Capitolo 31

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Vi consiglio di accompagnare la lettura ad un po' di musica a tema nella playlist "Non esiste nessuna leggenda - soundtrack" su Spotify.

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Cercate il nome blacklake_ (Sun❂)

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Una modesta fiamma divampò d'eccitazione, felice di essere appena nata, sprizzando sottili scintille giallastre da ogni parte, riscaldando l'aria attorno a sé e illuminando la parete vicina con la sua fioca presenza. La luce mostrò una leggera sostanza colare con tranquillità sul muro di pietra, il quale, con le proprie imperfezioni e conche, faceva danzare quel liquido da una parte e l'altra, come una lacrima che segue le forme di un viso umano. Quella copriva la scura pietra con il suo colore di un giallo quasi dorato, il quale riempiva le piccole fessure quasi decorandole, brillando al chiarore della sottile fiamma e mostrandosi con vanto a quei minuscoli occhi spettrali che parevano aleggiare su quei corpi di porcellana assenti di alcuna anima o vera volontà propria.

Che tutte quelle creature fossero solo una parte di un qualcosa di più grande? Che fossero quelli solo uno strumento che utilizzasse il mondo stesso per mostrare quella poca vitalità le è ancora rimasta?

Questi si muovevano solo all'ordine di qualche filo invisibile legato alle proprie estremità, come fossero solo insulse marionette al cospetto del proprio burattinaio, il quale gli ordinava di canticchiare, svolazzare o gioire a proprio desiderio, per un proprio tornaconto, senza ragione alcuna. Era forse solo per soddisfare un desiderio che in vita non era riuscito ad avere? Che fossero quelli i rimasugli di un passato malinconico, senza alcun significato per quel mondo che continuava a nascondere la propria storia nelle spesse e scure viscere di pietra? Ma quale passato, quale vita aveva portato il pianeta a divenire ciò che oggi si mostrava agli occhi delle proprie bambole?

Lacrime sgorgavano senza fine dal suo cuore, colando pesantemente a terra come sangue che fuoriesce da una profonda ferita e diramandosi in più parti, creando estesi fiumi. Questi si contorcevano in strane forme, come tentando di stringere a sé il dolore che per chissà quanti anni stavano tenendo dentro di loro, nelle proprie interiora. Quella sofferenza strisciava insidiosa nelle insenature, nei fori e in ogni dove, diffondendo quel sentimento in tutto il corpo del mondo, facendolo tremare per il continuo ed insistente tormento.

Chissà da quanto tempo il mondo desiderava di emettere il suo ultimo respiro?

La fiamma si spense dopo poco, esalando dalla propria presenza un affusolato fumo grigiastro, la quale si disperse tutt'intorno, attorcigliandosi con tristezza attorno alle fini dita della creatura, in cerca di un ultimo conforto.

Quando il fuoco cessò, uno stridio acuto si propagò nella grande sala di roccia, riecheggiando in tutto l'ambiente con rabbia, quasi facendo tremare l'aria tutt'attorno e la modesta creatura, la quale ancora percepiva il lieve fumo accarezzargli le dita, strappo con agitazione qualche piuma dalle proprie ali e, stringendole ai palmi, ne creò una nuova fiamma. Questa era più vivida della precedente e mostrava il disegno che il coetaneo al suo fianco si era tanto impegnato a segnare all'alta parete di roccia: una spirale, composta da due cerchi uno esterno e uno più piccolo interno, era spezzata a metà da una linea continua, la quale partiva dal centro e colava verso il basso, come una sottile lacrima, e altre piccole estremità si diramavano in basso di quel disegno, come raggi di un minuscole sole.

Il piccolo artista, dopo aver completato il lavoro, si strofinò istintivamente la mano sporca di quel liquido dorato sul becco dal legno scuro, colorandola di quella stessa tinta, ed egli cinguettò soddisfatto, felice di aver finito la propria opera.

𝑵𝒐𝒏 𝒆𝒔𝒊𝒔𝒕𝒆 𝒏𝒆𝒔𝒔𝒖𝒏𝒂 𝑳𝒆𝒈𝒈𝒆𝒏𝒅𝒂Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora