Dopo essersi schiarito la voce Can si rivolse a quella splendida creatura al suo fianco. Allah non sarebbe mai riuscito a farle capire quanto profondamente l'amasse, quanto fosse indispensabile per lui! Avrebbe potuto sopravvivere a tutto ma non alla sua mancanza. Lei dava un significato a tutte le cose, lei era il senso di ogni cosa.
"Sentiamo, Sanem Aydin, come hai pensato di trascorrere questa serata tutta nostra?"
"Prima che te lo dica devi promettermi che non solleverai obiezioni!"
"Così mi spaventi..."
"Promettimelo!"
Lui la scrutò sospettoso senza rispondere.
"Allora?" insistette lei, impaziente.
"D'accordo hai vinto, non dirò nulla."
"Andiamo al Luna Park!"
A quella richiesta per quanto si sforzasse, Can non riuscì a trattenere una risata. "Al Luna Park?" ripeté incredulo.
"Sì, ti prego! Per una sera vorrei tornare bambina..."
Lui si finse pensieroso; si divertiva un mondo a farla stare sulle spine. "Va bene, che Luna Park sia! Ma ho anch'io una condizione..."
"Sentiamo..."
"Montagne russe!"
Sanem sbarrò gli occhi: "Dovevo aspettarmelo! Tu non rendi mai nulla facile!"
"Prendere o lasciare..."
Lei sbuffò: "Prendo, prendo, purché tu mi tenga stretta!"
"In effetti era quello il mio obiettivo!" esclamò soddisfatto prima di risalire in auto.
Una delle cose che più affascinava Can, di Sanem, era come in lei vivessero mille donne diverse, che lui non si stancava mai di scoprire. Lei sapeva essere sensuale, passionale, tenere, generosa, saggia, ma anche caparbia, riflessiva. Viverle accanto ero un costante stimolo e lo costringeva a rinnovarsi, a reinventarsi ogni giorno per stare al suo passo.
Avevano commesso tanti errori, entrambi, ma da essi avevano imparato molto.
Avevano imparato che in amore non c'è mai un punto d'arrivo, ma ogni giornata vissuta insieme è un punto di partenza, che possiamo affrontare con il sorriso sulle labbra o meno. Sta a noi decidere.
Avevano imparato che nei piccoli gesti, nelle attenzioni reciproche, nelle carezze spontanee, negli sguardi rubati, nei "ti amo" sussurrati all'orecchio si racchiude il vero significato dell'amore e che bastano queste piccole cose a mantenerlo sempre vivo e palpitante.
Trascorsero una serata indimenticabile, di quelle che avrebbero ricordato anche negli anni a venire e che probabilmente avrebbero raccontato ai nipoti. Non si risparmiarono nessuna attrazione, risero e si presero in giro come non facevano da tempo, scoprendo quanto è bello e liberatorio, ogni tanto, lasciar emergere il lato fanciullesco che c'è in ognuno di noi.
Era ormai notte fonda quando rincasarono. Cercando di non far rumore entrarono nelle stanze dei ragazzi per controllare che stessero dormendo, come facevano quando erano piccoli e, come allora, sostarono sulla soglia ad ammirarli, scambiandosi occhiate d'orgoglio consci di aver fatto un buon lavoro di squadra.
"Vorrei che questa giornata non finisse mai", sussurrò Sanem chiudendo la porta della camera di Amina.
"Se ti va potremmo farla durare fino al sorgere del sole", propose Can.
"Dici sul serio?"
"Perché no, in fondo non manca molto all'alba. Potremmo aspettarla insieme, in giardino..."
"Can Divit, sei proprio un romanticone!" lo prese in giro Sanem prendendolo per mano e guidandolo all'esterno.
Si accoccolarono vicini, l'una tra le braccia dell'altro, in silenzio, godendo della semplice reciproca presenza, del calore dei loro corpi, del respiro lieve che solleticava la loro pelle.
Non avevano bisogno di altro: il loro mondo era tutto lì!
"Sai Can, ti devo ringraziare..." disse ad un certo punto Sanem.
"Per cosa?"
"Per aver scelto me, per aver voluto sempre e solo me..."
"Sono io che ti devo ringraziare per avermi aspettato, per avermi insegnato ad amare, per avermi fatto capire che l'unica vera ricchezza che abbiamo sono gli affetti..."
"Il nostro è stato un buon matrimonio, vero Can?" chiese ancora Sanem con una nota d'ansia nella voce.
"Non poteva essere migliore, tesoro. E oggi non rinnego neppure tutti gli sbagli commessi perché ci hanno reso più forti e sicuri del legame che ci unisce... A proposito tra poco sarà il nostro anniversario, come vorresti festeggiarlo?"
"Mmm... stupiscimi, pensa a qualcosa che a me piacerebbe fare con te ma che non oserei mai chiederti, e io farò lo stesso."
"Davvero!?" chiese malizioso Can.
"Oh santo cielo, sei proprio incorreggibile!" lo rimproverò Sanem fingendosi infastidita e liberandosi dalla sua stretta, ma lui non la lasciò andare.
"D'accordo, d'accordo scherzavo, non arrabbiarti...Okay, ci sto. Prometto che ti sorprenderò Sanem Aydin e sono certo che poi non potrai più fare a meno di me!"
"Temo che non sarà possibile perché io, già ora, non posso fare a meno di te!"
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RITROVARSI
عاطفيةQuesto racconto è il seguito di "RICOMINCIARE DA NOI". Sono passati diciassette anni, Can e Sanem con i loro tre figli formano una famiglia all'apparenza perfetta, ma, come spesso accade, non è tutto oro ciò che luccica. Dietro un'apparente serenità...