Capitolo 20

6.4K 137 13
                                    

Mi svegliai nuovamente nel letto di Ethan, mi sentivo ancora stordita ma molto meno di prima.
Mi sedetti sul bordo del letto e guardai l'ora, era quasi ora di pranzo.
Dovevo andare immediatamente via da quella casa, mia madre mi stava sicuramente aspettando e non volevo rivedere Ethan.

Mi aveva baciata semplicemente per il gusto di farlo, per andare oltre, per usarmi e gettarmi via come il resto delle ragazze che si portava a letto, e io non volevo essere usata così.
Sopirai e mi alzai.
Cercai nell'armadio di Ethan dei jeans, non potevo di certo tornare a casa a piedi con il costume da domestica.
Presi un paio di jeans strappati e li indossai, con una t-shirt grigia disegnato un teschio, a casa li avrei puliti e ridati subito.

Mi sciacquai subito la faccia, diedi una sistemata ai capelli e scesi al piano di sotto, per fortuna Ethan e Amelia non c'erano.
Se la signora Lewis non mi avrebbe vista lavorare mi avrebbe cacciata subito, me lo sentivo.
Maria stava seduta e controllava qualcosa al telefono, si sentiva un profumino delizioso e mi tornó subito la fame.
"ehi" sorrisi andando da lei, Maria si giró verso di me e mi regaló un dolce sorriso.
"ma buongiorno, finalmente sei sveglia" mi guardó dalla testa ai piedi, notando il mio abbigliamento.
"ehm non voglio tornare a casa con il costume, poi li riporto" risposi.
"come stai? Ethan mi ha detto che hai vomitato"

Ethan gli aveva detto che avevo assunto delle droghe? Se lo avesse fatto sarei rimasta delusa, io non avevo mai detto ad Amelia o Maria che avevo visto Ethan picchiare a sangue qualcuno, delle gare in moto o della pistola trovata nel suo cassetto.
"mi fate ricordare me da giovane, ogni volta che andavo a ballare con le mie amiche bevevo così tanto che vomitavo di tutto" rise e io mi rilassai, una semplice sbronza.
"bhe si, dovevo controllarmi a bere" ressi il gioco.
"ma no, sei giovane, hai bisogno di divertirti e bere fino a dimenticare" mi diede una lieve gomitata al braccio e gli sorrisi. "vuoi un po d'acqua?" chiese.
"certo" risposi e lei mi riempì un bicchiere.

"mi fate ricordare i miei anni da giovane" iniziai a bere e la guardai, fece un espressione malinconica. "l'adolescenza sono gli anni più belli" continuó.
"bhe io non la penso proprio così, insomma possono essere belli ma non c'è nulla di paragonabile ai momenti con la tua famiglia, con i tuoi genitori, che ridono e giocano con te" risposi, ricordando i momenti con mia madre, mio padre.

Ogni weekand ci portava in un posto diverso per farci divertire e stare tutti insieme.
Mio padre era il mio eroe, il mio punto di forza e la spalla su cui potevo piangere, ma tutto ciò mi era stato portato via in una notte, tutto per colpa mia.
"hai ragione, anche quei momenti sono indimenticabili. I genitori ti amano più di qualsiasi altra cosa, ma non tutti" alzai lo sguardo su di lei, cosa intendeva dire con quella frase? "ho visto genitori che trascuravano i figli, li lasciavano soli, senza amore e senza educazione, maltrattati e cresciuti con dei traumi" beve anche lei senza guardarmi.

Ethan.
Stava parlando di lui.
Stavo per chiedere di raccontarmi di più, ma lei cambió argomento.
"sai, ho conosciuto il mio ex marito in discoteca" Maria era sposata? Non avevo mai visto una fede al suo dito, perciò pensavo che non lo fosse mai stata.
"come mai ex marito? Se posso chiedere" non volevo essere troppo indelicata.
"Si chiamava Benjamin, era il ragazzo giusto per me. Lo facevo ingelosire e arrabbiare spesso" rise guardando il bicchiere, era una risata piena di sofferenza.

"lui è stato il mio primo amore, la mia prima volta, è stato il primo in tutto. Ci siamo sposati dopo cinque anni, andava tutto bene, rimasi incinta" continuai a guardarla, avevo una brutta sensazione. "eravamo entrambi pronti, felici, avevamo comprato tutto, la cameretta era pronta, i giochi, i vestitini blu".
"era un maschietto?" chiesi.
"si, un bellissimo maschietto" i suoi occhi divennero lucidi, volevo fermarla ma non volevo essere scortese, stava raccontando una cosa così importante della sua vita.
"quando partorì lui non piangeva" la sua voce tremó e io sbarrai gli occhi. "in un primo momento pensavo fosse normale, ma quando vidi i dottori allarmarsi iniziai ad andare in panico" si asciugó la lacrima che era caduta lungo la sua guancia.

Love me, even if it's wrongDove le storie prendono vita. Scoprilo ora