Erano quasi le cinque quando si era svegliata di soprassalto in un bagno di sudore. Non sapeva quanto aveva dormito, sapeva solo che la luce fuori dalla finestra stava pian piano cambiando e che a giudicare dalle vibrazioni del suo telefonino, doveva già essere in un ritardo tremendo per le prove.
Si alzò, sentendosi di merda. Da quando in qua dormiva durante il pomeriggio? Forse dai tempi dell’asilo non le capitava più una cosa del genere ma era davvero esausta o forse era solo un suo modo infantile di somatizzare la tensione, che ormai aleggiava nel gruppo, dopo il ritorno a casa.
Come prevedibile la mattina della partenza era stata traumatica. Si era vergognata tantissimo quando lei e Damiano si erano incontrati nella hall dell’hotel parigino. Lui era con Giulia, la quale sembrava appena uscita dalla copertina di una rivista di moda mentre lei si sentiva una specie di pungiball, con il segno del cuscino ancora impresso sul viso e la voglia di vivere di un bradipo. Damiano l’aveva a malapena salutata ma si era affrettato a slegare la sua mano da quella della compagna non appena aveva avvertito la sua presenza. Joy e Thomas l’avevano subito presa in giro per la sua aria da zombie e soprattutto per la sbornia della sera prima, raccontandole di quando i ragazzi della sicurezza avevano dovuto farla entrare da una porta secondaria, dal momento che era letteralmente svenuta sui sedili del minivan.
“Vuoi fare colazione? Siamo ancora in tempo…”
Le chiese Ethan che invece si era molto preoccupato per la sua salute. Era normale per lui vedere gli amici che facevano baldoria ma quella sera Victoria sembrava così stanca da non reggere nemmeno l’alcol, al quale di solito era abituata.
Victoria aveva declinato la proposta, scuotendo la testa con aria schifata. Se avessero saputo che quel malessere era ancora più psicologico che fisico, avrebbero capito che la bassista era sull’orlo delle lacrime. Sarebbe bastata una parola fuori posto, uno sguardo, forse anche una buca dell’asfalto presa a troppa velocità e lei sarebbe letteralmente scoppiata.
Come aveva potuto essere così sconsiderata? Come? Come??
Si sentiva una poco di buono, aveva sedotto l’uomo di un’altra, si era proposta come la peggiore delle amanti dopo aver mantenuto per settimane la sua cazzo si posizione. Ma cosa le diceva il cervello? E pensare che dopo il viaggio in Russia si era data delle regole ferree, che mai e poi mai avrebbe infranto. Ma lui, cazzo… Quell’uomo la stava facendo diventare pazza ed ora, forse per la prima volta sembrava essere quello più pentito tra di loro. In effetti, se Vic poteva dare la colpa all’alcol, lui non aveva scusanti, se non l’incapacità totale di controllarsi di fronte a lei. E quindi lo avevano fatto, in piedi, contro la parete di quel bagno dagli arredi eccentrici. Lo avevano fatto velocemente, soffocando i gemiti di piacere con il terrore e l’eccitazione di poter essere scoperti da un momento all’altro. Poi Damiano si era rifugiato nel bagno degli uomini, probabilmente a darsi del coglione da solo e lei era rimasta lì, fino a che le amiche non l’avevano trascinata fuori a forza per rientrare in albergo.
Da allora non si erano quasi più parlati. Dire che avevano sbagliato sarebbe stata solo una stupida ovvietà, così come dire che non l’avrebbero rifatto mai più.
Damiano sembrava sempre di cattivo umore, lo era stato per giorni. Rispondeva a monosillabi, spesso in modo sgarbato e, oltre ad evitarla apertamente, sembrava evitare anche Giulia. Era come se fosse costretto a fare i conti con se stesso, come se si fosse reso conto di aver sbagliato con entrambe e avesse bisogno di mollare tutto per un po’. Ma non poteva. Non poteva perché Giulia e Vic facevano entrambe parte della sua quotidianità, erano la sua casa e il suo lavoro. Maledizione!
E lei, Victoria, si era adattata a quella nuova routine, all’apparenza per niente diversa da quella precedente. Si stava convincendo finalmente che Damiano non sarebbe mai stato pronto per vivere un rapporto vero con lei, non era la persona adatta tutto qua. Lo aveva sempre saputo ma quell’episodio le aveva aperto gli occhi. Non poteva continuare a sperare in un amore impossibile. Il cantante era una persona diversa da quella che aveva conosciuto e ai tipi come lui piaceva solo piacere, per questo l’aveva accontentata. Chissà, magari gli aveva fatto anche pena, ridotta com’era quella sera! E poi che cosa si aspettava da un uomo che aveva tradito la fidanzata con lei? Era ovvio che avrebbe tradito lei con qualcun altro. Non avrebbe dovuto cedere fin dall’inizio, ecco tutto.
Certo anche con Luigi ci sarebbe andata con i piedi di piombo, ora che era tornato alla carica. Vic non aveva di certo dimenticato il passato ma questa volta non avrebbe permesso che i suoi sentimenti per un altro rovinassero di nuovo tutto quanto. Se Damiano era geloso di Luigi era anche vero che quest’ultimo aveva sofferto molto del primato che il cantante aveva sempre avuto nel cuore della ragazza. Ora non sarebbe più successo.
Si trascinò verso il bagno per darsi una rinfrescata ed essere almeno presentabile e si rese conto di quanto fosse cessa. Si spogliò in fretta, infilandosi una camicia bianca e un paio di shorts attillati. Faceva schifo. Si sentiva gonfia e il suo mal di schiena era peggiorato. Era assurdo come fosse cambiato il suo corpo negli ultimi tempi, si sentiva sempre peggio, nervosa, stanca. Che fosse quella la famosa sindrome premestruale, della quale tutte parlavano? Sperava solo di sentirsi meglio prima della partenza per la tournée.
Avrebbe voluto tornare a letto, nascondersi sotto le coperte e negarsi per l’eternità alla vista altrui e invece si infilò un paio di stivaletti, prese le chiavi del motorino e volò verso la sala prove. Avrebbero sicuramente discusso, Damiano l’avrebbe squadrata con la sua aria severa e rassegnata e lei lo avrebbe ignorato, rovinando quel poco che ancora rimaneva tra di loro.
Parcheggiò e si catapultò dentro con il casco ancora in testa e la sua aria trafelata.
“Alla buon’ora!”
La voce di Giulia l’accolse come una doccia gelata. Di sicuro non si aspettava di vederla lì, seduta sul divanetto nero della sala prove con il suo outfit perfetto, i suoi capelli perfetti e tutto il suo essere così fottutamente, schifosamente perfetta.
“Oh, bella Vincé! Te sei svejata finarmente! Che stavi a fà la Bella Addormentata?”
Thomas la accolse con una schitarrata che le fece venire la pelle d’oca.
“Scusate regà, non ho sentito il telefono!”
“Ma te senti bene? ” Rispose Ethan, osservandola mentre raggiungeva la sua postazione. “Non hai una bella cera…”
“E sarai bello tu!”
Rispose lei, con quella sua solita aria strafottente e sbrigativa.
Damiano rimase zitto ma era come se la stesse sgridano con il suo silenzio. Vic tentò di non fare caso a lui, imbracciò il basso e cercò di mettersi al passo con gli altri ma si sentiva stanca, forse aveva solo dormito troppo. Percepiva lo sguardo indagatore del cantante su di sé, la stava giudicando o forse era solo preoccupato per lei e per la sua scarsa concentrazione. I nuovi pezzi erano una bomba, li sapeva perfettamente, eppure perdeva i colpi come se non riuscisse a rimanere concentrata.
D’un tratto bussarono piano alla porta. Era Leo con due enormi sacchetti appena arrivati con il servizio di delivery del loro bar preferito. Era l’ora dell’aperitivo o della merenda, come la chiamava lei, una sorta di rito che aiutava a spezzare la giornata.
Thomas afferrò la sua bottiglia di birra mentre Ethan e Damiano, da bravi salutisti, puntarono sulla spremuta d’arancia.
“Vic, te che vuoi? Acqua, birra… coca? Che ce sta qui?... Spritz?” Chiese l’assistente, annusando il contenuto di uno strano bicchiere.
“Passame ‘na birra va… 'n se sa mai che me ripijo!”
Leo stappò una bottiglia e gliela porse con aria soddisfatta, prendendone una anche per sé, pronto a brindare. Vic la portò alle labbra ma per poco non la sputò dritta sopra al tappeto, esattamente ai piedi dell’amico.
“Che cazzo fai?”
La rimproverò Damiano, sorpreso.
Vic alzò su di lui uno sguardo altrettanto confuso. Per poco non stava per vomitare con quell’odore rivoltante.
“Scusate…”
Ci pensò un attimo, senza riuscire a comprendere appieno ciò che le stava succedendo. Poi capì che era troppo, appoggiò lo strumento per terra e scappò fuori dalla stanza, lasciando la bottiglia nelle mani di un Thomas attonito. Doveva trovare un bagno il prima possibile.

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Amandoti
FanfictionQuesta è la mia prima ff e a dire la verità, credo che sarà anche l'ultima. Onestamente non so se faccio bene a pubblicarla perché tratta temi a volte delicati. Spero di averli affrontati con tatto e di non urtare la sensibilità di nessuno. Ci teng...