forty-eight

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                        SIN DAL PRINCIPIO CI SONO sempre stati Kooks e i Pogues

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SIN DAL PRINCIPIO CI SONO sempre stati Kooks e i Pogues. I primi avevano tutti, e gli altri niente. È così che è sempre stato, ed è così che vogliono che resti. Alcuni ne approfittano, e altri vi si oppongono. L'oro della Royal Merchant faceva parte del gioco. Secondo Big John e John B, il tesoro era la loro via di fuga. Avrebbero appianato le differenze, i Pogues avrebbero vinto. Ma a un certo punto viene quasi da chiedersi: il tesoro era una via d'uscita... o era una trappola?

È questa la domanda che mi pongo dal primo momento in cui siamo approdati su quest'isola che, giorno dopo giorno, abbiamo trasformato nella nostra piccola fetta di paradiso: Poguelandia. Non so esattamente da quanto ci troviamo qui, ma sicuramente è passato parecchio tempo, forse un mese, ma abbastanza da sentire la mancanza dei miei genitori e, addirittura, di Figure Eight.

Giorno dopo giorno abbiamo lavorato, ci siamo fatti il culo per avere sempre qualcosa da mettere sotto i denti; alcune volte la pesca è andata male, altre decisamente bene. Abbiamo costruito un piccolo riparo dove dormire, abbiamo trovato degli stracci per coprirci in caso di freddo, abbiamo costruito una piccola bandiera, abbiamo affilato delle armi, abbiamo creato una scacchiera con delle conchiglie, abbiamo surfato, abbiamo riso, abbiamo scherzato e abbiamo litigato. Insomma, abbiamo fatto davvero di tutto in questo lasso di tempo, soprattutto quest'ultima cosa: sebbene spesso cerchiamo di fare finta di niente, siamo tutti parecchio stressati e frustrati a causa di questa situazione. Vorremmo solamente tornare a casa e dormire nei nostri letti, mettendo fine a tutto questo, ma non possiamo. Ci siamo promessi che avremmo ripreso tutto, l'oro e la croce. E lo avremmo fatto a ogni costo.

Sospiro lievemente, affilando uno dei tanti paletti di legno che utilizziamo per la pesca. Al mio fianco si trova JJ, intento a fare la medesima cosa. Gli regalo un veloce sguardo, rendendomi conto di quanto lui sia l'unica persona che mi trattiene dall'uscire fuori di testa. Non sarei mai riuscita a sopravvivere su quest'isola se fossi stata da sola.
Faccio un piccolo sorriso pensando a tutto quello che abbiamo fatto insieme su quest'isola: oltre a lavorare, a procurarci del cibo, a cucinare e a scherzare con gli altri intorno a fuoco, ci siamo ovviamente presi del tempo anche per noi. Abbiamo passeggiato molto, abbiamo chiacchierato, abbiamo intensificato il nostro rapporto - che sicuramente è diventato ancora più forte di prima -, ci siamo fatti innumerevoli promesse e abbiamo fatto l'amore davvero tante volte. Ovviamente i litigi non sono mancati; ci sono state ore di mutismo selettivo ma poi, con una semplice battuta, tutto cambiava e tornavamo ad essere Jennifer e JJ.

In fondo noi siamo così.

Smetto di sfregare il coltello contro la punta del paletto e prendo parola: «Chissà se qualcuno ci troverà mai. Ci pensi mai ad un salvataggio?»

«Un salvataggio? E da cosa? Dal paradiso?» indica tutto ciò che ci circonda e sorride. «Io non ci torno indietro. Mai» aggiunge, riprendendo il suo lavoro.

«Immaginavo» mormoro, scuotendo la testa con un sorriso. È davvero rilassato qui, come tutti noi d'altronde. Facciamo quello che vogliamo quando vogliamo. Siamo liberi e insieme. Eppure un giorno ci toccherà tornare a casa.

𝐔𝐍𝐄𝐗𝐏𝐄𝐂𝐓𝐄𝐃, jj maybank Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora