CAPITOLO 24

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 L'intervento andò bene, anche se durò più del previsto.

Babu fu riportato nella sua stanza nel primo pomeriggio mentre si risvegliava dall'anestesia. Pur non essendo ancora completamente, cosciente riuscì a sorridere alla sua famiglia e ad alzare il pollice, confermando che era tutto sotto controllo.

I medici fecero il resto dichiarandosi molto ottimisti sulla sua ripresa.

"E' un ragazzo sano, robusto, fisicamente allenato; ci aspettiamo che si ristabilisca in brevissimo tempo e siamo anche fiduciosi che possa tornare a giocare... a che livello spetta a lui deciderlo!"

Can e Sanem si scambiarono un'occhiata senza replicare, ben sapendo che il problema era un altro.

"Dovremo parlargli al più presto", disse Can.

"Aspettiamo che si riprenda dall'operazione e poi troveremo il modo...", propose Sanem.

Verso sera si presentò anche l'allenatore di Babu. Il legame che lo univa a quel ragazzo andava al di là dal semplice rapporto sportivo. Fin dalla prima volta che lo aveva visto in palestra, aveva intuito che avesse del potenziale, non solo grazie alle sue doti fisiche, ma soprattutto perché in lui aveva scorto una sete di rivincita nei confronti della vita, rara da trovare in ragazzi così giovani.

Questa era stata la differenza che aveva fatto di Babu un giocatore talentuoso, il migliore che avesse incontrato in tutta la sua carriera. Si augurava solo che tutta quella grinta e determinazione non andassero perdute.

Dopo essersi intrattenuto un po' con lui, lo saluto e andò alla ricerca di Can per parlargli.

Lo trovò che stava prendendo un caffè dal distributore automatico, lungo il corridoio.

"Signor Divit, ha cinque minuti da dedicarmi?" chiese raggiungendolo.

"Certamente! Anzi ho anch'io qualcosa da dirle. Babu mi ha raccontato come sono andate le cose e da quanto mi ha detto sembra che si sia procurato da solo gli antidolorifici con l'aiuto di un compagno di squadra che possiede una farmacia... Forse lei lo conosce e può verificare..."

L'allenatore ci pensò su un attimo e poi confermò: "Ma certo, deve trattarsi di Mulat..."

"Ho dato la mia parola a Babu che non ci saranno ripercussioni, per cui verifichi pure, ma per quanto mi riguarda questa brutta storia finisce qui."

"D'accordo, non si preoccupi. Fortunatamente non ci sono state gravi conseguenze e credo che entrambi i ragazzi abbiano imparato la lezione. Piuttosto, volevo farle una proposta. Babu è un ottimo giocatore dentro e fuori dal campo, nel senso che è in grado di costruire una partita nei minimi dettagli. Mi piacerebbe proporgli di diventare allenatore. E' un leader, sa farsi ascoltare, e questo potrebbe aiutarlo a superare la delusione dell'espulsione dalla squadra nazionale... Che ne pensa?"

Can sembrò riflettere un istante, ma in realtà quella proposta arrivava come manna dal cielo: "Non so davvero cosa dire...Credo che Babu ne sarebbe davvero onorato e magari, sì, gli darà un nuovo obiettivo a cui puntare."

"Chiaramente la cosa non sarà immediata perché dovrà seguire un corso e sostenere un esame..."

" A maggior ragione allora! Se voleva conoscere il mio parere sappia che è più che favorevole."

"Era proprio quello che speravo di sentire. Adesso la lascio tornare da suo figlio e appena si sarà ripreso gliene parlerò!"

"Grazie infinite!" disse Can stringendogli calorosamente la mano.

Quella sera Amina ed Efe chiesero ai dottori il permesso di trascorrere la notte con Babu e questi, anche se non era necessario, acconsentirono, ritenendo che avere i fratelli accanto lo avrebbe aiutato dal punto di vista psicologico.

Can e Sanem, invece, terminato l'orario di visita, tornarono a casa.

"Se non ti dispiace farei prima un bagno caldo e poi penserei alla cena..."disse lei.

"Non ti preoccupare, tu vai pure, alla cena provvedo io", la tranquillizzò Can.

"Sei sicuro?" chiese alzando un sopracciglio scettica.

"Sicurissimo, fidati!"

Si sentiva davvero stanca, non solo per aver trascorso tutta la giornata in ospedale, ma per tutto quello che era accaduto in quei pochi giorni. La tensione che aveva accumulato e che aveva acuito tutti i suoi sensi, se ne stava andando lasciandola più serena, ma priva di forze, come una molla che viene liberata dalla pressione che l'ha tenuta compressa per molto tempo.

Si spogliò ed entrò nella vasca sentendo un immediato sollievo. Si abbandonò alla sensazione dell'acqua calda che le lambiva la pelle, come una delicata, infinita carezza. Poggiò il capo al bordo, chiuse gli occhi e si lasciò andare.

Non seppe dire quanto tempo passò, ma quando li riaprì, trovò Can sulla porta che la osservava in silenzio.

"Non ho mai visto niente di più bello", mormorò tra sé e sé senza muovere un passo.

"Devo, devo essermi appisolata", balbettò Sanem confusa.

Lui sembrò riscuotersi e schiarendosi la voce cercò di recuperare lucidità.

"La cena è pronta", disse per poi uscire frettolosamente.

Sanem rimase sconcertata, non sapendo come interpretare quel comportamento: che si fosse arrabbiato perché aveva ritardato? O che si fosse sentito in imbarazzo per averla sorpresa così?

Sorrise, a quel pensiero e scosse la testa: Can in imbarazzo? Impossibile, si disse, anche se tanto impacciato non lo aveva mai visto.

Per non farlo attendere ulteriormente si preparò in fretta, raccogliendo i capelli, ancora umidi, in una crocchia, che fermò sulla nuca con un mollettone e, visto che buona parte dei suoi vestiti era ancora da Ayan, indossò senza pensarci la maglietta che lui usava per dormire e che era lì sul letto.

Non si soffermò a controllare il risultato alla specchio, ma raggiunse velocemente la cucina. Sulla soglia si bloccò, soffocando un grido di sorpresa. Sul tavolo, apparecchiato per due, c'erano dei fiori freschi e delle candele accese, un vassoio di dolma, salse e verdure: tutto esattamente come quella sera.

"Hai fatto tutto tu?" fu l'unica cosa che riuscì a dire.

"Beh le candele e i fiori sì, ma per la cena confesso che mi ha aiutato questo", rispose indicando il cellulare.

"Oh...", poi rendendosi conto di com'era vestita, si guardò mortificata: "forse è il caso che vada a cambiarmi... Sono impresentabile!"

"Non osare!" la fermò all'istante Can "Sei perfetta così! Anzi c'è solo una cosa che possiamo migliorare..." aggiunse avvicinandosi e allungando una mano a scioglierle i capelli che ricaddero sulle spalle.

"Ecco adesso sei davvero perfetta, perfetta per me!"

RITROVARSIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora