"Questa sera usciamo a festeggiare!" le aveva detto quella mattina prima di recarsi al lavoro, senza però darle alcuna spiegazione su che cosa dovessero festeggiare. E così Sanem aveva trascorso l'intera giornata a chiedersi cosa mai fosse accaduto, ma non le era venuto in mente nulla.
Aveva provato a chiedere anche a Babu e Amina se sapessero di qualche avvenimento particolare ma, come lei, erano ignari di ciò che poteva essere successo.
"Magari Can vuole solo trascorrere con te una serata romantica senza che ci debba essere, per forza, un motivo particolare", cercò di convincerla Amina.
"Può darsi", rispose dubbiosa Sanem.
Ripensò agli ultimi giorni. Il breve viaggio a Londra li aveva aiutati a rilassarsi e da quando erano tornati non avevano ma discusso. Lui era stato sempre molto cortese, attento e lei aveva fatto altrettanto, ma quella calma apparente aveva più il sapore di una tregua che di un vero e proprio riavvicinamento.
Forse sono prevenuta, si disse, dovrei lasciarmi andare e smetterla di vedere cose che in realtà non esistono: "Ah Sanem, Sanem che diavolo ti sta succedendo? Crisi di mezza età?"
Sorrise al quel pensiero e decise che, per quella serata, avrebbe messo da parte tutte le sue insicurezze e si sarebbe goduta il momento e, soprattutto, la compagnia di Can.
Si preparò con cura, ma non avendo nessun indizio di dove l'avrebbe portata, preferì qualcosa di semplice anche se elegante.
"Sei perfetta", le disse Can quando rincasò. "Dammi venti minuti e sono pronto."
Quando ricomparve constatò, con piacere, che anche lui aveva optato per un abbigliamento informale, segno che non sarebbero andati in un posto troppo "chic", dove si sarebbe sentita a disagio.
"Pronta?" le chiese, sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi.
"Sì. Ma non vuoi dirmi dove andiamo?"
"No, voglio che sia una sorpresa... Ancora un po' di pazienza e poi capirai ogni cosa."
"D'accordo, hai vinto... Ormai ti conosco bene e, per quanto io muoia di curiosità, so bene che è inutile che io insista."
Salirono in macchina o si diressero verso il porto d'Istanbul, dove si trovavano vari ristoranti che servivano pesce appena pescato. Parcheggiarono presso uno di questi ed entrarono. Furono subito accolti dal maitre che salutò Can come se lo conoscesse da tempo: "Buonasera signor Divit, benarrivato! Signora..." aggiunse rivolgendosi a Sanem e chinando la testa in segno di saluto.
"Prego da questa parte, gli altri sono già tutti qui che vi stanno aspettando", disse precedendoli verso una delle sale di cui era composto il ristorante.
Un campanello d'allarme risuonò nella mente di Sanem: allora non erano soli, non era una cena romantica, pensò, cercando di controllare la delusione che cominciava a fare capolino.
Al varcare della soglia, mano nella mano, furono accolti da un caloroso applauso: davanti a loro l'intero staff dello studio fotografico di Can, con Deren in prima fila.
"Cosa...", tentò di chiedere Sanem, ma fu interrotta da Sevim che gettò le braccia al collo di Can gridando entusiasta: "Congratulazioni Can, ti meriti davvero questo incarico!"
"Grazie Sevim, ma non è tutto merito mio. L'intera squadra ha lavorato sodo a questo progetto, tu inclusa, e quindi questo non è il mio, ma il nostro successo!"
"Qualcuno può spiegarmi cosa sta succedendo?" chiese nuovamente Sanem.
Fu Deren a rispondere: "Ma certo! Dopo l'ottimo lavoro fatto per l'Ente del Turismo, quest'ultimo ha chiesto a Can di occuparsi di tutte le prossime campagne promozionali che verranno promosse e lui ha accettato...pensavo lo sapessi."
"No, non ne sapevo niente."
"Volevo farti una sorpresa", intervenne Can raggiante.
"E ci sei riuscito... Sono molto felice per te, tesoro... te lo meriti", si costrinse a dire Sanem che in realtà si sentiva esclusa, quasi tradita.
Quella era la prima volta che lui prendeva simili decisioni da solo, senza consultarla. E' vero era il SUO lavoro ma quell'incarico avrebbe significato ancora lontananza, assenza, cene tenute in caldo, appuntamenti rimandati, se non dimenticati, e lei non sapeva proprio se ce l'avrebbe fatta.
Avrebbe voluto che ne parlassero, che ne discutessero insieme; magari il risultato sarebbe stato lo stesso ma almeno lei non si sarebbe trovata davanti al fatto compiuto, costretta a fare buon viso a cattiva sorte.
Si sforzò di ingoiare il nodo che le serrava la gola e di mostrarsi felice al pari di tutti gli altri. Mai e poi mai avrebbe rovinato quella serata, ma man mano che la cena procedeva, le chiacchiere si spostarono su argomenti strettamente lavorativi e lei cominciò a sentirsi a disagio. Le pareva di assistere ad una rappresentazione teatrale da dietro le quinte. Alcune battute le conosceva, ma poi gli attori improvvisavano e lei perdeva il filo.
Ad un certo punto sentì la necessita di prendere una boccata d'aria e con la scusa di dover andare alla toilette, abbandonò la sala.
Una volta fuori, sentì qualcuno chiamarla per nome: "Sanem!"
Si voltò e si trovò faccia a faccia con Engin. "Cosa ci fai qui?" le chiese, sorpreso di vederla.
"Buonasera Engin! Sono a cena con Can... Beh, in realtà con Can e tutti i suoi collaboratori. Hanno ottenuto un altro importante incarico dall'Ente del Turismo e siamo qui a festeggiare."
Engin la scrutò attentamente in volto: "Non mi sembri particolarmente contenta..."
Lei sospirò; la conosceva bene e quindi sarebbe stato inutile negare e poi aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno o sarebbe scoppiata.
"Non fraintendermi: sono orgogliosa di mio marito, ho sempre creduto nelle sue capacità di fotografo e sono felice per lui..."
"Ma...?"
"Ma so anche che questo lavoro lo impegnerà moltissimo e lo sottrarrà alla sua famiglia..."
"E a te..."
"Già, e a me."
Un silenzio denso di significato calò tra di loro, poi Engin riprese a parlare: "Se io avessi una donna che mi ama come tu ami Can, farei di tutto per averla sempre vicina!"
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....ECCO IL PRIMO GRAVE ERRORE !!!! Adesso ho lanciato il sasso e scappo... A domani!!!!
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RITROVARSI
RomanceQuesto racconto è il seguito di "RICOMINCIARE DA NOI". Sono passati diciassette anni, Can e Sanem con i loro tre figli formano una famiglia all'apparenza perfetta, ma, come spesso accade, non è tutto oro ciò che luccica. Dietro un'apparente serenità...