Capitolo 16

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Vi consiglio di accompagnare la lettura ad un po' di musica a tema nella playlist "Non esiste nessuna leggenda - soundtrack" su Spotify.

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Cercate il nome blacklake_ (Sun❂)

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Gocce di pioggia cadevano a terra producendo un noioso ticchettio insistente, facendo risuonare i deboli tetti delle povere case e creando piccole pozze nelle cunette sparse per la polverosa strada. Le nuvole si erano create con grande velocità nel cielo, come se quel disteso oceano scuro ascoltasse le emozioni del fanciullo, confuso ancora per ciò che era accaduto ai due. Quelle soffici nubi danzavano vorticosamente nel cielo, mosse da un leggero sospiro fresco nell’aria. 

Le leggere gocce toccavano il capo dei due ragazzi che camminavano in silenzio sotto al peso di quella strana angoscia che loro stessi avevano fatto nascere attorno a loro.

Atys alzava il proprio volto al cielo e ringraziava la pioggia che gli rinfrescava con amore la mente. Essa era piena di pensieri che si contorcevano violentemente e percepiva con dolore un nodo alla gola che non riusciva a fermare.
Il fanciullo si fermò e avvicinò le mani alla sciarpa che gli stringeva il capo, in modo tale che una follata di vento non riuscisse a mostrare ad altri le sue orecchie umane.

Serapion continuò ad avanzare con lo sguardo puntato a terra, non accorgendosi che il compagno era rimasto un poco indietro.

<< Abbiamo fatto la scelta sbagliata, non è vero? >>

La domanda rimbombò nel cuore del giovane mezzelfo e si fermò, continuando ad osservare a terra.

<< Forse potevamo aiutarla. Potevamo- >>

<< Non potevamo fare nulla per lei, Atys. >> La voce della mezza razza vacillò leggermente e, dopo un sospiro, si girò verso il compagno rimasto a pochi metri di distanza.

<< L’hai sentito anche tu: c’erano delle guardie con lei, più di due almeno. Quegli uomini erano armati e sicuramente non erano incapaci come la guardia che abbiamo miracolosamente sconfitto. Sono esseri umani allenati nella battaglia e pronti ad uccidere anche quando non è necessario. >>

<< Uccidere anche quando non è necessario... Secondo te quella elfa è- >>

<< Non lo so. >> Lo fermò immeditatamente Serapion, non volendo sentire le parole del ragazzo.

Atys abbassò lo sguardo e osservò l’alta figura del mezzelfo: i ciuffi dei suoi capelli rossicci erano completamente bagnati e la corta coda cadeva pesante sulle proprie spalle. I vestiti scuri gli stringevano sempre di più il corpo e la fascia che si legava al petto con delicatezza era posata alle spalle con disordine. L’arma che prima Serapion faceva ondeggiare con energia era ormai utilizzata come bastone su cui il ragazzo si appoggiava.

Il mezzelfo fece qualche passo in avanti e si posizionò dinanzi al compagno.

<< Atys, tu hai mai aiutato qualcuno? Qualcuno come noi. >>

Il fanciullo puntò gli occhi al viso deciso e delicato del compagno e, scrutando i suoi occhi verdastri, rispose.

<< Sì, l’ho fatto. Tu invece? >> 

Serapion trasalì, sorpreso dalla domanda del giovane.

<< Io... sì. Anch’io ho aiutato qualcuno, o almeno ci ho provato. >>

Il mezzelfo si avvicinò la mano al petto e strinse un qualcosa che si trovava sotto le proprie vesti.

<< Non ho fatto in tempo. >>

𝑵𝒐𝒏 𝒆𝒔𝒊𝒔𝒕𝒆 𝒏𝒆𝒔𝒔𝒖𝒏𝒂 𝑳𝒆𝒈𝒈𝒆𝒏𝒅𝒂Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora