Capitolo 25

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Dopo la relazione con Justin all'età di quindici anni, esprimere i miei sentimenti o semplicemente i miei pensieri mi era difficile.
Cercavo sempre di allontanare ogni ragazzo che si avvicinava, non volevo soffrire nuovamente e non sarei mai stata pronta ad una nuova relazione, con tutte le paure e le insicurezze che avevo addosso.
Eppure con Ethan era stato diverso, era come una calamita, quando passavo del tempo con lui non volevo mai che finisse, anche se il suo umore cambiava in cinque secondi.

Lui non era gli altri, lui non era Justin.
I suoi casini, i suoi demoni lo tormentavano, ma ciò non mi spaventava.
Volevo conoscere ogni minima cosa di lui, anche se non me lo permetteva.
La sua espressione cambió quando pronunciai quella frase.
I muscoli divennero tesi, serró la mascella e abbassó il viso, giocando con la carta dei dolci.
Non sapevo come prendere quel silenzio, anche se il suo sguardo parlava.
Sospirai e presi coraggio per parlare ancora.
"certo, adoro il silenzio" spostai lo sguardo, guardando le crocchette.
"cosa vuoi che ti dica, Chloe?". mi vennero i brividi appena pronunció il mio nome amaramente.
"nulla, da te non mi aspetto nulla" alzai di nuovo lo sguardo sù di lui, mi stava fissando.
"non dovresti aspettarti niente, non è reciproca la cosa" continuó a mangiare mentre io continuai a guardarlo, con sguardo deluso.
Come poteva essere così calmo mentre feriva qualcuno?.
"se non è reciproca perché sei qui con me allora? Perché in ospedale hai passato tutto il tempo con me?" chiesi, iniziando ad agitarmi.

"mi sentivo in colpa per tua madre." disse freddo.
"ora mia madre sta bene, eppure sei qui su una panchina a mangiare con me" lui fece un sospiro profondo, come per togliersi un peso addosso a lui. "quanto ti costa a non far parlare l'orgoglio?".
"sono sincero" mi guardó negli occhi. "per me non sei qualcosa di più Chloe, mettitelo in testa." finì di mangiare e sfiló una sigaretta dal suo pacchetto, se la portó tra le labbra e la accese, inspirando il fumo.

"sai che ti dico?" dissi e mi guardó nuovamente. "dovrei ascoltarti quando dici che dovrei allontanarmi" mi alzai, buttando la carta ormai vuota nel cestino, e mi girai verso di lui.
Dovevo andare via, tornare a casa e dimenticarmi completamente di Ethan, del nostro bacio, delle nostre litigate.
Tutto.
Ma non volevo, solo al pensiero sentivo un peso al petto, che faceva ancora più male.
"ciao Ethan" iniziai a camminare, con le braccia incrociate al petto e lo sguardo chino.
Sentivo gli occhi pizzicare, ma le lacrime non uscirono.
"dove vai?! Chloe!" sentivo gridare il mio nome in lontananza, ma continuai a camminare.

"cazzo, ti fermi?!" accellerai il passo, ma lui mi raggiunse afferrandomi dai fianchi e facendomi girare verso di lui, andando a sbattere contro il suo petto.
Non riuscivo a guardarlo, mantenni lo sguardo basso e cercai di calmare una sensazione strana allo stomaco.
"non torni a casa da sola." disse, non togliendo le mani dai miei fianchi.
Il suo tocco, quanto mi faceva stare bene, quei brividi che mi provocava solo lui.
"perché? Tanto non sono niente per te". Lui non rispose, ma strinse la presa sui miei fianchi. "se mi succedesse qualcosa non ti importerebbe nulla". Dissi aspra.
"cazzate" rispose, guardandomi, sentivo il suo sguardo bruciarmi addosso.
"magari dovrei ritornare a prendere quelle droghe, alla fine non mi è successo nulla di grave" finalmente lo guardai, per provocarlo.
Ancora ricordo quanto fosse incazzato quando aveva scoperto che avevo ingerito una pasticca.
"smettila." disse con voce roca.
"perché dovrei smetterla?!" alzai la voce. "mi mandi il cervello in confusione ogni volta da quando ti conosco! Perché?! Perché cerchi sempre di allontanarmi da te?!" urlai ancora, ormai la mia pazienza era esaurita, ero stanca di tutte quelle discussioni.
"finiresti in pericolo, non ti ha spaventato cosa ha fatto Aria? O David alla festa?!" mi urló addosso e io mi allontanai, guardandolo.

Non sapevo cosa dirgli, volevo solo scappare da lì, da lui, da tutti i problemi che stavano facendo parte della mia vita.
"allora basta con questi giochetti Ethan" sussurrai. "n-non ti far vedere più" lo vidi stringere I pugni. "e finalmente l'ho capito, quel bacio non era niente" lo guardai un ultima volta, la gola mi pizzicava.
Non volevo piangere d'avanti a lui, non dovevo mostrare le mie emozioni ancora una volta.
Una parte di me sperava che mi pregasse di rimanere con lui, di non allontanarmi, ma non lo fece.
"hai fatto un ottima scelta" disse, infilando le mani nelle tasche.

Love me, even if it's wrongDove le storie prendono vita. Scoprilo ora