Capitolo 26

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Cercate il nome blacklake_ (Sun❂)

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Un rumore assordante vibrò nell'aria, spezzando quasi con rabbia quel silenzio che gli avventuri si erano ormai abituati a percepire e che ora, ascoltando quel frastuono, gli faceva tappare le orecchie le quali fischiavano dolenti. Pian piano che avanzavano, spinti dalla corrente del fiume e trasportati dalla nave improvvisata che avevano creato, barcollavano pericolosamente da una parte all'altra, costringendosi poi a tenersi ben saldi al masso e non rischiare di cadere in quella melma. Il liquido della gigantesca ferita sembrava ballare e faceva risalire ancor di più quelle bolle d'aria, le quali prendevano forme irregolari a causa dell'improvviso movimento.

Ai lati del fiumiciattolo, non si estendevano più le solite e monotone foreste di stalagmiti che, con la loro altezza, colpite dalle fastidiose pietre volanti, ma venivano ora sostituite con strane estremità che parevano far parte di un qualcosa di ancora più gigantesco. Queste erano rinsecchite e, su di esse, sottili venature si ramificavano creando piegature e strani disegni sulla loro superficie. Non sembrava pietra ma, pensava il fanciullo, potesse essere una sottospecie di legno dello stesso colore grigiastro che ormai si riflettevano in tutto il pianeta. Le sottili strisce, dapprima poco numerose sul terreno, ora divenivano sempre più presenti, andando quasi a coprire parte della superficie terrestre e creando una vera e propria barriera attorno a loro, impossibilitandoli ad osservare oltre le loro figure.

Un'ombra gigantesca inghiottì con furia i corpi dei viaggiatori, oscurando nel suo sottile corpo di tenebra quella poca luce che rischiarava la via ai giovani. I fiori di cristallo, che erano da poco nati sull'imbarcazione di pietra, si richiusero come per addormentarsi e si ritirarono dentro il masso. Per quanto gli amici della fiamma non si sentivano a proprio agio nella situazione che si stava rapidamente creando attorno a loro, Thao sembrava tranquillo e rimaneva immobile alla "prua" dell'imbarcazione, facendo unicamente muovere le sue sottili lingue di fuoco come faceva al solito.

L'ombra che si proiettava su di loro si creava ai piedi di una colossale struttura che si ergeva maestosa e, allo stesso tempo, spaventosa dinanzi agli occhi dei due: una colonna, simile a quella da cui erano sbucati fuori scoprendo un mondo a loro totalmente sconosciuto, faceva diramare le proprie radici a terra, creando quelle sottospecie di mura che ora riempivano l'intero terreno, alle sponde del fiume. Queste erano spezzate e senza vita, proprio come quell'immenso albero che, tagliata alla cima come se qualcuno o qualcosa avesse reciso con precisione una parte, faceva fuoriuscire la sua linfa creando una gigantesca cascata. Ella era dunque la causa del rumore e del muovere agitato dell'acqua del fiume.

<< Thao, è questo il posto? >> Chiese a gran voce il fanciullo dai capelli corvini, tentando di superare lo scroscio della cascata e tendendosi miracolosamente in equilibro sulla barca che ondeggiava sempre di più.

La fiammella, anch'essa in difficoltà a rimanere in equilibrio, si mosse velocemente in su e in giù per confermare le parole del ragazzo.

<< Non avevo dubbi che fosse proprio questo il posto. >> Evidenziò nervosamente il mezzelfo, tendendosi stretto ai margini della barca.

<< Ma mi spiegate come facciamo ad entrare se nella nostra direzione c'è solamente un enorme cascata? >>

Atys assottigliò il suo sguardo, tentando di guardare con più precisione verso la loro direzione. A poca distanza, la cascata, che cadeva da centinaia di metri da una parte dell'albero spezzato, copriva quasi l'intero corpo del pilastro, senza che il ragazzo riuscisse a vederne oltre. Non si notavano spaccature o probabili aperture ed inoltre la possibilità di retrocedere era vana: la corrente attraeva loro verso il pilastro e, ai loro lati, le radici spezzate avevano creato una barriera, intrappolandoli alla loro sorte.
Sembrava non esserci alcun modo per scappare da quella scomoda situazione, ma Thao pareva consapevole di quello che stava accadendo, facendo guizzare di eccitazione le sue pendici ogni qual volta che questi avanzavano di qualche metro.

𝑵𝒐𝒏 𝒆𝒔𝒊𝒔𝒕𝒆 𝒏𝒆𝒔𝒔𝒖𝒏𝒂 𝑳𝒆𝒈𝒈𝒆𝒏𝒅𝒂Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora