Matrimonio

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Presa dai mille pensieri che avevo in testa, tra il lavoro, l'università che avrei iniziato da lì a pochi giorni, la casa della quale mi dovevo occupare ogni giorno perché Jaxon lasciava in giro la roba, mi ricordai che non ero più passata a trovare i miei genitori. Così, dopo le ore passate in libreria in cerca di qualche libro che potesse aiutarmi per il mio piano di studi, mi trovavo davanti alla porta di casa dove ero cresciuta. Cercai le chiavi  nella borsa, sperando di non averle dimenticate da qualche parte, come era mio solito fare. Quando finalmente trovai il portachiavi, le infilai nella serratura e quando la porta si aprì mi sentii finalmente bene. Lasciai cadere la borsa dei libri per terra con un sonoro tonfo, dopodiché mi avviai in soggiorno abbandonandomi a peso morto sul divano. Dire che ero stanca era un eufemismo.

Mi rigirai sul divano, quando sentii dei passi, chiaro segno che qualcuno si fosse accorto del mio arrivo.

«Buongiorno Riley, vuoi che chiamo tua madre?» domandò la domestica sorridendo mentre riponeva la mia giacca e la borsa sul tavolo con estrema precisione.

«È a casa?» risposi mentre mi stiracchiavo la schiena.

«Sì, sono a casa» esclamò la padrona di casa avvicinandosi poi al divano sul quale ero comodamente seduta.

Estrasse qualcosa dalla tasca e me la porse. La carta era di color perla, decisamente pomposa. Scossi la testa e aprii la busta, senza pensare minimamente a quello che avrebbe comportato.

Grace Morgan ed Adrian Hale,

annunciano il loro matrimonio!

Domenica 29 settembre,

Presso la villa Hale,

Kentwood

I miei occhi non ci misero molto a diventare pungenti. Non appena vidi il nome di mio fratello, sentii lo stomaco contrarsi in una morsa e la testa prese a girare pesantemente più di quanto non lo facesse già.

Rilessi quel foglietto per una ventina di volte e ogni volta la sensazione di allegria e orgoglio si impossessava di me. La persona con la quale avevo condiviso gran parte della mia vita si sarebbe sposato tra pochi giorni, con la fidanzata del liceo.

«Ma ci credi mamma?» dissi mentre sentivo il cuore battere ad un ritmo indescrivibile.

Posai una mano sul petto cercando di rallentarlo, mentre con l'altra accarezzavo quell'invito.

«Io ancora non ci credo. Lui si sposa, tu riprendi gli studi» alzai gli occhi verso mia madre, che si era posizionata accanto a me abbracciandomi stretta.

Facemmo merenda sul terrazzo mentre lei mi aggiornava sui preparativi che sarebbero iniziati proprio il giorno seguente. Mi disse anche sarei dovuta venire accompagnata da qualcuno e pensai subito a Eric ma lui sarebbe venuto con Chad.

«Perché non provi a chiedere a Dylan? È stato molto gentile con noi quando si è trattato di cercare Saul» la buttò lì mia madre, lanciandomi nella confusione più totale.
Iniziai a giocherellare con il telefono, indecisa sul da farsi, infine mia madre mi precedette cercando il numero di Dylan nella rubrica e chiamandolo di conseguenza. Aspettai  con il cuore in trepidazione che rispondesse.

«Pronto?» trattenni il respiro. «È successo qualcosa Ry?»

«Ciao... no, no» balbettai rossa in viso, cercando di riprendere il respiro.

Silenzio. Era sorpreso di sentirmi? In sottofondo si sentivano solo i nostri respiri agitati.

«Volevo chiederti una cosa» mormorai afona stringendo le nocche della mia mano sinistra. 

An inconvenient truth || Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora