23° Capitolo: Fratelli gemelli

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Alice L.

Seduta sul davanzale della finestra, Alice reggeva in mano il suo blocco da disegno. Disegnare era letteralmente l'unica cosa che la rendesse vagamente particolare; aveva una bravura che superava quella di tutte le persone che conosceva, e anche diversi colleghi di suo padre le avevano fatto dei complimenti.

Insomma, lei disegnava molto bene. Faceva dei ritratti fuori dal comune, che pochi altri riuscivano e eguagliare; questo la rendeva vagamente speciale, particolare, rara. Il suo talento non si vedeva tutti i giorni. La caratterizzava, un po'. La faceva diventare un po' meno comune e ordinaria.

Beh, anche se il suo non era un vero e proprio talento. Non era nata sapendo disegnare; ma, andiamo, chi lo faceva? Chi aveva il talento di trasportare oggetti reali su carta, rendere le loro dimensioni 3D con quella nitidezza senza essere mai andato a una lezione di disegno? Senza mai che nessuno avesse insegnato loro i trucchi del mestiere? Come si poteva chiamare talento se poi non veniva coltivato?

No, si dovevano per forza perdere delle lezioni. Nessuno nasceva con la capacità di fare quelle venature del tramonto tanto realistiche senza che ci fosse stato un insegnante che gli  avesse detto come si facevano.

Alice aveva sempre avuto la passione del disegno; fin da quando era bambina. Stava ore davanti a dei pastelli colorati per capire quale rendesse meglio ciò che aveva in testa. Aveva sempre un foglio a portata di mano, e lo usava più spesso di qualunque altra bambina di cinque anni.

Suo padre, notandola, aveva deciso di portare a fare un corso di disegno per bambini. Lì Alice aveva coltivato la propria passione, e l'aveva maturata fino al punto di riuscire a capire che colori usare solo lasciandosi guidare dal proprio istinto.

E adesso era diventata bravissima. Una delle più brave studentesse di Hogwarts che sapevano disegnare - alla fine non serviva a granché per un mago, ma chi se ne importava? Avrebbe comunque potuto trovare un lavoro presso i ritratti di personaggi defunti. O magari sfondare nel mondo babbano; tanti maghi lo avevano fatto.

Rimaneva comunque il fatto che questo suo talento la rendeva, in qualche modo, diversa, particolare...la separava dalla accozzaglia informe di tutte le persone comuni. Quelle che non avevano nulla a per distinguersi le una dalle altre.

Lei era bravissima a disegnare; una delle migliori.

Era l'unica nel suo gruppo di amici a sapere disegnare.
Questo la faceva sentire particolare. Era comunque un modo per distinguersi da tutte quelle persone simili le une alle altre.
Giusto?

Alice sospirò. Si strinse il blocco da disegno sul ventre non-piatto, e fissò fuori dalla finestra della Tana, una cornice naturale per l'alba che si stava avvicinando. La radice dei suoi capelli scuri era già tinta di oro; mentre la superficie iniziale del sole sbucava in una curva rossa e brillante come un animale curioso. Era la prima a essersi svegliata, Alice non aveva bisogno di sentire il silenzio attorno a lei per capirlo. Il resto della famiglia Weasley era ancora immerso in un sonno profondo, una tranquillità imperturbabile, che lei non avrebbe di certo infranto.

Alice si concentrò su ciò che vedeva fuori dalla finestra. Il cielo era tinto in striature d'oro, colore miele, governato come le luci dal palcoscenico dal primo chiarore dell'alba. Chiuse gli occhi. Lasciò per un secondo che i tiepido raggi del sole le accarezzassero il volto, seguissero le curve delle sue guance non-poi-cosí-magre e cercò di imprimerselo nella mente. Quando li riaprì, il sole era a metà del suo cammino, una mezza palla infuocata che bucava il cielo azzurro.

Frozen Heart (Nuova Generazione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora