𝑵𝒐𝒏 𝒆𝒔𝒊𝒔𝒕𝒆 𝒏𝒆𝒔𝒔𝒖𝒏𝒂 𝑳𝒆𝒈𝒈𝒆𝒏𝒅𝒂

Capitolo 14

Vi consiglio di accompagnare la lettura ad un po' di musica a tema nella playlist "Non esiste nessuna leggenda - soundtrack" su Spotify.
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Cercate il nome blacklake_ (Sun❂)

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I piedi del principe si muovevano con autonomia e sfioravano con calma una superfice liscia e fresca. Irvine percepiva una leggera brezza accarezzargli il corpo e qualcosa di morbido e confortevole che gli sfiorava il viso. Una fievole luce inondava gli occhi chiusi del ragazzo che, sentendosi a proprio agio in quello spazio sconosciuto, decise di aprirli. 

Qualcosa dinanzi a lui gli annebbiava la vista, impedendogli di osservare l’ambiente che lo circondava.  
Il fanciullo provò a muovere le braccia, cercando di spazzare via quella sottile nebbia che gli bloccava la vista, ma nulla si mosse: non riuscì a muovere un singolo dito degli arti superiori e, seppur concentrando le proprie forze, nulla si spostò a suo comando. 

Il fanciullo decise allora di abbassare il proprio sguardo, cercando di osservare i piedi che, sentiva bene, si muovevano da soli: due sottili piedi nudi passeggiavano con grazia su una limpida superficie d’acqua che non mostrava il riflesso della figura sconosciuta. Irvine capì ben presto di trovarsi in un sogno, il medesimo sogno che lo portava spesso a vivere nel corpo di una creatura differente da lui e che poteva muovere il proprio corpo liberamente, senza l’influsso del ragazzo. L’unico potere che aveva sulla sconosciuta figura era il solo movimento degli occhi. 

Irvine osservò con tranquillità la figura che superava quella intensa nebbia e che, passo dopo passo, faceva ondeggiare con ordine la superfice di quello che potava essere un immenso mare. Guardando con attenzione, il principe si accorse che oltre la superficie di quell’acqua senza riflesso si vedeva un oscuro mondo illuminato da milioni di piccole luci che, quasi danzando, si riunivano in un unico punto, creando un'immensa luce che riusciva ad illuminare anche il mondo oltre l’acqua. Quelle luci sembravano infinite stelle che seguivano quasi uno schema preciso, come se qualcuno gli avesse parlato e ordinato di danzare in quel modo così aggraziato. 

La figura sconosciuta continuò a camminare a lungo, emettendo luce celeste propria, e si fermò quando, dinanzi a lei, vide un piccolo rivolo d’acqua cadere su quell’immenso cielo che brillava di quelle luci estranee. La creatura celeste si sedette, accarezzando con la mano quella piccola cascata al suo fianco e, portando il capo in avanti, osservò quasi con malinconia quel mondo poco distante e oscuro che divorava con languore quell’acqua così pure e chiara.  

Lunghi capelli brillavano poggiati al corpo della creatura che, intanto, muoveva i piedi con tranquillità, continuando ad osservare quel mondo che sembrava sgretolarsi. 
La creatura mosse le proprie mani e le posiziono proprio sopra agli occhi del ragazzo, impendendoli ancora una volta di vedere l’abbiente attorno a sé. 
Il fanciullo non capì il perché di quell’azione.  

Forse la strana creatura aveva percepito la presenza del giovane nel suo corpo? Aveva capito che Irvine stava osservando tutto ciò che stava facendo in quel mondo a lui sconosciuto? 

<< Ti ricordi di questo posto? >> Una voce giovane e delicata riecheggiò nella mente del principe, scuotendogli il capo come se qualcuno gli avesse dato una forte botta alla testa. 

<< Mi riconosci? >>  
Anche se l’udire di quella voce provocava nel ragazzo un forte mal di testa, sentiva il bisogno di ascoltarla, come se quel semplice e sconosciuto suono gli donasse sicurezza e calma nel proprio cuore, agitato dagli avvenimenti passati. 

La figura ridacchiò con dolcezza e allontanò le mani dagli occhi. 

<< Sono felice di percepire, se pur per poco, la tua presenza. Mi piacerebbe incontrarti. Sai, devo raccontarti un sacco di cose e, immagino, tu ne dovrai narrare altrettanto anche a me. >>