farti da autista personale!≫ urlo scuotendo la testa e lei apre la porta.

Indossa dei jeans neri che fasciano perfettamente le sue gambe lunghe e una maglietta verde acqua a maniche corte, con una leggera scollatura sulla quale forse mi soffermo qualche secondo di troppo.

≪Alla buon'ora.≫ sbotto e lei alza le mani in aria.

≪Perché tutta questa fretta? Abbiamo ancora del tempo.≫ rimbecca lei senza fiato, come se avesse corso per aprirmi la porta.

Inarco un sopracciglio.
≪Ti sto aspettando da mezz'ora.≫ replico mentre lei torna dentro e finisce di truccarsi.

Si dirige in bagno lasciandomi davanti alla porta, perciò decido di entrare chiudendola alle spalle.

≪Solo altri cinque minuti e ci sono - perché ti sei chiuso in stanza con me?≫ domanda lei corrugando le sopracciglia, con espressione confusa.

≪Cos'è? È la tua prima volta chiusa con un ragazzo in stanza - da sola?≫ la sbeffeggio io e lei mi fissa con uno sguardo astioso, sgranando gli occhi.

≪No.≫

Resto in silenzio chiedendomi se sia seria oppure se l'abbia detto solamente per coprirsi le spalle. Mi sembra troppo innocente per aver già fatto esperienze, ma potrebbe essere tutta una farsa.

≪Tic, tac. Cinque minuti sono passati.≫ annuncio nonostante probabilmente ne sia passato a malapena uno, giusto per darle fastidio.

Bruciarsi AncoraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora