Capitolo 7

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“Bella regà! Che state a guardà?”
Victoria aveva appena fatto il suo ingresso in casa e già faceva la sua solita confusione. La videro entrare come un uragano con il casco in mano e Chili in braccio. Era seguita a ruota da Auri e un paio di amici, di cui Damiano non era sicuro di ricordare il nome ma sembravano tutti appena rientrati dalla Fashion Week.
“Boh… ‘na serie nuova… un po’ ‘na palla!”
Rispose subito Thomas, distogliendo solo per un secondo lo sguardo dal suo smartphone.
“Ma se stai a giocà ai videogiochi da du’ ore! Nun l’hai nemmeno guardata!”
Protestò Leo, che invece sembrava particolarmente coinvolto dalle atmosfere seicentesche di quella serie strappalacrime.
“Noi andiamo in piscina, regà!”
Disse uno degli amici di Vic, dirigendosi verso il giardino con un paio di birre in mano.
“Shhh! Volete fare un po’ di silenzio? Ora mi tocca mandare indietro!”
Ethan era sempre lo stesso: concentrato e guastafeste quel tanto che bastava. Lo vide recuperare il telecomando e scorrere le scene fino ad arrivare a quella giusta.
“Che palle che sei!”
Victoria alzò gli occhi al cielo. Damiano poteva immaginarla alla perfezione anche senza vederla nel buio del salone illuminato solo dallo schermo acceso.
“Fatte in là, Chicco!”
Disse infine la bassista, facendosi posto a forza tra gli amici e prendendo una patatina dal sacchetto dell’assistente senza nemmeno chiedere il permesso. La piccola Chili, finalmente libera dal guinzaglio, si andò subito ad accoccolare ai piedi della sua padrona, proprio come faceva ogni sera.
Era bello starsene lì tutti insieme in quella specie di comune non proprio hippie. Damiano, che amava la propria solitudine, si rendeva conto però di apprezzare sempre di più quei piccoli momenti di gioia pura, nei quali si sentiva come il capo in una grande famiglia. Se all’inizio la convivenza era stata difficile, con il passare del tempo si rendeva conto che erano cresciuti, avevano imparato a conoscersi e anche le grandi liti di qualche anno prima non avevano più alcun senso di esistere. Amava quando rimanevano loro quattro soli, chiusi in sala prove per ore intere senza avere la cognizione del tempo e amava anche aprire le porte alle persone più care, per condividere tutto ciò che era loro.
Giulia si mosse appena al suo fianco, sistemandosi meglio nel suo abbraccio. Lei non la pensava allo stesso modo. Era scocciata da quella entrata sguaiata, Damiano ne percepiva il leggero nervosismo. Era felice che anche lei si fosse unita al gruppo per qualche giorno ma si rendeva conto che la ragazza era un po’ come un pesce fuor d’acqua. Per quanto si sforzasse, non riusciva davvero a legare con gli altri, forse perché più grande di loro o forse solo perché avrebbe preferito passare del tempo da sola con lui. Ma che altro avrebbe dovuto fare? Non potevano uscire a cena tutte le sere, così come non potevano rimanere chiusi in camera mentre tutti lì intorno si divertivano.
Cercò di concentrarsi sul film, non era poi così male, anche se di sicuro avrebbe evitato una maratona. Cercava di non farsi distrarre da Vic e Leo, che bisbigliavano piano, litigando su chi dei due dovesse tenere il pacchetto delle patatine. Erano incorreggibili, due bambini dispettosi ma si volevano un gran bene e in fondo era molto felice del bel rapporto che si era instaurato tra di loro, perché erano le due persone alle quali era più legato.
Come si capisce che si è innamorati?”
La voce dell’attrice attirò la sua attenzione. Era una scena abbastanza del cazzo a dire il vero. Odiava la storyline di quel personaggio inutile o forse era lui che si annoiava con quel genere di fiction.
La cameriera di fronte a lei si sistemò il grembiule con un sorriso confuso e imbarazzato.“Come si capisce? Beh… credo si sappia e basta.” Si guardò intorno, prima di sedersi proprio di fronte alla protagonista con emozione crescente. “Ci si rende conto che si vuol restare con quella persona in ogni momento e che quando si sta insieme i cuori battono forte all’unisono come se fossero un tutt’uno… E si ha sempre il sorriso in volto… giusto come avete voi ora.”
Proprio come Vic in quel preciso momento.
Proprio come lui, che senza nemmeno rendersene conto aveva girato lo sguardo, cercando quello della ragazza nell’oscurità. In quella frazione di secondo i loro occhi si incontrarono e fu come uno scontro di anime. Entrambi si affrettarono a rivolgere di nuovo tutta la loro attenzione sullo schermo, cercando di decodificare e reprimere nello stesso istante le emozioni affiorate all’improvviso. Di nuovo quella sensazione. Come il vuoto d’aria che si sente nella pancia quando si va forte sull’altalena, come la timida adrenalina della discesa in bicicletta o il primo morso dato ad un cibo buono.
Vic aveva preso in braccio Chili, forse per spezzare la tensione mentre lui aveva accarezzato la mano della fidanzata, ancora abbandonata tra le sue.
Si sentiva un perfetto coglione. Come poteva aver fatto davvero un pensiero così stupido? Il cuore… il sorriso… ma che cazzate sentimentali? Erano solo cliché romantici, così comuni da risultare nauseanti.
Ma allora perché?? Perché ci pensava in continuazione?
Perché se c’era una sola persona sulla faccia della terra che voleva far ridere fino alle lacrime, quella era proprio lei. Perché con lei non c’era mai nulla di tranquillo e di sicuro ma sembrava una eterna montagna russa, di quelle che lo spaventavano a morte ma lo attiravano al tempo stesso. Perché non riusciva a smettere di pensare a ciò che era successo a bordo piscina in una notte svedese e sperava che per lei fosse lo stesso. Ed era sbagliato. Lo era sempre stato. E loro avevano fatto di tutto per evitare il discorso, come se non fosse mai accaduto nulla e i loro corpi non urlassero di desiderio quando si trovavano a pochi metri di distanza come in quel preciso momento.
“Victó? Guarda chi è passato a farce ‘n saluto…”
La porta finestra si aprì all’improvviso, facendoli trasalire un po’ tutti. Aurora entrò scalza e grondante acqua con un sorriso a trentadue denti, trascinandosi dietro un ragazzone dal sorriso altrettanto contagioso.
“Ué, Luí! Bella!!”
Thomas aveva mollato il telefono per alzarsi appena e stringere la mano al nuovo arrivato.
“Ciao a tutti… scusate l’ora ma stavo passando da Milano per lavoro. Ho finito solo ora di girare e Vic mi aveva detto di fare un salto se mi fossi trovato nei paraggi… “
Sembrava un po’ in imbarazzo per essersi intromesso in quella specie di riunione famigliare. Victoria non disse nulla ma Damiano si accorse immediatamente di come le si erano illuminati gli occhi alla vista del suo ex.
“Tié, vieni a sederti qui… la vuoi ‘na birretta? Stavamo giusto finendo di vedere ‘sto strazio!”
Il chitarrista si alzò tutto felice, lasciandogli il posto accanto all’amica.
Che cazzo stava facendo Thomas? Non si ricordava di quanto l’aveva fatta soffrire?
Luigi si sedette sul grande divano, così vicino a Vic da fargli venire il vomito. I loro occhi azzurri si incontrarono e Damiano non ce la fece più.
“Io me ne vado a letto, va … so’ cotto! Vieni anche tu, amó?! Così non se stanno a strigne come sardine!” Chiese alla fidanzata, tenendole la mano per aiutarla ad alzarsi.
“Si ragazzi, continuate senza di noi! Scusaci Luigi, spero di vederti anche domani!”
Beh, lui no. Damiano sperava di non rivederlo mai più ma qualcosa gli diceva che se Victoria l’aveva invitato lì, probabilmente tra di loro si era riallacciato qualcosa. Si costrinse a non guardarli, non voleva essere troppo ovvio e nemmeno che Giulia lo scoprisse. Salì le scale velocemente e fu più forte di lui: la guardò. Se avesse potuto lì avrebbe colpiti con dei dardi infuocati attraverso un solo sguardo. Victoria lo evitò di proposito, ancora colpita da quel termine così famigliare, che un tempo il cantante usava solo per lei. Thomas invece lo ricambiò, restituendogli un’occhiataccia di chi sapeva. Doveva immaginarlo, il fratellinochecarino avrebbe sempre protetto Vic da lui ma come faceva a non rendersi conto che spingerla tra le braccia di quello stronzo era ancora peggio?
Si spogliò velocemente, mettendosi sopra alle coperte senza nemmeno abbassarle. Giulia era nel bagno adiacente alla camera da letto, intenta a struccarsi per la sua beauty routine serale.
Damiano sbuffò e prese in mano il cellulare. Le avrebbe scritto un messaggio prendendola in giro, dicendole che quel coglione non era il benvenuto a casa loro e che lei non imparava mai.
“Ma quindi Luí e Vic…?” La voce della fidanzata lo raggiunse, fastidiosa come una puntura di zanzara.
“Luí e Vic, cosa??” Gli rispose in modo sgarbato.
“Nulla… dicevo che sono tornati a vedersi… Ma lei non stava con quella ragazza moretta? Quella sportiva…?”
“Si chiama Joy e no, non lo so cosa faccia Victoria della sua vita privata. Lo sai che non sono affari miei.”
“Uh… quanto disprezzo…”
Sentiva il nervosismo crescere ad ogni parola ed il commento della ragazza non fece che aumentarlo.
“Non disprezzo proprio nessuno… solo non mi interessa, Vic è libera di fare quello che vuole quando è lontana dal gruppo, la sua vita amorosa non mi riguarda.”
Era vero, la vita privata dell’amica era sempre rimasta separata dal lavoro e soprattutto separata da lui. Si trattava di un tacito accordo tra di loro, dettato più dal buon senso che dalla gelosia: quando avevano capito che dovevano rinunciare alla possibilità di stare insieme e lasciarsi liberi a vicenda, avevano anche capito che non potevano imporsi la presenza di eventuali partner. Forse per questo non aveva mai incentivato il rapporto tra Vic e Giulia, perché sarebbe stato leggermente imbarazzante per tutti quanti, soprattutto per lui. Allo stesso modo aveva cercato di starsene alla larga da quel damerino tutto occhi e sorrisoni e addirittura non aveva mai cercato di diventare amico di Joy. Il loro equilibrio funzionava così: non si davano fastidio a vicenda e le loro storie d’amore non dovevano dare fastidio a quel rapporto speciale, che veniva prima di tutto. Qualunque partner, questo era puntualizzato fin dalle prime uscite, doveva sapere che per far parte della loro vita, doveva accettare il rapporto tra lui e Vic perché quello non sarebbe mai stato messo in discussione.
O forse no.
“A me sembri solo geloso…” Buttò lì la ragazza, stendendosi nel letto accanto a lui.
“Di chi? Di Joy??” Rispose lui con espressione offesa e sconvolta.
“Di lei, di lui… un po’ di tutti!” Non lo guardava ma il suo sguardo aveva un ché di malizioso mentre si massaggiava la crema nelle mani, prima di corocarsi.
“Io non sono geloso.” Lo aveva colpito sul vivo, proprio nel suo punto più debole.
“Neanche di me…?” Questa volta Giulia gli rivolse uno sguardo inequivocabile.
“Certo… di te sempre!” Le sorrise, sfiorandole le labbra con un bacio.
La ragazza ci rimase male, aspettandosi qualcosa di più e si avvicinò pericolosamente a lui.
“Amore… so’ stanco. Scusame davvero… e poi lo sai che se ce stanno gli altri intorno, nun me va…”
La donna fece un leggero broncio ma lo sapeva che lui aveva un sacco di regole, soprattutto quando si trovava a lavorare insieme agli amici come in quella occasione. Si misero a letto, abbracciati l’uno all’altra, mentre il chiarore della luna filtrava attraverso le persiane accostate e le voci degli amici arrivavano dal giardino sottostante.
Damiano lanciò un’occhiata al comodino, sul quale giaceva il telefono. Voleva scriverle ma non ne aveva avuto il tempo, ora se lo avesse fatto Giulia avrebbe fatto troppe domande. Voleva delle spiegazioni da Vic, voleva che gli dicesse che l’arrivo di Luigi era stata un’incursione eccezionale e che non ci sarebbe ricaduta mai più.
“Daje Luí… tuffo a bomba!!”
La risata degli amici e un fragoroso splash nelle acque fresche della piscina, seguito dalle imprecazioni divertite dell’amica, che doveva aver bevuto un po’.
Ma che cazzo stavano facendo a quell’ora? Ancora un po’ e si sarebbe affacciato alla finestra per dirgliene quattro.
Si sistemò spazientito il cuscino sotto alla testa, tentando di prendere sonno per far fermare i suoi pensieri ma tutto ciò a cui riusciva a pensare era la risata di Vic, che si divertiva là fuori senza di lui.

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