29° Capitolo: Perché?

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Roxanne W.

Roxanne scivolò lungo i corridoi del treno come un ombra, non sforzandosi di passare inosservato.
Non ne aveva bisogno. Cuore e faccia non tradivano alcuna emozione, e niente (esteriormente e internamente), avrebbe potuto suggerite il contenuto della lettera.

A Dominique aveva mentito. Non era di certo una lettera di sua madre che stringeva nel pugno, ferendosi con gli spuntoni di carta che le si ficcavano nel palmo. E di certo non stava andando al bagno.

Era una copertura sicura, di quelle che sarebbero state infallibili. Nessuno avrebbe mai pensato di chiedere a Angelina Wealsey se davvero avesse scritto una lettera a Roxanne e, anche se così fosse stato, di certo Angelina avrebbe risposto di sì. Lei scriveva lettere ai figli; non li abbandonava mica a se stessi in un viaggio in treno! In più Roxanne avrebbe potuto dire che si trattava di una lettera vecchia a cui voleva rispondere al più presto, ma della quale si era dimenticata.

Ecco, questa era una mezza verità. Non totale, perché il soggetto non era Angelina Wealsey, ma era quanto più si avvicinasse a una confessione veritiera.

Ma per ora quello che le importava era la sua copertura, e se avesse funzionato; aveva pensato di sì, e ne diventava più sicura a ogni passo.

Almeno su quello aveva una certezza, visto che non comprendeva cosa le stesse succedendo. Qualcosa, dentro di lei, era mutato irrimediabilmente. E Roxanne aveva paura a capire cosa.

Scosse la testa. Pensa alla copertura.

Sì, giusto. Questo le dava sicurezza. La faceva sentire tranquilla.
Evidentemente,a certezza di aver ingannato tutta la sua famiglia la faceva sentire orgogliosa, se era quello che provava. Per un attimo si chiese se le sarebbero venuti i sensi di colpa, ma pensò che non era capace di provarne.

L'unica cosa che la lasciava vagamente incerta era non sapere se Dom ci avesse creduto o meno. Nella famiglia Dominique era famosa per riuscire a cogliere qualsiasi segni di irrequetezza, a capire cosa non andasse con la normale routine. Aveva un occhio di falco, per quanto possa sembrare assurdo.

Ma era anche vero che Roxanne era Cuore di Ghiaccio. Lei non provava la minima emozione. Per niente. Nada. Zero. Apatia totale.
Lei era una landa arida, dove nessun vento di emozione portava buone notizie. Roxanne le accoglieva tranquillamente, senza emozionarsi, senza provare nulla.

E se non si prova emozione, é difficile tradite qualcosa sul proprio volto. Dominique poteva anche essere un ottima osservatrice, ma come poteva vedere ciò che non c'era?

Roxanne svoltò bruscamente dentro uno scompartimento vuoto. Si chiuse la porta scorrevole alle spalle, poggiandovisi sopra. All'inizio sentii qualcosa di gelato contro la schiena e rabbrividì. 

Si voltò e abbassò la tenda sul finestrino della porta, quello che dava sul corridoio.

Davanti a lei c'era la finestra dello scompartimento, quella che dava sul fuori. Ora avevano iniziato a srotolare davanti a loro le campagne inglesi, i pascoli. Si apriva su un cielo azzurro che si andava via via scurendo, a passo con le lancette dell'orologio che ticchettavano.

Roxanne osservò per qualche secondo quella visione, rapita. Non provare emozione non voleva necessariamente dire non apprezzare la bellezza della natura.

Frozen Heart (Nuova Generazione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora