Capitolo 58

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La serata film, la domenica sera, era l' attimo che più preferivo della giornata.
Con mamma e papà, decidevamo sempre di guardare un film in salotto, a luci spente e commentare ogni scena.
Ma per la millesima volta, mia madre voleva guardare "Titanic".
Adoravo quel film, le musiche e l'atmosfera, ma odiavo il finale, come morivano tutte quelle persone mi metteva i brividi.
Mentre mia madre ammirava il film, io ero accanto a mio padre, con la testa appoggiata al suo petto.
"vuoi?" mi porse il pacco di patatine, e ci infilai una mano, afferrandone un pó.
"papà?" lo richiami, sussurrando, per non disturbare mamma.
Lui si voltó verso di me. "perché non si salva anche Jack?" chiesi, con i miei occhi ancora rivolti allo schermo.
"bhe, perché il peso è troppo e quella porta di legno non reggerebbe" mi spiegó, ovvio.
Ma io lo sapevo benissimo, la mia domanda era un altra.
"perché ha scelto di far salire lei e non è salito lui?" questa volta il mio sguardo si sollevó sul suo viso, illuminato dalla luce della tv. "poteva salvarsi"
"perché lui ama Rose, più della sua stessa vita" mi accarezzó i capelli lunghi. "sai, l'amore Chloe è un sentimento troppo forte, bellissimo ma doloroso allo stesso tempó" inizió a spiegare e i miei occhi non si staccarono da lui neanche un secondo. "ti rende vulnerabile alla vista dell'altra persona, doneresti tutto te stesso pur di vederlo felice e anche tu faresti lo stesso gesto che ha fatto Jack. Quando una persona ti entra nel cuore, nell'anima, per te esiste solo lui" sorrise dolcemente.
"io non rischierei la vita per un altra persona, se non per te e mamma" dissi con una smorfia, era una cosa stupida.
Lui fece una risata.
"ne riparleremo quando sarai grande, allora" tornó a guardare lo schermo.
"tu lo faresti per mamma?" chiesi, curiosa di sapere la sua risposta.
Vedevo ogni giorno come si amavano i miei genitori, i sorrisi che si regalavano a vicenda, e i loro sguardi.
Papà spostò lo sguardo su mia madre, e poi su di me, dandomi un bacio sulla fronte.
"rischierei tutto per tua madre, e per te" con un dito mi sfioró il nasino, e sorrisi. "quando l'ho sposata, ho giurato a me stesso che l'avrei resa felice, che mi sarei preso cura di lei e di te, nanetta" gli feci la linguaccia.
Quel momento fù interrotto da mia madre, che si soffió il naso rumorosamente, piangendo.
"non ci posso credere che sia morto" indicó la tv, riferendosi a Jack.
"ovviamente non sapevo di rischiare anche ció" sussurró mio padre e scoppiai a ridere.

Il mio sguardo era rivolto verso la grande finestra, rendendo visibile le prime luci dell'alba, il primo giorno del nuovo anno.
Guardavo il cielo, seduta sul letto e con le gambe stese, mentre il lenzuolo mi avvolgeva il corpo ancora nudo.
Buon anno, papà.
E ora so cos'è l'amore, lo sto vivendo, e avevi ragione, avrei dato tutto per Ethan.
Mi voltai verso di lui, disteso a pancia in giù, che dormiva sereno.

Mentre disegnavo il suo viso, i lineamenti, i muscoli rilassati e la sua espressione docile, mentre dormiva.
Passai alla schiena, disegnando anche le cicatrici che si era portato dietro per tanti anni.
La sera prima si era aperto con me, rivelandomi i suoi problemi, il suo passato e se ci ripensavo, sentivo lo stomaco contorcersi.
Capivo ogni singolo atteggiamento di Ethan, la diffidenza sull'amore, il rapporto distaccato con sua madre, la rabbia che aveva dentro, e quando usciva era difficile controllarlo.
Le cicatrici, il modo in cui veniva colpito ripetutamente con la cinta.

Aveva solo dieci anni, vivendo con quel mostro per altri sei anni.
Il dolore lo aveva cambiato, ne ero consapevole, ma non credevo che potesse essere così forte, fino a farle marcire dentro.
Quando mio padre morì, avevo accanto i miei amici, Viki, mia madre, mentre la sofferenza mi divorava.
Lui aveva qualcuno quando subiva quelle brutalità?.
Distolsi lo sguardo, continuando a disegnare, e sorrisi al pensiero di ciò che avevamo fatto.

Eravamo travolti dalla passione, di unire le nostre anime, di appartenerci.
Fui felice di non aver sprecato la mia prima volta con Justin, o con qualche altro ragazzo qualunque, perché era sua.
La mia prima volta era sempre stata sua.
Sentivo le gambe indolenzite, ma non provavo nessun dolore o fastidio, era stato così attento a non farmi male, a farmi stare a mio agio.
Il mio cuore stava per scoppiare per quanto era felice in quel momento.

Love me, even if it's wrongDove le storie prendono vita. Scoprilo ora