Vi consiglio di accompagnare la lettura ad un po' di musica a tema nella playlist "Non esiste nessuna leggenda - soundtrack" su Spotify.
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E se siete curiosi di dare un volto ad ogni personaggio o vedere i vari luoghi della storia, vi consiglio di dare un'occhiata alla mia raccolta Pinterest!
Cercate il nome blacklake_ (Sun❂)°.*☆•.°
Il mezzelfo osservò per qualche secondo il ragazzo di fronte a lui, confuso dalla sua incomprensibile eccitazione nell'osservare il riflesso dello specchio e rivelargli il petto solcato dalle tre profonde ferite, tagli che gli sarebbero rimasti marchiati sulla nuda pelle per molto tempo, se non per tutta la vita.
Che fossero proprio quei squarci a renderlo contento? Che fosse il piacevole ricordo di esser riuscito a sopravvivere a quella sventura, dinanzi al mostro ammaliato dalle proprie viscere, ad appagarlo?
Per Serapion ciò non aveva alcun senso.
Il suo cuore, d'altronde, era colmo d'angoscia e permeava in lui la costante vergogna di non esser riuscito a far di più se non fuggire e sentiva ancora l'enorme ombra della creatura incombere su di lui come fosse pronto a divorarlo.
Egli percepiva la propria mente carica di quell'infido sentimento e si chiedeva come Atys non stesse percependo le medesime emozioni, pareva invece che stesse avvertendo quelle opposte.<< Il tuo petto? >> Domandò allora lui, provando a ricevere una risposta.
Il giovane non parlò, continuando a sfiorarsi quella parte con delicatezza, come lo si fa con una veste pregiata per percepirne il tessuto e le sue fibre. Poi si mise di profilo, poggiò le mani sul torace come per coprirlo per poi far cadere gli arti ai fianchi, studiando con felice spensieratezza ogni particolare.
<< Il mio petto, sì. >>
E fu quando i palmi scivolarono ai lati dell'umano che egli finalmente capì ciò che il compagno stava tentando di fargli notare fino a quel momento.
Sino a quell'istante, l'allegria che stava mostrando il ragazzo dinanzi al riflesso del proprio corpo era incomprensibile agli occhi del mezzelfo, temendo persino che egli avesse perduto il senno dopo quanto accaduto. Era così chiaro invece, talmente palese che Serapion si sentì uno sciocco a non esserci arrivato prima, da solo.
Il ragazzo aveva perduto parte del suo corpo, un brandello di ciò che componeva la sua figura passata, di quella principessa che era da sempre rimasta fra le alte mura di un ricco castello, protetta dal proprio regno e amata dai propri sudditi.
L'immagine di quella giovane fanciulla non si sarebbe mai più mostrata, o almeno in parte, né agli occhi del compagno né alla vista di altri.
Serapion comprese che era proprio questo a rendere felice Atys.
Ma poi un pensiero balenò d'improvviso nei ricordi del mezzelfo, come avesse appena ricevuto uno schiaffo sul viso, che gli portò alla mente un momento del passato a cui non aveva mai dato realmente peso.
Si ricordò di quando i suoi palmi toccarono il petto del giovane quando egli gli stava dormendo al fianco, attorno a quel falò di rami secchi presi da terra e circondati dalle alte fronde del Déndra, la foresta limitrofa al regno.
Fu in quel preciso istante che lui stesso comprese che la persona vicina gli stesse mentendo, nascondendogli la sua vera identità, mascherandosi come uno della medesima razza in fuga dall'oppressione degli stessi umani.
Con quel gesto, aveva dato conferma del proprio dubbio ed egli riusciva ancora a percepire sulle proprie mani il calore del petto dell'umano e il battito del suo cuore il quale, per quanto stesse accadendo, era rimasto inspiegabilmente calmo come se nulla fosse successo.

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𝑵𝒐𝒏 𝒆𝒔𝒊𝒔𝒕𝒆 𝒏𝒆𝒔𝒔𝒖𝒏𝒂 𝑳𝒆𝒈𝒈𝒆𝒏𝒅𝒂
Fantasi《[...] non c'è certezza nella tua voce e altresì nelle parole di tutte quelle creature e razze che abitano nei mondi che io stesso ho creato. Non esiste nessuna leggenda, ma solo una irreversibile verità.》 Altre persone tessono il destino di un giov...