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CON LA TESTA POGGIATA SUL morbidocuscino e lo stomaco in subbuglio, il mio pensiero è rivolto completamente a JJ, che non vedo e non sento da quando Shoupe l'ha portato con sé. Una parte di me spera che la denuncia venga ritirata, ma conosco i genitori di Topper e non lo faranno mai. L'unica cosa in cui posso confidare, dunque, è che JJ riesca davvero ad uscirne come mi ha promesso. Niente carcere minorile o altre stronzate del genere. Non lo accetterei mai, non per lui.
Mi mordo il labbro inferiore e mi giro di lato afferrando il mio cellulare, leggendo un messaggio di Kiara che mi dice che non vede l'ora di vedermi alla Festa di mezza estate. Entusiasmante.
Sbuffo. Non ho alcuna voglia di andare ad una festa e di sorridere educatamente a tutti coloro che i miei genitori mi presenteranno - men che meno in questa situazione.
Stanotte ho dormito davvero uno schifo. Non ho fatto altro che pensare a lui e al fatto che davvero possa andargli male questa volta.
«Dannazione!» sbotto improvvisamente lanciando il telefono sul comodino e mettendomi a sedere.
Mi passo ripetutamente una mano fra i capelli, rendendomi conto di non aver mai avuto uno stato d'animo così tormentato, e, successivamente , torno a torturare il mio labbro inferiore - ormai, del sangue fuoriesce da esso.
Poi, improvvisamente, sento il rumore di una moto che viene parcheggiata e, subito dopo, dei sassolini che sbattono contro la finestra della mia stanza. Aggotto le sopracciglia confusa, sperando di non ritrovarmi davanti la faccia da schiaffi di Rafe, e mi avvicino alla finestra con noia. Spalanco, però, gli occhi quando vedo JJ e immediatamente apro la finestra per guardarlo e parlargli.
«JJ, oh mio Dio! Come diavolo sei uscito? Stai bene? Ero così preoccupata!» parlo velocemente, rendendomi conto solo in quel momento del suo capo chino.
Assottiglio gli occhi e rimango in silenzio in attesa che sia lui a parlare e, dopo quello che sembrerebbe essere un singhiozzo, prende parola. «Posso salire?»
Il mio stomaco si contorce ancora di più quando mi rendo conto che sta piangendo e, immediatamente, gli dico di sì ed aspetto che salga sull'albero per entrare nella mia stanza. Una volta che me lo trovo davanti, i miei occhi ricadono sulla maglia sporca di sangue e, lentamente, alzo lo sguardo.
«JJ...» sussurro spaventata, facendo un passo verso di lui e afferrandogli il volto tra le mani.
Nonostante inizialmente sembri opporsi, alla fine alza il capo, mostrandomi il suo volto sporco di sangue, pieno di graffi ed ematomi - è letteralmente zuppo di sangue, Dio.
«Oh mio Dio» mormoro con angoscia, guardando i suoi occhi lucidi e le lacrime che gli bagnano le guance.
«Trentamila dollari. Devo... devo ripagare il danno» riesce a dirmi tra le lacrime, facendo sciogliere il mio cuore e inumidire i miei occhi - sta letteralmente cadendo a pezzi davanti ai miei occhi.
