CAPITOLO 10

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 "Sei taciturna, c'è qualcosa che non va?" chiese Can mentre rientravano a casa al termine della cena.

Sanem volse il viso a guardarlo; non aveva voglia di discutere, così si limitò a rispondere che andava tutto bene, che era solo stanca, ed era vero. Era stanca, ma non della serata, bensì di quella situazione che la faceva sentire costantemente in bilico: a volte le pareva di essere tornati i Can e Sanem di un tempo e ne era felice, altre volte, invece, come quella sera, aveva l'impressione che la frattura tra loro fosse insanabile e che non condividessero più gli stessi sogni. Se era così, che senso aveva continuare a stare insieme?

Con un sospiro chiuse gli occhi, appoggiò la testa al sedile dell'auto e cullata dal suo movimento si addormentò.

Le settimane successive trascorsero in una normale tranquillità, poi, poco a poco, il lavoro presso lo studio di Can aumentò e, così pure, il tempo che lui doveva dedicargli.

All'inizio ce la mise tutta per non trascurare la sua famiglia e Sanem, ma poi impegni improvvisi e problemi dell'ultimo minuto lo costrinsero, prima a ritardare il rientro a casa, poi a saltare le cene ed, infine, a giustificare la propria assenza alle riunioni di quartiere, ai colloqui con gli insegnanti di Amina e alle visite degli amici.

Babu, nel frattempo, aveva terminato il ritiro sportivo e per lui si avvicinava un appuntamento molto importante: avrebbe dovuto giocare una partita alla presenza di alcuni tecnici della nazionale di basket, alla ricerca di nuovo talenti da avviare alla carriera professionistica.

Ci teneva a fare bella figura, non solo per se stesso, ma per rendere fieri Can e Sanem, per dimostrare tutta la riconoscenza e l'affetto che provava nei loro confronti, una specie di "GRAZIE" per tutto quello che negli anni avevano fatto per lui.

"Spero solo che l'emozione non mi giochi brutti scherzi, non me lo perdonerei mai", si confidò con la sorella quel pomeriggio, prima di uscire di casa diretto in palestra.

"Sei bravo Babu, hai talento e hai lavorato sodo per arrivare fin qui. Vedrai che andrà tutto bene e che sarai scelto", provò a tranquillizzarlo Amina.

"Tu ci sarai vero?"

"Certo e sarò la tua tifosa più sfegatata."

"E mamma e papa? Pensi che verranno anche loro?"

"Ma che domande fai? Ovvio che saranno presenti..."

Babu parve dubbioso: "Non lo so, li vedo così distratti ultimamente, soprattutto papà. Sembra che abbia messo radici in ufficio. E anche quand'è a casa è come se non ci fosse..."

"Lo sai che ha molto lavoro e per quanti sforzi faccia è umano anche lui e, purtroppo, non ha il dono dell'ubiquità."

"Hai ragione, però vedere la mamma così mi dispiace. Lei è ancora innamorata persa di papà..."

"Perché pensi che Can non lo sia?" lo interruppe Amina.

"Non lo so! Comunque sia è uno strano modo di dimostrarlo."

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Erano le 19.00 e nel palazzetto i posti a sedere si stavano riempiendo velocemente. Amina era già entrata, mente Sanem aveva preferito rimanere fuori ad aspettare Can.

La partita sarebbe iniziata alle 19.30 e alle 19.15 non c'era ancora nessuna traccia di lui.

Sanem cominciò a preoccuparsi e poi ad innervosirsi poiché al telefono rispondeva la segreteria che invitava a lasciare un messaggio. Lo fece non una, ma due, tre volte, finché fu costretta a entrare se non voleva perdersi l'inizio del match.

Scrutò tra il pubblico e vide Amina che le faceva segno di raggiungerla.

"Papà non è arrivato?" chiese.

"No, è rimasto imbottigliato nel traffico, ma arriverà a momenti", mentì.

La partita iniziò ma per quanto si sforzasse, Sanem non riusciva a seguirla. La mente occupata da mille pensieri: dov'era finito Can? Cosa lo aveva trattenuto? Perché non l'aveva avvertita? Che gli fosse successo qualcosa? Mille emozioni diverse attraversarono il suo animo: paura, rabbia, delusione, senso di impotenza e di nuovo collera, panico, sfiducia.

Alla fine si riscosse e decise che qualunque cosa fosse capitata non era giusto che a rimetterci fosse Babu. Lui in quel momento aveva bisogno del sostegno di tutta la famiglia e lei non glielo avrebbe negato. Si alzò in pedi e cominciò ad incitare tutta la squadra, applaudendo ad ogni canestro e dando, così, libero sfogo alla propria frustrazione.

Fu una bella partita anche se a vincerla furono gli avversari.

L'allenatore di Babu rimase comunque soddisfatto, tanto più che un paio dei suoi ragazzi ottennero l'attenzione dei tecnici che promisero di farsi sentire presto.

"Notizie di Can?" chiese Amina

Sanem controllò per l'ennesima volta il cellulare e poi scosse la testa: "No, niente..."

"Perché non passiamo in studio, magari ha avuto un contrattempo..."

"E non è neppure riuscito ad avvertire?... In ogni caso è una buona idea e tra l'altro è pure di strada. Tu aspetta tuo fratello, io, intanto vado a recuperare la macchina e ci vediamo fuori."

In realtà voleva allontanarsi da sola per provare a richiamare Can, ma c'era sempre la segreteria telefonica.

Quando Babu apparve, cambiato e fresco di doccia, la sua eccitazione era palpabile: "Mi vogliono incontrare, sembra che abbia fatto una buona impressione... ma papà?"

Sanem ignorò la domanda, preferendo complimentarsi con lui: "Sono orgogliosa di te caro e ti auguro con tutto il cuore che questo sia solo il primo di tanti successi, anzi ne sono sicura", disse abbracciandolo.

"Non è venuto, vero?" insistette lui.

"No, con suo grande dispiacere non ce l'ha fatta, ma ci aspetta in studio per festeggiare."

Quando arrivarono, com'era prevedibile tutti se n'erano andati. Sanem, seguita dai ragazzi, entrò e si diresse verso l'ufficio di Can che aveva la porta aperta, probabilmente per controllare che nessuno entrasse, visto l'ora tarda. Sulla soglia si bloccò: lui era seduto alla scrivania e stava lavorando al computer; accanto, forse troppo accanto, Sevim.

"Credo che per oggi possa bastare. Sei stata qui tutto il giorno, sarai stanca, vai pure a casa. Ci vediamo domattina."

"Va bene, grazie Can, a domani. Buonanotte!" rispose lei posandogli un bacio sulla guancia e lasciando la stanza, notando solo in quel momento la presenza di Sanem e dei ragazzi.


ECCO L'ERRORE IMPERDONABILE DI CAN E ADESSO????

RITROVARSIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora