Capitolo 29

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Cercate il nome blacklake_ (Sun❂)

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La creaturina era alquanto bizzarra.

Una piccola sagoma si vedeva coperta da un corto mantello di un leggero tessuto sgualcito che gli copriva un poco le sottili gambe, le quali terminavano con un minuscolo paio di zoccoli caprini che riusciva senza fatica a sorreggere l'intero corpo. Questi si piegavano all'indietro, curvandosi in una strana e sgarbata sinuosità.
Al disopra, il mantello si componeva di un cappuccio altrettanto scuro che copriva il viso tondo dell'essere: poco si vedeva della faccia perché nascosta quasi completamente dalla veste, si notavano solo i due modesti occhi lucenti e il becco, il quale sembrava troppo grande per lui, pareva infatti che dovesse cadere da un momento all'altro.
Dietro le sue strette spalle, inoltre, si notavano due minuscole ali dalle lunghe piume nero cenere ma parevano troppo esili per esser capaci di far volare quella sconosciuta creatura. Queste si mossero con agitazione in avanti e dietro, facendo cadere qualche piuma scompigliata a causa dell'affrettata corsa fatta in precedenza, e tentavano di gonfiarsi per terrorizzare le figure dinanzi per farli indietreggiare.

L'essere teneva in alto i propri arti in gesto di sorpresa mostrando entrambe le mani, in una si notava la manina libera e l'altra, invece, una lanterna ad olio completamente assente di parte in vetro perché i pezzi si erano ormai dispersi in tutta la desolata grotta, nonché la sua casa.
A decorare però la monotona tinta della creatura vi erano diversi petali bianchi e qualche foglia verde a colorare la propria mantella. Erano incastrati tra i fili della veste e riuscivano ad emanare un dolce profumo primaverile, dando all'essere delle sembianze teatrali ed ingenue. Si distingueva poi il fiore incastrato nella grossa maschera, la quale si metteva facilmente in risalto al centro di quel legno scuro.

L'esserino teneva uno sguardo truce, mandava infatti occhiatacce minacciose all'essere umano che aveva di fronte, ed egli aveva inoltre emanato un forte fischio tentando di impaurire i due ignari avventurieri, ma ciò che aveva fatto pareva inutile: le due figure, difatti, continuarono ad osservarlo confusi, studiandolo da testa a piedi con aria sentenziosa.

La creatura alata fulminò gli occhi del fanciullo che brillarono di un intenso colore fuso tra un celeste e un biancastro, medesima tinta del corpo di fuoco dell'amico il quale, al suo fianco, percepiva senza alcuna fatica delle strane emozioni emergere dallo sguardo dell'umano.

<< Non è la prima volta che ci vediamo, non è così? >> Domandò con voce distaccata il ragazzo, continuando ad osservare l'esserino davanti a lui con una calma quasi innaturale, come se dovesse trattenersi dall'impazzire.

L'essere alato emise un altro fischio deciso, rispondendo al quesito dell'essere umano.

Anche lui era a conoscenza del fatto che questo loro incontro era accaduto una seconda volta, ma non comprendeva il perché l'essere che aveva di fronte fosse differente del precedente.
L'unica cosa che quella figura malconcia portava simile erano quegli occhi, colmi di un'essenza pura, le quali facevano splendere la vera essenza che quel corpo stava rinchiudendo dentro di sé. Egli percepiva quella volontà come viva e pulsante, ma pareva che questi fossero ora indossati da un'essenza differente, diversa dal corpo originario.
Quella figura aveva forse strappato quella parte da quell'essere che gli aveva fatto visita tempo addietro? O forse era stata quella stessa essenza a donarglieli?

La creatura fischiò più volte per tentare di comunicare con l'essere umano ma tutto fu inutile, egli non comprendeva la propria lingua e anzi, osservando l'agitazione di questa, il giovane iniziò a scrutarlo con ancor più confusione.

𝑵𝒐𝒏 𝒆𝒔𝒊𝒔𝒕𝒆 𝒏𝒆𝒔𝒔𝒖𝒏𝒂 𝑳𝒆𝒈𝒈𝒆𝒏𝒅𝒂Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora