CAPITOLO 27

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 "Sei proprio sicuro di voler creare una società con Deren? Il rapporto tra capo e dipendente è molto diverso da quello che si crea tra due o più soci e, credimi, nella mia carriera ho visto saltare tante attività ben avviate a cause di liti interne..."

Can, seduto nell'ufficio di Metin stava ascoltando, senza in realtà udirla veramente, la ramanzina che l'amico gli stava propinando. Ormai aveva preso la sua decisione e non avrebbe cambiato idea.

La sua famiglia era più importante di ogni altra cosa. Era dovuto arrivare al punto di perderla per capirlo, ma non avrebbe più commesso lo stesso errore.

Gli ultimi giorni erano stati magici, seppur offuscati dalla preoccupazione per l'operazione di Babu.

Attraverso Sanem e il suo amore incondizionato, aveva ritrovato se stesso. Nessun'altra donna si sarebbe comportata come lei, se ne rendeva perfettamente conto e, adesso, toccava a lui dimostrare, con fatti concreti, che quell'amore di cui si riempiva la bocca era vero, palpitante e irrinunciabile.

La gioia con la quale Sanem aveva accolto la notizia di voler creare una società con Deren per avere più tempo libero, il sorriso che le aveva illuminato il viso e le lacrime che non era riuscita a trattenere, lo avevano reso fiero. L'aveva fatta felice e, attraverso lei, aveva reso felice se stesso perché loro erano questo: due facce della stessa medaglia, l'uno lo specchio dell'altra, un'unica inscindibile realtà!

"Credimi Metin, ho valutato attentamente tutti i pro e i contro e sono sicurissimo di quello che faccio. Deren è un'ottima collaboratrice e sarà anche un'ottima socia; inoltre nessuno dei miei figli sembra intenzionato a prendere il mio posto e io sono stanco di passare tre quarti della mia giornata in ufficio. Avevo aperto lo studio per stare accanto a mio padre quando si è ammalato, pensando fosse una cosa temporanea, ma poi ho conosciuto Sanem e... beh il resto lo sai. Ultimamente, però, ne ho fatto il centro della mia esistenza, rischiando di perdere l'unica cosa davvero importante: l'amore di mia moglie e questo non deve più accadere!"

Metin lo guardò e poi, sorridendo, scosse la testa: "Certo che ne avete fatta di strada tu e Sanem..."

"In realtà", disse Can " è sempre stata lei a tracciare la strada. Io l'ho solo seguita, spesso arrancando e inciampando per starle dietro, ma lei non ha mai rinunciato, non si è mai arresa... Ha avuto una pazienza infinita... Spesso mi chiedo cosa ne sarebbe stato di me se non l'avessi conosciuta..."

"Sicuramente non saresti seduto qui, a parlare con me... Forse in giro per il mondo a scattare fotografie, libero..."

"Libero?!" lo interruppe Can "Oh no, ti sbagli fratello. La vera libertà l'ho trovata con Sanem: la libertà di essere me stesso e di essere amato per questo!" Poi ammiccando aggiunse: "Sai, penso che dovresti provare anche tu a sistemarti..."

"E credi che io non lo abbia voluto e non lo voglia?" gli rispose serio l'amico "Il problema è che donne come Sanem sono una rarità..."

A quelle parole Can gli rivolse un'occhiata sospettosa: "Mi stai forse dicendo che anche tu..."

Non finì la frase perché Metin confessò: "Sì Can, anch'io sono stato innamorato di Sanem, ma l'ho capito troppo tardi. I nostri padri si conoscevano da sempre, lo sai, e io credevo che il sentimento che provavo per lei fosse solo amicizia o, al massimo, affetto fraterno, ma quando vi siete messi insieme ho compreso che non era così. Ero geloso e questo aveva una sola spiegazione..."

Can lo guardò sgomento: "Perché non mi hai mai detto niente?"

"E perché avrei dovuto? Cosa avresti fatto? L'avresti lasciata? Avresti rinunciato alla nostra amicizia? Lei ti amava e tu amavi lei e io volevo troppo bene a entrambi per mettermi nel mezzo..."

"Ma quando me ne sono andato avresti potuto..."

"Avrei potuto fare cosa?" lo interruppe Metin "Sanem era innamorata di te Can, non avrebbe mai guardato nessun altro uomo e non aveva bisogno di questo... e poi una parte di me ha sempre saputo che tra voi non era finita. Non ti porto nessun rancore Can, davvero, perché rinunciare a lei non è stato vano. Tu l'hai resa felice, nonostante tutti i tuoi errori lei, con te, è felice."

"Metin io non so proprio cosa dire..."

"Non dire niente. Ti chiedo solo di non farla soffrire ancora, perché se dovesse davvero stancarsi di aspettarti non potresti fare più nulla per riportarla nella tua vita. Te lo dico da amico. Ora va, parla con Deren, mentre io preparo una bozza di contratto."

Can si alzò ancora scosso per quello che aveva appena scoperto e, senza dire una parola, abbraccio l'amico: un grazie non sarebbe stato sufficiente.

Rientrato in studio, convocò Deren nel suo ufficio.

"E' successo qualcosa?" chiese quest'ultima.

"No, stai tranquilla, ma c'è una questione urgente che vorrei discutere con te."

"Va bene, ma così mi spaventi."

Can sorrise: "In realtà è una bella notizia, almeno per me lo è... Vorrei che tu diventassi socia al 50% di questo studio..."

Deren spalancò gli occhi incredula: "Cooosa?"

"Sono stanco Deren, ho bisogno di avere più tempo da dedicare a me stesso e alla mia famiglia. Gli avvenimenti di quest'ultimo periodo mi hanno fatto capire che non posso andare avanti così o rischio di perdere tutto quanto... Tu sei una collaboratrice fantastica, di cui mi fido ciecamente e conosci questo lavoro quanto me, forse anche meglio. Non è un gesto di generosità nei tuoi confronti, semmai un atto di egoismo perché non ti sto offrendo solo onori, ma un sacco di oneri..."

"Can mi hai colta impreparata, non so proprio cosa dirti..."

"Non devi rispondermi subito, pensaci! Ho già parlato con Metin per stipulare un possibile accordo. Non ti chiedo di investire nulla, al momento. Possiamo trovare delle vie alternative come ad esempio una diversa distribuzione degli utili. In ogni caso se non dovessi accettare tu, sarei costretto a rivolgermi ad altri perché io ho davvero bisogno di staccare da tutto questo!"

Deren non aveva bisogno di pensarci. Nel suo intimo aveva accarezzato quel sogno migliaia di volte e ora che poteva diventare realtà non se lo sarebbe lasciato sfuggire.

"Ci sto!" rispose di getto per poi suggellare quell'impegno con una calorosa stretta di mano.

RITROVARSIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora