Alexa's pov
Avevo mandato giù del cibo, cibo che volevo far uscire, cibo che mi faceva sentire solo in colpa.
Camminavo avanti e indietro per il bagno, a volte tremavo, mi sedevo sul pavimento e pensavo.
A quanto mia madre mi avesse influenzato con questo problema, partendo tutto da "devi metterti a dieta, Alexa".
Era partito tutto da lì, e poi la mia testa mi faceva sentire voci che non volevo ascoltare.Non mangiare, non hai bisogno di cibo, stai ingrassando.
Non c'è la facevo più.
Ogni giorno era una lotta continua, un incubo, l'inferno da cui non riuscivo più ad uscire.
Carter mi aveva pregato di non farlo più, che mi sarei impegnata e lui mi avrebbe aiutata in tutti i modi possibili.
Ma per me era troppo difficile, quelle voci continuavano a parlare, non la finivano.Piangevo, stringendo il viso tra le mie mani.
Volevo urlare tutto il mio dolore, mi sentivo morta, un cadavere che camminava tra le strade di New York, con un sorriso stupido sulle labbra e un carattere scontroso.
Ma se qualcuno provava ad abbracciarmi, crollavo, tra quelle braccia.
In quelle di Carter.
Non si era reso conto di quanto bene mi stava procurando, quando stavo con lui tutto svaniva, anche per poco.
Lui era l'unico che faceva smettere quelle voci, era più forte.Il mio respiro divenne irregolare e mi avvicinai al water, infilai due dita in bocca, spingendole in fondo fino alla gola, fin quando non vomitai tutto quello che avevo ingerito.
E mentre lo sputavo via, mi sentivo bene.
Ma non potevo andare avanti così, dovevo far smettere tutto ciò.
Dovevo far smettere quel problema.Tornai in camera, con un forte mal di testa e un leggero dolore allo stomaco, che sarebbe passato tra non molto.
Presi il telefono, aprendo l'app "i am sober".
Contava i giorni in cui non avevo provato ad autodistruggermi, a vomitare.
Una lacrima scese lungo il mio viso quando lessi "5 giorni".
Non erano tanti, ma per me era stato un grande traguardo, fino a quel giorno.Azzerrai i giorni e buttai il telefono a terra, coprendo il viso con le mani.
Mi sentivo una nullità, magari lo ero.
Stavo facendo vincere quelle voci, mia madre.
Mentre io stavo perdendo, cadendo in un profondo abisso.
Sospirai e presi tra le mani un volantino che aveva lasciato mio padre, sul comodino.
Mi aveva parlato di questa clinica, dove ci andavano ragazzi che soffrivano di anoressia, bulimia e problemi simili.Quando me ne aveva parlato gli avevo urlato contro, dicendo che non ero malata, che stavo bene.
Ma lui voleva solo aiutarmi, forse l'unico della mia famiglia che si era accorto del problema che aveva sua figlia.Forse, farsi aiutare da degli esperti in materia, non era una brutta idea.
Chloe's pov
Dopo essermi sfogata in un pianto liberatorio con mia madre, ero crollata sul letto, stanca degli avvenimenti che stavo affrontando.
Avevo bisogno di riposare, staccare da tutto, almeno per un giorno, o per qualche minuto.
Avevo un peso enorme dietro alle spalle.Mia madre vuole interrompere le cure.
Erano quelle le parole che rimbomavano in testa, mentre fissavo il vuoto sotto la doccia da ormai una bella mezz'oretta, mentre l'acqua calda scorreva lungo il mio corpo, bagnando i capelli e facendomi rilassare.
Qualche volta sussultavo quando sentivo le gocce d'acqua cadere sulla ferita, dovevo disinfettarla nuovamente e prendere qualcosa per i dolori.Fortunatamente mia madre e Viki non mi avevano chiesto altro per la sera scorsa, anche perché nella mia testa c'era solo quel pensiero.
Il pensiero di perdere mia madre troppo presto, per un nemico che si nascondeva dentro di lei, facendola indebolire ogni giorno di più.
Odiavo tutto ciò, mi faceva venire una rabbia assurda.
Combattere un nemico invisibile, quanto poteva essere orrendo? Mi faceva sentire una nullità.
Avrei fatto di tutto per aiutare mia madre, ma quel nemico era più forte di me.
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Love me, even if it's wrong
Storie d'amoreQuando il cancro a sua madre inizia ad aggravarsi sempre di più, Chloe è costretta a fermare gli studi per trovare un lavoro e aiutare sua madre con le spese e le cure. È una ragazza gentile, solare, non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, od...