Ethan's pov
"Ethan che hai fatto?!" urló mia madre, complentamente terrorizzata dalla scena a cui aveva assistito.
Mio padre urlava, si stringeva il viso, irriconoscibile, con delle ustioni.
Lo avevo ucciso? Stava morendo?.
E io non stavo facendo assolutamente nulla per aiutarlo, ero completamente immobile.
Feci scivolare la bottiglietta a terra, mentre mia madre si avvicinó a lui, cercando di aiutarlo, ma non c'era niente da fare.I miei respiri divennero irregolari e iniziai a tremare.
"chiama subito un ambulanza!" urló mia madre, girandosi verso di me.
Ma non la ascoltai, non riuscivo a muovermi.
Avevo fatto del male a mio padre, e in quel momento mi sentì un mostro.
"ETHAN!" spostai lo sguardo su di lei. "CHIAMA UN AMBULANZA!"Afferrai il telefono è cercai di comporre il numero, nonostante avessi già chiamato la polizia.
Le urla di dolore mi stavano perforando le orecchie, distruggendo completamente la mia anima.
Non volevo farlo, volevo solo fermarlo, salvare mia madre da lui, altrimenti quella con il viso ustionato sarebbe stata lei.
Andai fuori, avevo bisogno di aria, avevo bisogno di scappare da tutto quel casino.Chiamai l'ambulanza ma nel mentre vidi le luci blu della polizia avvicinarsi sempre di più.
Nonostante tutto, non volevo la morte di mio padre, non lo avrei mai accettato.Mi guardai le mani, mentre aspettavo con impazienza l'ultima persona che avrei voluto vedere.
Non gli avevo mai fatto visita in tutti quei anni, non avevo mai avuto il coraggio di guardarlo in faccia dopo quella notte.
Avevo rovinato il suo viso, aveva i segni di quella notte sulla pelle, e guardarlo me lo avrebbe solo ricordato.
Ma non potevo vivere nel passato, dovevo affrontare tutto ciò che mi metteva paura.Mi guardai intorno.
Moglie incinte che stringevano la mano del proprio marito o compagno, genitori in lacrime per i propri figli e chi sfogava la propria rabbia contro il detenuto.
Meritavo anche io di stare lì dentro, dopo tutto quello che avevo fatto.
Mi spaventava quella situazione, perché prima o poi sarei tornato qui, ma per rimanerci.Vidi Ken entrare in stanza e sentì subito un senso di fastidio allo stomaco.
Non riuscivo a guardarlo, ricordavo solo tutti i momenti brutti che mi aveva fatto vivere, mentre sfogava la sua rabbia su di me.
Camminó verso di me, accompagnato da una guardia.
Mi guardava, sorpreso dalla mia visita.L'ultima volta che mi aveva visto era stata a sedici anni.
"Ethan" pronunció il mio nome, e alzai nuovamente lo sguardo verso di lui.
Indossava una tuta arancione, come tutti i carcerati, è quei segni sul volto mi fecero venire i brividi.
Metà faccia era completamente rovinata, piena di vescicole, come metà del suo braccio e la mano.
Quella parte però non era più arrossata, aveva ripreso il suo colore, ma ciò non cambiava nulla.
Sembrava davvero un mostro.Non risposi e si sedette di fronte a me, con un leggero sorriso che volevo togliere dal suo faccino.
Dovevo stare calmo e non farmi prendere dalla rabbia, dalla voglia di prenderlo a pugni.
"non ti vedo da sette anni..." mormoró. Riuscì a vedere una leggera scintilla nei suoi occhi, come se fosse contento della mia presenza lì, con lui.
"penso che ti dispiaccia per questo" mi guardai le mani, dove continuavo a togliere un anello e rimetterlo, agitato.
"bhe volevo vederti, parlarti...sei diventato un uomo" continuó a scrutarmi attentamente ogni parte del mio corpo, ogni lineamento del mio viso. "ti chiamavo per il tuo compleanno, ma non volevi parlarmi" continuó e dalle mie labbra uscì una risata ironica.
"scommetto che ti sei sentito ferito, no?" alzai le spalle.Lui sospiró, coprendosi il viso con le mani per qualche minuto.
Forse stava pensando a cosa dire, a tutto quello che avevo fatto per rendermi la vita impossibile.
"tua madre mi faceva sempre vedere qualche foto quando veniva qui, ma vederti dal vivo..." mi guardó. "è una gioia immensa".
Cosa gli era successó lì dentro? Perché se ne usciva con parole simili, che mi facevano solo schifo?.
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Love me, even if it's wrong
RomansaQuando il cancro a sua madre inizia ad aggravarsi sempre di più, Chloe è costretta a fermare gli studi per trovare un lavoro e aiutare sua madre con le spese e le cure. È una ragazza gentile, solare, non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, od...