Ero lì, in piedi, d'avanti alla porta di casa Davis, indecisa se entrare o darmi nuovamente per malata.
Non potevo andare avanti con scuse inutili per continuare ad evitarlo, dovevo separare il lavoro dai miei sentimenti.
Ma lui era lì, era proprio dentro quella casa, e incrociare nuovamente i suoi occhi sarebbe stata una tortura.Abbassai lo sguardo verso le chiavi che stringevo nella mia mano.
Sospirai.
Sono forte.
Dovevo alzare un muro, fingere di non star soffrendo e andare avanti con il mio lavoro, almeno fin quando non avrei finito il turno.Non mi toglievo in mente la scena di lui che andava dalla preside della Brown, facendogli vedere un mio disegno e parlando di me, chissà cosa gli aveva detto.
Era stato un gesto così importante per me, che ancora non ci credevo.
Ma dovevo finire di farmi film mentali, forse mi aveva fatto solo un favore così avrei lasciato il lavoro.
Mi voleva togliere tra i piedi.Con la mano tremante infilai la chiave nella serratura e aprì la porta.
Stavo per entrare nell'inferno, mancava solo un passo.
Non c'è la facevo.
Tolsi le chiavi e mi voltai indietro, ma venni bloccata dal suono dolce della voce di Maria.
"Chloe, che fai?" la sentivo molto vicina, segno che fosse dietro di me.Mi girai nuovamente e la guardai, mi guardava con un espressione visibilmente confusa sul volto e poi incroció i miei occhi.
Non riuscivo a decifrare la mia espressione, non sapevo come fosse ridotto il mio sguardo, ma speravo con tutta me stessa di non riuscire a far notare nulla.
L'ultima cosa che volevo essere consolata dalla donna che aveva cresciuto Ethan.
"Ehm avevo visto qualcosa" dissi, fingendo un sorriso, per poi entrare in casa.Sentivo un peso al petto talmente forte, come se qualcuno mi stesse strappando il cuore.
Avevo paura di alzare lo sguardo, di trovarlo d'avanti a me, o ammirare ogni singolo dettagli che mi ricordasse lui.
"tutto bene? Come va l'influenza?" mi chiese, ricordandomi della menzogna che gli avevo raccontato.
"bene, molto bene fortunatamente" mormorai e mi tolsi la giacca.Otto ore, dovevo rimanere lì solo otto ore e poi sarei scappata peggio di un ghepardo.
"ma guarda chi c'è." alzai lo sguardo verso Amelia e sorrise falsamente.
Indossava un vestito rosso che risaltava molto le sue curve. "hai preso questo lavoro come un passa tempo, Chloe?" posó una mano sul divano, fissandomi intensamente.Mantenni il suo sguardo, anche se mi ricordava molto Ethan.
Erano due gocce d'acqua.
"stavo davvero male, signora" cercai di reggere la mia bugia, anche se non era così tanto finta.
Non volevo presentarmi al lavoro in lacrime e con un espressione distrutta, avevo bisogno di tempo per mantenere la maschera che mi ero costruita, quella felice e non ferita.
"prendevi un aspirina e lavoravi." mi guardó con disprezzo, mentre io mi stringevo le mani.
Le sue parole mi facevano salire i nervi fino alle stelle. "dio, voi ragazzi siete così svogliati di tornare al lavoro dopo un periodo di festa?" mi rimproveró."esattamente quale festa, Signora Lewis?" la guardai come se potevo fulminarla con lo sguardo.
Era impossibile che non fosse accorrente di Dylan, suo figlio era un sospettato.
Quasi mi meravigliai del suo silenzio, come se potesse leggermi nel pensiero e aver capito tutto.
"con permesso vado a lavorare, prima che mi passi la voglia" sorrisi ad Amelia e andai in cucina.Anche se non sapevo da dove partire, ma dovevo andare via da quella stanza, allontanarmi da lei e da tutte le persone vicino a lui.
Quanto ancora avrei dovuto sopportare, ci sarebbe stato un lieto fine in questa storia? O solo dolore e sofferenza?.
Iniziai a lavare qualche piatto riposto sul lavandino, mentre Maria mi affiancó, non togliendomi gli occhi di dosso.
Voleva dirmi qualcosa, glielo potevo leggere nel viso, ma non volevo parlare con nessuno.Volevo restare nella mia solitudine, come facevo sempre.
Nascondere il dolore e andare avanti.
Come mi aveva dimostrato Ethan.
Aveva nascosto così tanto dolore dentro di sé, che non avrei mai potuto immaginare ciò che era stato costretto a fare.
"c'è da sistemare la camera di Ethan" mi informó Maria e subito la guardai. "ma se vuoi la faccio io e tu sistemi quella di Amelia" mi guardó con la punta degli occhi e ci pensai sù.
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Love me, even if it's wrong
RomanceQuando il cancro a sua madre inizia ad aggravarsi sempre di più, Chloe è costretta a fermare gli studi per trovare un lavoro e aiutare sua madre con le spese e le cure. È una ragazza gentile, solare, non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, od...