Capitolo 25

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Cercate il nome blacklake_ (Sun❂)

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Un sottile fumo si elevava fra le gonfie lingue della fiamma, la quale, felice del nome di cui il giovane amico gli aveva fatto dono, agitava con energia e faceva nascere quella lieve emissione celeste al di sopra del suo corpo, emettendo un odore simile a quello del carbone. Quel fievole fumo riempiva le narici di Atys che, osservando la creaturina ormai poggiata sulla propria spalla bendata, continuava a far sentire inoltre la sua vocina stridula che gridava con eccitazione.

Quel nome, quella singola parola era nata spontaneamente fra le labbra del giovane, come quasi sapesse da tempo quale fosse il modo corretto per riferirsi al estraneo essere di fuoco. Eppure quel nome era stato spontaneo e non portava di per sé nessun significato specifico: una semplice parola pronunciata con ingenuità dall'essere umano, come fanno i fanciulli quando danno un nome al proprio animaletto domestico.

Atys sorrise al solo pensiero.

Un animale domestico, proprio come aveva sottolineato con noiosa ironia il mezzelfo al suo fianco, il quale aveva indicato la fiamma come un cagnolino, capace di condurre un paio di sprovveduti al portale, all'uscita di quel pianeta morente. Ma Thao non era né un animale da compagnia né tanto meno un qualcosa simile ad un canide, era parte dell'essenza di quel mondo il quale li stava conducendo via da quel luongo che tanto ricordava un cimitero di sbiaditi ricordi dimenticati.
Quella fiamma danzava con entusiasmo sulla spalla del giovane. Egli si sentiva finalmente utile ai due viaggiatori e sembrava quasi contento di aver trovato compagnia dopo quel lungo coma all'interno dello smisurato fiume etereo, che faceva ribollire gli ultimi rimasugli di vita.

Guardandolo, il ragazzo non riusciva a domandarsi altro se quella creatura dal temperamento di un bambino sarebbe rimasta con loro: quello era il suo mondo, la sua casa e il suo vero essere, ma tutto stava pian piano morendo sotto il suo delicato corpo di fuoco.

<< È uno dei pochi sopravvissuti in questo mondo, l'unica parte di me che può vivere ancora per qualche tempo. >>

Le parole malinconiche della voce maschile risuonarono nel cuore del ragazzo, facendolo battere con ancor più forza, rendendosi conto della segnata sorte della fiamma. Thao sarebbe dunque morto assieme a quel mondo, bruciando per un'ultima volta fra i tristi massi volanti e quei fiori che parevano ornamenti di fredde lastre tombali, schiacciati da quell'aria ferma.

Quanto tempo ancora rimaneva alla giovane fiamma?
Sarebbe stato disposto ad abbandonare la sua casa per seguire i due giovani avventurieri? O avrebbe scelto di restare, aspettando la fine dei suoi giorni?

La polvere volteggiava sul sottile strato di nebbia, entrando nelle bocche dei due e mescolandosi alla poca saliva che ancora bagnava le loro labbra secche. Queste non si muovevano, faticando al solo pensiero di aprirsi per emettere qualche suono: forse una parola, un lamento che avrebbe scosso i pensieri ancora confusi di quelle continue domande senza risposta. Riecheggiavano nelle proprie menti, palpitavano nei cuori agitati e alcune di queste riuscivano a fuoriuscire, muovendosi fra il fumo di eccitazione emesso dalla fiamma.

<< È molto caldo. >>

Atys, sentendo le parole del mezzelfo al suo fianco, decise di girare il proprio capo e capire al meglio il senso di quella inaspettata frase. Vide Serapion osservare con sguardo quasi severo quella pietra rossiccia che, armai assente di catenella, mostrava ancora la sua intatta e semplice bellezza. I filamenti di ferro che lo decoravano parvero opachi a causa del calore che quella stava creando dal suo corpo infuso di magia: quel tepore apparteneva a Igrid che, ormai morta, faceva percepire la sua presenza con quella lieve fiamma di speranza che riscaldava le mani sporche di Serapion.

𝑵𝒐𝒏 𝒆𝒔𝒊𝒔𝒕𝒆 𝒏𝒆𝒔𝒔𝒖𝒏𝒂 𝑳𝒆𝒈𝒈𝒆𝒏𝒅𝒂Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora