Capitolo 11

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Scusate l'assenza ma non sono riuscita a pubblicare. Questo è un capitolo un po' lungo e inutile, spero non vi annoi.
Come sempre ci tengo a ribadire che è davvero tutto inventato, le situazioni sono solo immaginate e non vogliono offendere nessuno. Rispetto molto la vita reale e privata dei protagonisti e proprio questo mi fa pensare ogni volta se sia giusto pubblicare o no. Fatemi sapere se vi va. Il vostro riscontro è molto importante per me.

Si erano evitati per gran parte del viaggio di ritorno. Vic era sulle spine, come se avesse il segreto timore che toccando il suolo italiano, tutta la verità sarebbe venuta a galla. Sentiva di avere la colpa dipinta sul volto, come la famosa lettera scarlatta cucita sul petto.
Damiano cercava di attirare la sua attenzione di tanto in tanto, lui che era sempre seduto nel posto accanto al finestrino e di solito rimaneva con la musica a palla e lo sguardo fisso sulle nuvole per la maggior parte del tempo.
Quando finalmente atterrarono, furono accolti da un piccolo gruppo di fan, che sembrava aspettarli da ore. Vic era visibilmente a disagio e anche lui doveva ammettere che avrebbe preferito infilarsi immediatamente nel minivan, che li attendeva all'uscita dell'aeroporto.
Solo quando Leo salì per ultimo, tirandosi dietro il pesante portellone, tutti ebbero l'impressione di poter tirare un sospiro di sollievo.
Damiano accese il telefonino per avvertire la fidanzata del suo arrivo come ogni volta. Stava prendendo la linea con lo sguardo fisso sul viso della bassista, la quale se ne rimaneva stravaccata in silenzio assoluto proprio nel posto di fronte al suo. Era una situazione abbastanza surreale: lui che cercava di mettersi in contatto con la donna che aveva tradito, quando in realtà non riusciva nemmeno a parlare con quella davanti a lui. Le parole di Leo continuavano a rimbombargli nella testa, così come i flash della nottata appena trascorsa. Come poteva dire di amare due donne se il suo comportamento le faceva soffrire entrambe?
Vic era seria, troppo per i suoi gusti. Lei era sempre divertente, una vera fuoriclasse dell'intrattenimento. Damiano non conosceva nessuno che sapesse far volare il tempo come quella ragazza. Eppure adesso sembrava lontana anni luce da lì, forse anche lei perduta nei ricordi più recenti.
Finalmente Giulia rispose alla sua chiamata ma in quel preciso istante si accorse che qualcosa non andava. Le notifiche risuonavano ininterrotte all'interno dell'abitacolo e tutti i ragazzi si guardavano tra di loro perplessi. Il primo a capire la situazione fu proprio Leo, il quale si tolse gli occhiali da sole e sbiancò un poco in volto.
"No dai, è uno scherzo!!?"
A quel punto il cantante decise di chiudere velocemente la telefonata.
"Che succede?" Chiese ancora prima di riattaccare.
"Victoria dei Maneskin vittima di molestie..." Lesse ad alta voce il chitarrista.
"Ma che cazzo?! No!! Chi cazzo lo ha detto? Non è vero!"
Era stata Vic a sbottare, alzandosi di colpo a sedere e cercando di afferrare il telefono di Thomas, che invece continuò a leggere l'articolo a mezza voce.
"Sembrerebbe che nelle scorse ore Victoria De Angelis, la bassista dei Maneskin, sia stata vittima di un'aggressione a sfondo sessuale da parte di un "fan" ubriaco....Questi i fatti: un individuo sconosciuto e profondamente alterato (probabilmente dai fumi dell'alcol o altre sostanze stupefacenti) avrebbe cercato di toccare il sedere a Victoria... In difesa della musicista sarebbe subito arrivato Damiano David, il carismatico leader della band, che l'avrebbe così protetta allontanando via l'uomo... eccetera eccetera..."
"Ma no!! Non è la verità!!"
La ragazza sembrava sconvolta, così come gli altri membri del gruppo, i quali non sapevano che dire.
"Stai calma Vic, è un giornaletto del cazzo..." Tentò di confortarla Ethan, posandole una mano sulla spalla.
"Non sto calma... Anche se è un giornaletto del cazzo come ha fatto ad avere una notizia del genere?? È una falsità!!"
"Non è poi tanto lontana dalla verità..."
Il commento di Damiano era appena udibile ma si fece strada nel silenzio di quello spazio ristretto. Tutti si girarono nella sua direzione e lo trovarono assorto, con lo sguardo rivolto verso il finestrino.
"Stai scherzando, vero?!" Lo aggredì subito la bassista.
Solo a quel punto l'uomo si accorse di avere l'attenzione di tutti puntata addosso.
"Beh? Che ho detto?? Non è poi così diverso da quello che è successo... cazzo regà, ce stavamo tutti o me sto a sbajà?"
"E allora? Non mi hanno nemmeno toccata e di certo tu non li hai affrontati... ti rendi conto di quale messaggio distorto passi da una bugia del genere?"
Damiano stava per ribattere, dicendo che in fondo la molestia c'era stata e che i responsabili andavano sputtanati.
Stava per dire che, se non era intervenuto era stato solo perché lei lo aveva trattenuto e per la presenza dei fan ma sapeva di esagerare. A quel punto però fu Leo a fermare la loro imminente discussione, che sarebbe sfociata in un sicuro litigio.
"No, regà... tutti fermi..." Disse con lo sguardo ancora fisso sul display.
"Mò che c'è, Lé?"
Thomas si fece largo dal posto dietro per sbirciare sullo smartphone dell'assistente.
"Ma che c...? No no no... cazzo!! No!"
Leo sembrava non riuscire a dire più niente di sensato. Scrollava pagine e pagine, cliccando link a caso in tutte le lingue e rimaneva sempre più basito dalla risonanza che quella notizia aveva avuto nel breve periodo in cui aveva abbassato la guardia, durante il loro rientro.
Anche Victoria aveva iniziato a scrollare la propria bacheca, ricevendo una miriade di messaggi di solidarietà da fans e personaggi più o meno famosi. A quel punto suonò il telefono, era la sorella.
"Cazzo Vic, che t'è successo? Stai bene??"
Non ricordava di aver mai sentito Nica così preoccupata per lei.
"Sì... sì Nic... Sono bugie. Non è successo nulla. Si sono inventati tutto... ora sto per scrivere una smentita con i controcazzi. Dì a papà de stà tranquillo, ok? Se vedemo dopo..."
Vic sentiva gli occhi nocciola di Damiano puntati su di sé. Non sapeva se la stava biasimando per non essere stata proprio del tutto sincera con la sorella o se era solo preoccupato per lei. Non voleva incrociare quello sguardo, che sembrava spogliarla di tutte le sue sicurezze, ora che doveva dimostrarsi tenace e senza incertezze. Nella sua testa risuonavano le parole della sera prima, quando le aveva chiesto di non essere forte a tutti i costi e di condividere con lui il peso di situazioni proprio come quella. Riagganciò e decise che quello non era il giorno per iniziare ad essere debole e prese in mano la situazione.
"Devo smentire subito!"
Affermò con decisione, apprestandosi a scrivere.
"Ehi no... aspetta! Consultateve co' i legali... che cazzo ne so... co' Fabri..."
Tentò di farla ragionare Thomas. Non era una cosa che si poteva fare con leggerezza. Dovevano cercare di capire da chi era partita quella soffiata e soprattutto decidere tutti insieme, come gruppo, che cosa andava confermato e che cosa andava invece rettificato. Lui non ci capiva molto di quelle cose ma capiva bene che l'impulsività di Vic poteva essere controproducente.
"Non me serve nessun avvocato... cazzo Thom, qualcuno ha assistito alla scena e s'è preso la briga di dire questa cazzata... e per cosa? Per farme passà da vittima? Per far passare Damiano da supereroe? Ma te rendi conto della gravità? Come se me ne stessi lì a farme tastà er culo da tutti! Abbiamo sbagliato a raccontare quella storia del concerto..."
Ora lo stava guardando. Lo stava guardando perché si rendeva conto che era sempre la solita storia, sempre quei ricami, che si dovevano fare sulla loro ipotetica storia di amicizia speciale, nella quale il cantante l'avrebbe protetta da tutto e tutti. La gente a volte non capiva quando doveva fermarsi.
Damiano si sentì punto sul vivo e sbottò.
"Perché avemo sbajato esattamente? Perché te sta così sur culo che io me sbatta pe' te? Eh, Victò? Ok dai... fà la tú smentita der cazzo e finiamola qui ma non me devi dí che non è vero niente e che non è mai successo. Succede in continuazione... da... da sempre, cazzo! Succede che te stiano addosso e te tocchino e facciano commenti der cazzo... Ed io me ne devo restà lì bono bono a guardare... Vabbé, ma tanto che te lo dico a fare?!"
Si zittí, dichiarando chiusa la discussione e si girò di nuovo verso il panorama esterno. Era inutile parlare con lei quando si toccavano quegli argomenti, così come era inutile tentare di far ragionare lui. Ora Vic stava già scrivendo, le sue dita correvano sulla tastiera velocissime come sulle corde del basso. Non gli avrebbe dato retta, avrebbe smentito tutto e detto che dovevano stare tranquilli per lei. Ma lui non era tranquillo e voleva solo quei cazzo di bodyguard per tenere la situazione sotto controllo. Ma chissà... forse sarebbe stato geloso anche della loro presenza.

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