Capitolo 13

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"Bellaaaa!"

"Bellaaaaa!!" Fabrizio batté il cinque con Thomas prima di abbracciarlo forte ed attirare a sé tutti gli altri. Amava quei ragazzi, fin dall'inizio da quando li aveva raccolti ancora adolescenti e li aveva visti crescere e trasformarsi in stupendi artisti. Erano molto più maturi della loro età, a volte faticava a rendersi conto che erano solo dei ragazzi di poco più di vent'anni, che avrebbero potuto essere suoi figli.

"È 'na bomba regà!" Leo non stava più nella pelle. Entrò nella sala di registrazione, seguito a ruota dal fonico.

Avevano finito di registrare la seconda parte del loro album, quella che sarebbe uscita di lì a pochi mesi e che li avrebbe consacrati agli occhi del mondo o al contrario li avrebbe affossati per sempre. Erano tutti su di giri ma anche preoccupati perché un successo così enorme ed inaspettato portava con sé aspettative ancora più enormi.

Brindarono con una bottiglia di bollicine ed una sigaretta in compagnia.

"Smettila di guardarla così..." Gli disse Leo, non appena Vic si fu allontanata al piano di sotto con i compagni.

"Così come?" Damiano sfoderò la sua aria più innocente.

"Lo sai come... Non devo esse io a ricordatte che se ve becca Fabri sò cazzi pe' tutti!"

"Per tutti chi? E poi io e Vic non stamo a fà nulla in stí giorni, Chicco. Non semo così teste de cazzo!"

"Ma se te la stavi a magnà co' j occhi!?" Rincarò la dose l'amico.

Era la pura verità, quei pochi giorni trascorsi da soli in sala di registrazione erano stati un arduo banco di prova per loro due, i quali si erano ritrovati a condividere la quotidianità finalmente lontani dallo stuolo di persone, che era ormai solito seguirli in tournée. Quel casale era qualcosa di magico, le piccole stanze con i travi di legno sul soffitto e poi i muri in sasso e lo sfondo delle colline laziali, li facevano sentire protetti. Lui e Vic sapevano di dover stare attenti e avevano fatto di tutto per non cadere nella trappola della passione ma l'essere sempre insieme, in quella quotidianità fatta solo di musica, era troppo elettrizzante e anche rassicurante. Per la prima volta dopo settimane potevano rimanere nella stessa stanza senza la presenza costante delle rispettive fidanzate, le quali sembravano aver drizzato le antenne ed insistevano per seguirli ovunque. Ed ora l'idea di essere finalmente soli, in due camere adiacenti, li faceva diventare matti. Era così assurdo essere vicini e non potersi toccare.

"Va bé, Lé... Me la magnerei, ok?! Me la magnerei tutta ma non semo dú cretini. Ci sappiamo gestire e non ve metteremmo mai in questa situazione der cazzo. Sappiamo che cosa ce stà in ballo... anche se tante vorte l'idea de mollà tutto ed annarcene affanculo lontano da qui, non me sembra tanto 'na cazzata!"

Il cantante spinse lo sguardo oltre le chiome degli alberi secolari, che circondavano il giardino.

"Ma che stai a dí? Pensi che Vic mollerebbe mai tutto questo?"

Negò con la testa, abbassando lo sguardo sulle proprie unghie smangiucchiate e sullo smalto rovinato. No, Vic non avrebbe mai corso il rischio di rinunciare al gruppo per un colpo di testa, per quanto la loro relazione avesse tutte le caratteristiche per essere qualcosa di importante e potenzialmente duraturo.

"E allora? Fermateve fin che siete in tempo..."

"Negativo... Ormai non famo più in tempo..."

Damiano sembrava rassegnato più che triste. Come poteva chiedergli di rinunciare a lei? Come poteva smettere di sbagliare, ammesso che quello fosse uno sbaglio?
Ricordava la sera del loro ultimo live, si erano abbracciati insieme ai ragazzi nel backstage e senza nemmeno sapere come, si erano ritrovati catapultati nel loro camerino, nascosti tra le relle cariche di abiti di scena e di eccitanti accessori in latex. Era fantastica Vic perché lei provava le sue stesse sensazioni, la sua stessa stanchezza e la scarica di adrenalina. E poi era bella perché non aveva paura di se stessa, di sperimentare, ed era divertente fare l'amore con lei. Era erotica come il sesso e dolce come l'amore, solo un gioco di sguardi ma anche tanta tanta passione. Non si vergognavano di nulla insieme ed era così intenso e liberatorio spogliarsi di tutti i tabú ed esplorarsi in quel modo trasgressivo e quasi infantile.

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