CAPITOLO 17

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 "Sento che ti sto perdendo e non so cosa fare per trattenerti..." Quelle parole continuavano a risuonarle nelle orecchie mentre, seduta accanto a Engin, nella sua auto, stava andando a prendere in istituto la piccola Asia per accompagnarla dai genitori affidatari.

Era davvero così? Voleva lasciare Can? Non aveva una risposta da dare né a se stessa né a lui. Non poteva negare che quando lo aveva rivisto, alla partita, il suo cuore aveva perso un battito e quando si era ritrovata tra le sue braccia un fremito le aveva attraversato tutto il corpo, ma era anche vero che da Ayan, lontano da lui, aveva ritrovato la serenità. Si era riappropriata della sua vita, del suo "io", rendendosi conto che l'amore che provava per Can e i suoi figli le aveva fatto dimenticare che aveva anche dei doveri verso se stessa. Adesso che i ragazzi erano cresciuti e Can si era buttato a capofitto nel lavoro, lei si era ritrovata sola, senza uno scopo.

Aveva pensato di dover donare tutta se stessa agli altri, convinta di essere indispensabile, insostituibile per loro, e forse lo era stata. Non si era accorta, però, che erano gli altri ad essere diventati ossigeno per lei e di questo non poteva incolpare nessuno, tranne se stessa.

"Ti vedo preoccupata... Ne vuoi parlare?" La voce di Engin la riscosse da queste riflessioni e la riportò al presente.

"Stavo solo pensando alla piccola Asia", mentì "spero tanto che si ambienti facilmente nella nuova famiglia e che trovi un po' di serenità... Ha già sofferto così tanto!"

"Andrà bene, vedrai" la tranquillizzò lui, afferrandole la mano e stringendola dolcemente.

Sanem lo guardò, abbozzando un sorriso, e con la scusa di cercare qualcosa nella borsa si liberò dalla sua stretta.

Giunti all'istituto trovarono la piccola che li stava aspettando. La responsabile della struttura li ringraziò per la disponibilità, perché quella non era la normale procedura. In genere erano i genitori affidatari che si recavano lì, ma in questo caso tutti si erano dichiarati d'accordo col procedere con estrema cautela.

"Signora Sanem è davvero gentile ad accompagnare la bimba... in questo periodo si è molto affezionata a lei..."

"Le garantisco che la cosa è reciproca. Io e Asia siamo diventate grandi amiche e gli amici si danno sempre una mano, vero?" domandò rivolta alla piccola, che confermò timida con un cenno del capo.

La famiglia affidataria viveva a Gebze, una cittadina poco distante da Istanbul e aveva già una bambina di un paio d'anni più grande di Asia.

Quando arrivarono furono accolti in maniera molto informale e amichevole, come se si conoscessero da anni e questo fece sì che la bambina si sentisse subito a proprio agio. Abbandonò senza timore la mano di Sanem, alla quale si era aggrappata appena scesa dall'auto e corse via con la nuova sorellina.

"E' così felice ed elettrizzata all'idea di avere qualcuno con cui giocare e condividere la camera che se non foste arrivati, avremmo dovuto venirvi incontro", scherzò la madre.

"Sono certa che stare insieme farà bene ad entrambe..." rispose Sanem.

"A proposito spero che vogliate accogliere il nostro invito a fermarvi qui per la notte..."

"In realtà abbiamo prenotato un albergo in centro", intervenne Engin.

"Non se ne parla proprio", insistette la padrona di casa "resterete qui... Credo sia meglio anche per Asia."

Di fronte a tanta insistenza non poterono rifiutare e Sanem, in cuor suo, si sentì sollevata perché l'idea di trascorrere del tempo da sola con Engin, dopo quello che era accaduto in macchina, la metteva a disagio.

Doveva ammettere che Can aveva sempre avuto ragione: Engin provava qualcosa per lei e lei, inconsciamente, con il suo comportamento affabile aveva alimentato quel sentimento, che credeva fosse amicizia e stima, gettando benzina sul fuoco. Ma se anche avesse lasciato suo marito, sapeva che non avrebbe mai potuto innamorarsi di un altro. Costruire un rapporto richiede tempo, impegno sacrificio, comporta momenti di pura gioia ma anche di sofferenza e lei non era disposta a rivivere tutto questo con nessun altro uomo.

Se doveva ricominciare, avrebbe ricominciato da sola.

Passarono quello che restava del pomeriggio chiacchierando amabilmente del più e del meno, poi all'ora di cena Sanem si offrì di dare una mano alla padrona di casa.

"Spero che non si offenda se le confesso che ho cercato delle informazioni su di lei..." disse quest'ultima, mentre erano ai fornelli.

"Informazioni?" chiese sorpresa Sanem.

"Sì, fin dal nostro primo incontro mi ha incuriosito molto..."

"E cos'ha scoperto?"

"In realtà non tanto: conduce una vita riservata, è sposata con un noto fotografo, assai affascinante aggiungerei io, e ha tre figli di cui due adottati... e questo, forse, spiega come mai si sia dedicata a questo lavoro... ho indovinato?"

Sanem sorrise: "Beh direi di sì. Aver adottato Babu e Amina mi ha spinto a voler fare qualcosa per quei bambini che, senza aver nessuna colpa, si trovano a vivere in situazioni difficili e dolorose. I loro sorrisi sono una gioia immensa..."

"E l'avvocato Brusin? Anche il suo sorriso è una gioia immensa?"

"Che intende?"

"Voglio essere sincera con lei Sanem. E' stato Engin ad insistere perché foste voi ad accompagnare qui Asia, che come ha potuto constatare, non ha avuto alcuna difficoltà a legare subito, e ora capisco il perché: quell'uomo è innamorato perso di lei, ma non capisco se lei lo sia altrettanto, non mi pare. Per questo ho voluto che rimaneste qui ... Ho sbagliato?"

Sanem guardò sorpresa quella donna che, in attesa della sua risposta, la stava scrutando attentamente e sentì che di lei poteva fidarsi.

"No, non ha sbagliato, anzi mi ha tolto da una situazione davvero sgradevole. L'avvocato Brusin e io ci conosciamo da parecchio tempo. Anni fa ho anche lavorato per lui, ma io l'ho sempre considerati un amico, niente di più. Al momento il mio matrimonio è in crisi e io, stupidamente, ho creduto che Engin volesse aiutarmi... come amico, ma oggi mi sono resa conto di aver sbagliato. Lui vuole qualcosa che io non posso dargli..."

La donna le si avvicinò, le afferrò una mano e gliela portò all'altezza del cuore.

"Perché lei ama ancora suo marito... Forse la sua mente è confusa, ma il cuore, quello non mente mai. Lo ascolti, Sanem, prima che sia troppo tardi! Non lasci che delle semplici incomprensioni diventino dei muri invalicabili..."

RITROVARSIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora