Capitolo 42

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Ethan's pov

I miei occhi si aprirono lentamente.
Mi guardai intorno, accorgendomi subito di non trovarmi  nella mia stanza, ma in quella di Chloe.

Mi voltai verso di lei, osservandola mentre dormiva, spensierata e tranquilla, come se la sera prima non fosse successo niente di che.
I capelli lunghi gli coprirono metà viso, e le sue lentiggini mi incantarono.
Era così pura, diversa da me.

Gli spostai i capelli, passando le dita sul suo viso.
Come poteva essere così bella?.
Nella mia vita avevo avuto tante ragazze nel mio letto, ma non li avevo mai osservate come stavo facendo con lei in quel momento, potevo stare lì, fisso a guardarla per ore, non mi sarei mai stancato.
Sbuffai a quel pensiero, ero il primo a non credere nell'amore, quella stupida fantasia che raccontavano nei libri, ma ora lo stavo vivendo, forse.

Era amore quello che provavo per Chloe? O semplice attrazione? Non riuscivo a capirlo, oppure non volevo accettarlo.
Mi strofinai gli occhi, ancora assonnato e ripresi ad accarezzare la sua schiena, dolcemente, mentre il cuore usciva dal petto mentre la guardavo.

Era bella come il cielo stellato, come il sorriso di un bambino, come l'estate.
Non potevo farne a meno di lei, per tutte le volte che cercavo di allontanarlo, alla fine, in un modo o nell'altro, mi ritrovavo sempre con lei.

La sera prima mi ero completamente sfogato, lasciando uscire fuori le mie debolezze, le mie lacrime.
Chloe mi aveva accorto tra le sue braccia, senza paura.
Sosprai e mi alzai dal letto, afferrai il telefono, notando che erano le sette del mattino.

Trovai alcuni messaggi da parte dei miei amici, l'unica famiglia che avevo.
Ignorai i messaggi, posai il telefono e mi guardai intorno, notando che la sua stanza era diversa dalla mia.
Le pareti bianche, con alcuni disegni meravigliosi appesi, vari peluche che nascondevano ancora quel lato da bambina che aveva.

Mi diressi verso la scrivania, trovando il suo quaderno da disegno.
Lo presi tra le mani e iniziai a sfogliarlo.
Magari stavo invadendo la sua privacy, ma i disegni che stavo ammirando erano bellissimi.
Alcuni mostravano felicità, alcuni paura, e la maggior parte tristezza.
Si sfogava così, disegnando ciò che vedeva, ciò che la attirava o che creava dentro la sua testa.

Mi soffermai su uno in particolare, aveva disegnato me.
Ammirai come aveva disegnato ogni singolo dettaglio, non gli era sfuggito niente.
Mi morsi il labbro e alzai il viso su di lei, che ancora dormiva.

Quanto mi stava cambiando quella ragazza? Se avrebbe scoperto il peggio di me, sarebbe scappata via.
Aveva visto cose orribili, ma tutto aveva un limite.
Chiusi il quaderno rimettendolo al suo posto.
Era sabato, lei non doveva lavorare e io non dovevo andare all'università.

Magari potevo fare qualcosa con lei, uscire e divertirci, come due semplici ragazzi, e magari mi avrebbe aiutato a capire cosa provavo realmente per lei.
Come se qualcuno mi avesse letto nella mente, per rovinare i miei piani, il mio telefono iniziò a suonare.
Lo presi velocemente, inginocchiandomi a terra e lessi il nome.
David.

Rifiutai la chiamata, nervoso, per poi buttare il telefono a terra.
Cosa voleva a quest'ora? Perché non mi lasciava nemmeno un secondo in pace?.
Sbuffai e posai la fronte sul bordo del letto, ormai stanco della vita che stavo conducendo.
Volevo andare via, scappare, iniziare una nuova pagina della mia vita e vivere tranquillo.
Ma avevo imparato a mie spese che, nonostante tutto, il passato torna sempre prima o poi, non gli puoi sfuggire.

Sentì una mano accarezzarmi i capelli.
Sollevai il viso, guardando Chloe, con gli occhi aperti e ancora stanchi, e un leggero sorriso sul suo viso.
Sentì una strana sensazione al petto mentre la osservavo, ammirando quel piccolo sorriso sulle labbra.
"ehi" sussurrai. "ti ho svegliata?" chiesi.
"no" mormoró sbadigliando. "tutto bene?" aggrottó la fronte, notando la mia espressione leggermente preoccupata.

Love me, even if it's wrongDove le storie prendono vita. Scoprilo ora