Capitolo 20

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Stavano camminando per le vie di Parigi, la città più romantica del mondo. Non si parlavano da giorni, limitandosi a provare in vista del grande evento, al quale avrebbero presenziato il giorno successivo.
"Te dico che è Roma... la città più romantica der mondo è Roma!"
Thomas stava insistendo più o meno da un paio d'ore su quel punto.
"Macché... hai mai visto Venezia?" Ribadí il cantante, tornando con la memoria ai lidi della laguna.
Victoria se ne stava zitta, con le mani affondate nelle tasche della giacca nera e lo sguardo basso. Joy era rimasta nella sua stanza, declinando l'invito ad uscire con loro quella sera. Damiano la guardava di sottecchi, buttando fuori nuvole di fumo, che le finivano in faccia ma lei non sembrava accorgersene.
Camminavano veloci, Leo continuava a filmarli senza sosta, mentre i ragazzi della sicurezza li scortavano al locale. Per fortuna i fans francesi non erano pazzi come quelli russi e li lasciavano respirare, fermandoli con modi garbati solo all'uscita dell'hotel. Una volta entrati, si sedettero in un tavolo appartato, a loro riservato. Vic sembrava sempre assorta in un mondo tutto suo, non era pronta nemmeno quando il cameriere aveva chiesto le ordinazioni.
Erano seduti distanti, ai due lati opposti del tavolo ma anche da lì Damiano poteva tenerla d'occhio. La vide prendere un sorso del suo cocktail e quasi sputarlo. Dovette sforzarsi di non ridere per la sua espressione buffa, mascherando il sorriso dietro al display del telefonino.
Com'era difficile vivere a quel modo?
Le ultime settimane erano state di assestamento: lui e Giulia avevano ricominciato a far funzionare le cose, lei era molto felice, sembrava tornata la ragazza che aveva conosciuto all'inizio, anzi molto meglio di allora. Dall'ultima lite, non aveva più tirato in ballo Victoria in nessuna delle loro sporadiche discussioni ed anche ora si sforzava in tutti i modi di entrare nelle grazie degli altri componenti del team. Chissà... Forse era proprio così che doveva andare, forse era quello che Damiano aveva sempre sognato. Di sicuro era la vita che aveva scelto e che, malgrado tutto continuava a scegliere ogni giorno. Lo aveva detto anche Vic: se Giulia lo rendeva felice, allora non poteva essere poi così male. Ma lui era felice?
Victoria si mosse per andare in bagno e l'uomo dovette trattenersi per non fare altrettanto. Voleva parlarle per sapere che cosa stava succedendo ma c'erano sempre troppi occhi puntati su di loro.
Giulia non gli rispondeva da un po', forse stava già dormendo o più probabilmente era ancora fuori con le amiche. Decise di andarsi a fumare una sigaretta e Leo lo accompagnò verso l'area fumatori. Fu proprio in quel momento che Victoria tornò verso il loro tavolo. Sembrava scura in volto ma quando si incrociarono si aprì in un sorriso rassicurante, che a lui sembrava un po' forzato persino dietro la mascherina. Le loro spalle si sfiorarono per una frazione di secondo e furono di nuovo scintille. Damiano si costrinse a non voltarsi, nonostante sentisse forte l'esigenza di studiare il volto di lei: voleva sapere se l'aveva sentito, se quel brivido era anche il suo. Ma non lo fece, si costrinse a proseguire con il pacchetto di Camel già pronto in mano.
"Te senti bene, brò?"
Gli chiese l'amico non appena furono fuori.
"Certo... perché me lo chiedi? Me sembra che il soundcheck sia andato alla grande..."
"Non parlo mica del soundcheck... te vedo 'n pochetto strano... è ancora per lei? Non ve siete chiariti?"
Leo fece un cenno nella direzione della sala.
"Ce chiariamo in continuazione se è per questo! Comunque non ce sta niente... me sembra lei quella un po' strana..." Lo aveva detto, a costo di sentirsi dire che erano solo le sue solite paranoie.
"Vic stà a passà un periodo così... è cambiata tanto da quando sta co' Joy! Adesso forse se sta a rende conto che non ne vale la pena... non lo so..."
Anche Damiano la pensava così. Anche lui aveva visto tutti quegli enormi cambiamenti e, benché capisse che stava diventando una donna, si rendeva conto che a volte gli mancava la vecchia Vic, il suo piccolo scaricatore di porto, sempre pronto a far baldoria.
"Se stanno mollando, secondo te?" Non sapeva se era più una paura o una speranza la sua.
Leo fece spallucce.
"Non ce capisco niente co' quelle due. Forse Joy se sta a vendicà per quello che è successo tra voi e Vic se sta a incazzà..."
"O magari è per Gigi-er-gran-cojone!" Ci tenne a sottolineare il cantante, che ormai aveva quel pensiero fisso.
"Nun lo so pe' chi è, so solo che questo viaggio è diverso dal solito... "
"Già... me pare che sia partito un po' male..." Buttò fuori l'ultima nuvola di fumo e spense il mozzicone nel posacenere. "Secondo te ce devo parlà?"
"Parlace pure... ma che ce poi fà? Ormai quello che è fatto è fatto..."
Il cantante incassò il colpo, dirigendosi di nuovo verso l'interno. Gli stava dicendo che era tutta colpa sua o era stata solo un'impressione? Che poi, anche volendo, non era stato di certo lui ad insistere perché raccontasse della loro storia a Joy, era stata Vic a fare quella progressista, che poteva condividere tutto con la sua dolce metà. Ora se Joy si divertiva con altre persone, ovviamente Vic non poteva protestare.
Tornarono a sedersi e si accorse che la ragazza stava parlando animatamente con Ethan e Lavinia. Stavano discutendo di piastre per capelli o qualcosa del genere. Notò che il suo cocktail era vuoto e che forse proprio per questo sembrava più rilassata rispetto a prima.
Se ne andarono dal ristorante e furono accolti da una piccola folla per fare alcune foto. Poi decisero di fare un breve tour per la città illuminata. Lo facevano sempre, approfittare dell'oscurità era l'unico modo che avevano per poter assaporare un po' la bellezza delle capitali che visitavano. Non era che un assaggio, questo lo sapevano ma ugualmente amavano quei momenti di quasi normalità. Si fecero scarrozzare da su e giù per le vie e lungo la Senna. Victoria sembrava di nuovo felice, forse aveva fatto pace con la ragazza o forse aveva solo deciso di fregarsene, come era giusto che fosse. Scherzarono tutti insieme, si rivolsero persino un sorriso complice ad una battuta del batterista ed infine si ritrovarono sotto alla Tour Eiffel illuminata con tutti i colori dell'arcobaleno. Era magnifica. Ed era magnifico essere di nuovo lì insieme. Si ritrovarono a testa in su, ad ammirare la maestosità di quelle luci e quando i loro occhi si incontrarono per un attimo si accorsero che brillavano di emozione.
Damiano le passò una mano intorno alla spalla in modo del tutto naturale e la strinse un poco a sé.
"Guarda 'ndo cazzo t'ho portato, amò!?"
Scherzò davanti a tutti, sfoggiando il suo atteggiamento più coatto.
"Ammazza ahò... che figo! Ce stanno pure 'e lucine de Natale!"
Rispose lei, con lo stesso piglio coattissimo. Amavano quei ruoli, li indossavano alla perfezione dai tempi di XFactor. E facevano ridere, erano la coppia perfetta, una sorta di Ivano e Jessica dei giorni nostri.
Damiano la strinse ancora di più, senza staccare gli occhi dal monumento. Solo allora le sussurrò all'orecchio, solleticandola appena.
"Me sei mancata, principé."

AmandotiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora