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« 𝗌𝗂𝖺𝗆𝗈 𝗂 𝖯𝗈𝗀𝗎𝖾𝗌, 𝖾 𝗅𝖺 𝗇𝗈𝗌𝗍𝗋𝖺 𝗆𝗂𝗌𝗌𝗂𝗈𝗇𝖾 𝗊𝗎𝖾𝗌𝗍'𝖾𝗌𝗍𝖺𝗍𝖾 𝖾̀ 𝖽𝗂𝗏𝖾𝗋𝗍𝗂𝗋𝖼𝗂 𝖼𝗈𝗇𝗍𝗂𝗇𝗎𝖺𝗆𝖾𝗇𝗍𝖾 »

      SAPERE DI STAR FACENDO QUALCOSA che avrebbe mandato fuori di testa i miei genitori, mi aveva sempre spinta a farla con più entusiasmo, fin da quando ero solo una bambina

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      SAPERE DI STAR FACENDO QUALCOSA che avrebbe mandato fuori di testa i miei genitori, mi aveva sempre spinta a farla con più entusiasmo, fin da quando ero solo una bambina. Se fossi cresciuta seguendo i loro ideali, adesso mi troverei con i miei meravigliosi amici Kooks a fare finta di essere una brava ragazza che non beve alcolici e non fuma. Il mio culo sarebbe sicuramente poggiato su una sdraio dinnanzi ad un'enorme piscina a prendere il sole, e starei ridendo a qualche orrenda battuta di qualche riccone il cui cervello è grande quanto una nocciolina.

Fortunatamente, però, sono cresciuta seguendo gli ideali che mio nonno aveva inculcato ad una me di appena cinque anni. Ero piccola per capire, ma non troppo per dimenticare le sue parole. Mi ripeteva spesso, prima di morire, che non ci sono differenze tra ricchi e poveri, se non i soldi. E che quest'ultimi, pur avendo la loro importanza, non identificano una persona. I ricchi non sono per forza buoni e i poveri non sono per forza cattivi.

Non lo ringrazierò mai abbastanza per tutte le volte che me lo ha ripetuto, perché se non lo avesse fatto, ora non mi troverei con i miei amici Pogues, seduta su un'impalcatura fuori da una casa in costruzione con le gambe a penzoloni. I miei occhi sono incollati sul libro che mi delizia con tutte le sue splendide parole, narrandomi meravigliosamente la storia d'amore tra Elizabeth Bennet e Mr. Darcy.

Davanti a me c'è un'enorme distesa azzurra, il mare è calmo e il sole sta per tramontare. La sua leggera luce illumina i nostri volti, mentre il verso dei gabbiani rompe il silenzio che aleggia intorno a noi.

Improvvisamente, oltre gli uccelli, anche la voce di Pope interrompe quel silenzio. «Un volo da un'altezza di tre piani? Ti do una possibilità su tre di sopravvivere» abbandono il mio libro per qualche secondo, giusto il tempo di vedere John B in piedi sopra il tetto spiovente della casa.

Lui, come risposta, si porta l'indice alla bocca per poi tirarlo fuori e dire in che direzione il vento sta soffiando.

«Credi che dovrei farlo?» gli domanda il ragazzo con un sorrisetto.

«Sì, salta. Ti tengo sotto mira mentre vai giù» risponde l'altro puntandogli sarcasticamente un trapano contro.

«Mi spari?» chiede John B facendo il gesto della pistola. «Pow!» mima il rumore di uno sparo ed io faccio un sorriso divertito.

𝐔𝐍𝐄𝐗𝐏𝐄𝐂𝐓𝐄𝐃, jj maybank Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora