Capitolo 16

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Come tutte le volte vi ringrazio tantissimo. Questo capitolo sarà molto diverso, l'atmosfera cambierà del tutto e spero comunque che vi piaccia.
Lo so che insisto ma visto che molti mi scrivono che sembra la realtà, devo precisare sempre che è tutto inventato. Gli spunti dei fatti reali sono evidenti perché risaputi da tutti ma sono solo un modo per rendere la ff più verosimile. Lo ripeto perché a me questa cosa preoccupa un po', non vorrei che qualcuno si infastidisse. Se trovate che sia di cattivo gusto, provvederò a cancellare tutto.

Era tornato a casa con una strana sensazione addosso. Si sentiva come se stesse covando una qualche influenza, pur sapendo che non era possibile. Aveva trovato la casa deserta e silenziosa e, se da una parte ne era stato felice, dall'altra non poteva fare a meno di trascinarsi da una stanza all'altra senza concludere nulla.
La mano fortunatamente non era rotta ma ugualmente qualcosa sembrava essersi rotto in lui, ora che Vic aveva dichiarato chiusa definitivamente quella tresca senza senso, come l'aveva definita lei in più occasioni. Di certo il pensiero di saperla felice e spensierata a migliaia di chilometri da lì non lo aiutava per niente. Si era imposto di non cercarla, di evitare il suo profilo e qualsiasi cosa che lo riportasse a lei. Aveva cercato di perdere tempo e di distrarsi in attesa che Giulia ritornasse a casa per la convalescenza, con la segreta speranza che tutto sarebbe tornato alla normalità con la convivenza, dopo quel lungo periodo turbolento di impegni e distacchi.
"Certo che Victoria, s'è fatta 'na robba proprio coatta! Ce scommetto che è 'n'idea tua!"
Per poco non gli andò di traverso la forchettata di pastasciutta che si era appena messo in bocca.
"Che??"
"Il tatuaggio de Vic. Non ce credo che 'un lo sapevi!" Il fratello lo prendeva sempre per il culo quando si trattava di lei ma questa volta non sembrava in vena di scherzi.
Damiano cercò di mandare giù il boccone senza soffocare ed allungò lo sguardo verso il display di fronte a lui.
"Ma che cazz...?!" Non poteva credere ai propri occhi: Victoria, la stessa bambolina che aveva dichiarato che non avrebbe mai fatto tatuaggi troppo visibili, si era marchiata un cazzo di dragone enorme sul braccio. Riconobbe la mano dello stesso artista, che li aveva tatuati a Copenaghen solo qualche mese prima e sentì una punta di gelosia per non essere stato presente a quella reunion.
"Beh dai... non è poi così male!"
Entrambi i fratelli si voltarono all'unisono al commento del padre.
Da quando il patriarca apprezzava quel genere di cose? Lui, che gli aveva sempre vietato qualsiasi cosa fino al compimento del suo diciottesimo compleanno?
"Non l'hai detto sul serio, pà?!"
Chiese Jacopo tra lo sconvolto e il divertito.
"Perché no? È brutto? Nun me pare brutto..." Rispose l'uomo con un'alzata di spalle.
"Lo sapete che ha un debole per Victoria, ragazzi. Gli son sempre piaciute le bionde..."
Scherzò la madre, lanciando una frecciatina al marito.
Damiano non era certo che quella scena si stesse verificando intorno al tavolo della sua cucina. I suoi genitori, che scherzavano come due fidanzatini, il fratello che stalkerava Victoria su Instagram e suo padre che apprezzava uno scarabocchio tamarro come quello.
"Che hai? Non ti piace?"
Chiese la madre preoccupata, vedendolo indugiare sulla pasta con quell'espressione indecifrabile.
"No no è buonissima... è che so' davvero stanco e nun c'ho fame! Tutti 'sti aerei e' sti ristoranti..." Tentò di giustificarsi senza risultare molto convincente.
"È per Giulia? Non torna oggi pomeriggio?"
Indagò la madre, che aveva un sesto senso per quel genere di cose. Vedeva che era turbato, lo aveva intuito fin da subito, da quando aveva messo piede in casa, con i suoi regaloni portati apposta per loro dall'estero.
Damiano cercò una risposta che non fosse troppo compromettente, non voleva farla preoccupare ma allo stesso tempo sapeva che non poteva mentire con lei.
"Ma nun lo vedete che è pe' Victoria?! Lo state a mette un difficoltà... "
Jacopo non gli aveva dato nemmeno il tempo di rispondere, mettendolo nella posizione più scomoda che avesse mai vissuto. Gli lanciò un'occhiata di fuoco, rimandando a più tardi la vendetta.
"Ma che cazzo dici?" Si affrettò a rispondere. La madre lo guardò male per la parolaccia e lui si sentì per un istante come un bambino monello.
"Perché? Che c'ha Victoria? Non sta bene?"
Chiese il padre, iniziando a condire l'insalata. Voleva sembrare disinteressato ma si capiva che non lo era per niente.
"Vic sta benissimo, pà. Se sta a divertí un mondo con la sú famija... Smettiamola de tiralla sempre 'n mezzo che poi lei è una che se scojona facilmemte! Giulia invece torna oggi, spero prima dell'ora di cena..."
Voleva cambiare discorso, si sentiva minacciato come se gli avessero appena sollevato l'armatura in un punto vitale.
"Che se sta a divertí 'n mondo lo dici te..." Fu l'intervento sibillino del fratello, il quale lo ricambiò con lo sguardo di chi sapeva tutto pur senza sapere nulla.
"Perché?" Chiese a bruciapelo, ben sapendo che avrebbe fatto meglio a tacere.
Jacopo gli rispose con un'alzata di spalle, afferrando di nuovo il suo smartphone, che ora suonava all'impazzata.
"Deve sempre chiamare all'ora di pranzo?"
Protestò il padre, guardando il figlio maggiore allontanarsi nella sua stanza con una fetta di pane in bocca.
Anche Damiano rimase ad osservare il fratello, il quale se ne andava baldanzoso per parlare con la fidanzata. Da quanto tempo non gli capitava di essere così felice e su di giri per la telefonata di Giulia?
"Allora? C'è qualche problema tra te e Victoria?"
La voce della madre lo riportò alla realtà, una realtà nella quale non riusciva a svincolarsi in nessun modo da quel cazzo di argomento.
"No. Che problemi dovremmo avere...? Le solite cose tra amici..."
"... tra amici..."
Gli fece eco il padre, sorridendo ironico ma fu subito intercettato dallo sguardo severo della moglie. Damiano colse il sottinteso e sbottò.
"Sì, perché? Me state davvero a fa er terzo grado?? Non ce bastano i giornalisti e tutti quegli invasati là de fori?"
"È solo che ci preoccupiamo per voi... Non la vediamo più così spesso come prima e... anche co' sú padre ne stavamo a parlà proprio l'altro giorno...".
"Mò che c'entra sú padre? Ve state a vede de nascosto?"
Quella storia lo stava facendo uscire pazzo.
"Ma quale de nascosto? Ce vedemo in compagnia. Come cor padre der Cobbra... ce se vede..."
Suo padre stava davvero cercando di giustificare le sue uscite con due uomini della sua età? Damiano si rese conto di aver esagerato ma allo stesso tempo si sentiva come braccato da mille segugi, che non gli davano tregua.
Fu sua madre ad intervenire per calmare gli animi e cercare di farlo ragionare.
"Li vediamo dopo Sanremo, si è creata una bella atmosfera, sai come sono di compagnia... ma questo non c'entra con te e Vic. Quello che tuo padre voleva dire è che ti vedevamo più sereno con lei... sarebbe un peccato che il vostro rapporto si fosse incrinato per qualche malelingua..." Non era mai stata molto brava a fare quei discorsi, lei non era una che si intrometteva nella sua vita amorosa, non lo aveva mai fatto.
"Non s'è incrinato proprio un ber niente. Toglieteve dalla testa questa storia che cambio in base alla ragazza con cui esco. È 'na cazzata de quarche stronzo che se diverte a farse j affari mia. Se ero più spensierato era perché non c'avevo tutto sto fiato sur collo... Io e Vic non semo legati cor cordone ombelicale, se non ce stacchiamo ogni tanto rischiamo de impazzí!" Sperava di essere stato chiaro ma era anche un po' dispiaciuto di aver dovuto discutere con i suoi genitori che non vedeva da secoli. "Mò scappo che c'ho da annà a sistemà casa prima che torni Giulia. Ve chiamo stasera così le parlate... cià!"
Diede un rapido bacio sulla guancia della madre e una pacca sulla spalla del padre.
"Che bel disastro!" Dichiarò la donna, una volta che la porta si fu chiusa e il motore dell'auto si mise in moto.

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