Capitolo 24

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Spazio autore

Questo invece è un capitolo più importante. Sarà un po' più forte del solito e ad alcuni forse non piacerà molto. Come sempre specifico che è tutta fantasia e che non voglio offendere nessuno, anche se ormai immagino che si capisca.
Buona lettura

Si abbracciarono tra le urla del pubblico. Erano sudati, doloranti, stanchi ma con l'adrenalina ancora a palla. La prima data in Italia era sempre un difficile banco di prova ed era andata alla grande. Molto diversa dai festival che avevano fatto in giro per l'Europa, nei quali si limitavano a proporre le nuove canzoni e le cover che la gente si aspettava da loro.
Quello era stato un vero concerto, con una scaletta più ampia e soprattutto con le loro prime canzoni, quelle che tutti cantavano parola per parola. Era stata una bella emozione, un bel pugno nello stomaco, come amava definirlo Damiano.
Victoria si allontanò subito, dirigendosi verso i camerini. Doveva togliersi quella cazzo di armatura il più in fretta possibile. Non era solita lamentarsi degli outfit decisi in anticipo per le performance ma quel bustino di pelle le stava rendendo la vita impossibile. Si chiuse nel bagno ed iniziò ad armeggiare con i lacci, sperando di riuscire finalmente a respirare. Sentiva il fiato corto ed il seno dolorante, strizzato nel corsetto di una taglia in meno. Thomas l'aveva anche presa in giro, notando subito che quegli abiti non la facevano sembrare piatta come al solito. Se solo avesse saputo la verità sulle sue nuove forme prorompenti, di sicuro avrebbe evitato certe battute del cazzo.
Era quasi riuscita nel suo intento, quando il trambusto dall'esterno la costrinse ad affacciarsi.
"Questa è un'area privata, non si entra senza pass!"
Era la voce burbera di Samuel, uno dei ragazzi della sicurezza, che stava bloccando l'ingresso di un intruso.
"Ma sono il rag..."
"Se non ha il pass, devo scortarla fuori!"
Victoria si rese subito conto che riconosceva quella voce timida in lontananza ed uscì dal bagno in fretta, giusto in tempo prima che il bodyguard buttasse fuori Luigi dal backstage.
"No Sam... Sami, va tutto bene. Lui è... lo conosco! È con me!" Non lo riusciva a dire, non riusciva a chiamarlo un suo amico ma nemmeno il suo ragazzo, perché in fondo l'attore non era nessuno dei due. Riconobbe i due enormi occhi celesti pieni di riconoscenza e rimase spiazzata dall'enorme mazzo di rose rosse, che portava tra le mani.
"Eccoti, Vic! Scusami... non pensavo che fosse vietato... Tieni, questi sono per te. Sei stata... beh, siete stati grandi!!"
"Grazie..." Rispose lei con evidente imbarazzo, accorgendosi solo in quel momento di non essere completamente vestita. Tentò di mascherare il rossore sulle guance, prendendo il mazzo di fiori e sperando che la coprisse abbastanza.
"La prossima volta però dagli un pass almeno per la zona vip." Rimarcò con severità Samuel prima di lasciarli soli.
"Embé! Che succede? A coso, che ce stai a fa qui dietro? Che c'è, te sta dando fastidio? "
Damiano si stava avvicinando a passo spedito. Era terribilmente su di giri come sempre dopo le esibizioni e probabilmente aveva frainteso la situazione.
Victoria decise di intervenire prima che gli animi tra i due si scaldassero troppo, perché se era vero che il cantante odiava l'attore, era vero anche il contrario. Luigi aveva sempre mal tollerato la personalità di Damiano, la sua possessività nei confronti di Vic e quel suo essere impulsivo e strafottente.
"No, no... va tutto bene. Luigi voleva solo darmi questi e Samuel non l'ha riconosciuto senza il suo pass... Colpa mia, avrei dovuto dirglielo subito..."
Voleva scomparire. Solo scomparire. Damiano era chiaramente sul piede di guerra mentre Luigi non sembrava avere intenzione di fare alcun passo indietro. Non si erano mai potuti vedere quei due, fin dai tempi in cui la ragazza si era presa una stupida cotta per l'attore e Damiano si era trovato d'improvviso scalzato dal podio del cuore di lei. Luigi non era stato solo uno stronzo, era anche uno stronzo, che godeva di una certa fama tra i teenager e che per questo si atteggiava a padrone del mondo. Ora però le parti si erano invertite, era lei quella più famosa dei due, la diva, che poteva fare di lui ciò che voleva. Ma Vic non era così, lei non aveva tattiche o strategie e soprattutto non era una mangia uomini. Damiano la vedeva lì in mezzo, in ansia e mezza svestita con quell'enorme mazzo di rose rosse, che solo a guardarlo gli faceva ribollire il sangue come ad un toro nell'arena.
"Stamme a sentí Luí, nun è che ce l'ho co' te, è che qui nun c'entra manco mí madre... Ce stanno solo i rodies e la crew... e te nun me pari proprio uno della crew. E poi anche tu, Sami, che cazzo ce state a fà voiartri de la security se un cicciobello quarsiasi co' ducento rose se presenta qui dentro senza manco l'invito?"
Vic notò distintamente le vene del collo di Luigi che si ingrossavano e il lampo nel suo sguardo trasparente. Sarebbe successo un macello se quel cretino di Damiano non la smetteva con le sue provocazioni infantili.
"Ok, mó basta, ho già chiesto scusa io per tutti..."
"No, non devi essere tu a scusarti, piccola. Sono entrato senza pensarci... le guardie mi hanno subito fermato e sei arrivata..."
Luigi cercava di essere ragionevole e accomodante ma la verità era che stava tirando acqua al suo mulino in modo subdolo. Damiano notò subito la sua mano ancorarsi alla vita della bassista e sentì salire la pressione alle stelle alla parola: piccola. A quel punto gli saltò sulla voce per impedirgli di continuare con lo show.
"Chi? È arrivata lei? Certo... perché tanto se sa che qui ce stanno delle regole ma le possiamo aggirare quando ce fà comodo, non è vero Victò?!"
"Ora stai esagerando..." Victoria non era riuscita a rimanere zitta, lei non sopportava le ingiustizie e quello suonava molto come un abuso di potere nei suoi confronti. Chi era lui per farle una simile scenata e metterla in imbarazzo davanti a tutti?
Gli pose una mano sul petto, forse per calmarlo o solo per mettersi in mezzo tra i due uomini e quel gesto lo fece incazzare ancora di più.
"Ah io... io starei esagerando...? Io??"
"Ora basta. Scusaci Lu, aspettami di là, esco tra un attimo..." A quel punto afferrò la mano del cantante e lo trascinò dentro al camerino, dal quale era appena uscita.
"Ma che cazzo de piazzata me stai a fa? Pe' dú fiori?? E che dovrei dire io che ve state sempre a portà appresso le fidanzate vostre anche ar cesso?"
Ora era arrabbiata e Damiano sembrava quasi sorpreso di quel confronto così inaspettato.
"Sbagliato. Nel backstage ci entrano gli addetti ai lavori, quelli coperti dall'assicurazione... o devo ricordartelo io? Se succede qualcosa qui dentro, siamo noi i responsabili... Ma tu non ci pensi perché sei la solita bambina de merda, che pensa che tutto il mondo giri intorno a lei!"
Era meschino da parte sua, Damiano si rese conto subito di avere esagerato ma lo faceva in continuazione con Vic, non riusciva a trattenersi.
"Non sai manco che stai a dì. Il fatto è che non lo sopporti. Non ti va giù Luigi, è più forte di te. Te rode er culo che si sia presentato qui co' i fiori mentre tu non hai mai fatto un cazzo de niente per me. Nun c'hai mai avuto le palle de fare un gesto carino pe' non fatte sgamà, questa è la verità."
Vic gli diede le spalle e abbandonò i fiori sul tavolo tra i trucchi ed i collari di pelle e borchie. Damiano rimase leggermente scosso, non si aspettava quell'affondo, così come non si aspettava di trovarsela lì davanti così svestita e terribilmente sexy.
"Quindi è per questo? L'hai chiamato solo per farmi ingelosire? Perché ti vuoi vendicare di me?? Guarda che sei stata tu a chiudere, sei stata tu a mandarmi a fanculo per la milionesima volta..."
"E te sorprendi pure? Non doveva nemmeno succedere, cazzo!!"
"E invece è successo, guarda un po'... è successo e risuccesso e risuccesso di nuovo!" La stava fronteggiando con tutta la strafottenza del quale era capace.
"Tanto lo sappiamo già come andrà... com'è sempre andata tra me e te. Tu continuerai a farti i cazzi tuoi e sbroccherai quando io cercherò di fare altrettanto! Lo fai sempre, da anni... Perché mi odi così tanto??"
Già, perché? Perché la odiava se l'amava anche così tanto? Perché non poteva essere sua, ecco perché. Glielo aveva detto anche Leo. Perché non la lasciava andare avanti con la sua vita se tanto non aveva intenzione di fare nulla per dimostrarle che l'amava, se non trattarla come se fosse l'ultima delle stronze? Ora il suo tono non era più quello dell'uomo geloso e ferito, pronto ad azzannarsi con il proprio rivale.
"Victò, basta con 'sta storia! Te piace insinuà che sia colpa mia che non chiudo co' Giulia ma la verità è che sei tu che scappi in continuazione. Tu non hai mai voluto che chiudessi con lei perché c'hai una paura fottuta de impegnarte sul serio..."
"Come sei bravo a rigirarti la frittata..."
Lo accusò lei, ben sapendo che non aveva tutti i torti.
"Bene, allora dimmelo. Dimmi che vuoi che chiuda con lei, forza!" La provocò a quel punto.
"Non devo essere io a dirtelo."
"No, infatti. Perché non lo farai mai, perché tu vuoi essere libera... vuoi stare con Joy, con Luigi, con chi cazzo te pare tranne che co' me... E lo sai perché? Perché c'hai troppa paura de legarte a quarcuno che ami, c'hai troppa paura che te abbandoni, che se ne vada perché non lo vói affrontà... e questo lo sai te e lo so pur'io anche se guai a chi ne parla..."
"Non ci provare... Nun t'azzardà!" Lo aggredì offesa. Era un tasto sensibile, il più sensibile per una persona, che come lei aveva vissuto sulla propria pelle il più grande dei lutti.
"Lo dovremo affrontare prima o poi!"
"Affrontare cosa?? Che mi vuoi dare la colpa anche de questo?"
"Non ti do la colpa, penso che tu debba superare questo blocco per capire ciò che provi veramente..."
"Ah... io lo devo capire? E tu, che mi continui a dire da mesi che sei in crisi con Giulia e invece mò te sei trasferito co' lei, cosa affronti esattamente? Pensi che non influisca questo sul mio blocco, come lo chiami tu? Le vostre litigate... Le sue incursioni in studio? Tutte le volte che cerca di strumentalizzare la vostra relazione, fingendo di volerla nascondere?"
Era la prima volta che Victoria ci andava giù così pesante, in tanti mesi non si era mai permessa di dire una sola parola sulla ragazza ma ormai non riusciva più a trattenersi. Vedeva tutta l'ipocrisia di quella situazione e per un attimo pensò che fosse un bene che quei due stessero insieme, ben lontani da lei.
"Ma che cazzo stai a dí? Tu manco la conosci a Giulia! Pensi che se diverta a stà sempre sola in casa? E poi sta a passà un brutto periodo, lo sai..."
Per un attimo la vista di Victoria si offuscò tanta era la collera. Davvero?? Davvero le stava di nuovo tirando fuori quella stupida scusa? Erano anni che lo sapeva, anni che i suoi sentimenti venivano messi in secondo piano rispetto ai problemi di Giulia, problemi di salute fisica e mentale, problemi di famiglia e di lavoro, problemi con gli haters e con gli stalker... qualsiasi tipo di problema era più importante di lei. Ma ora come poteva rimanere zitta? Ora che sapeva ciò che sapeva e che tacere diventava sempre più difficile. Sentiva che stava tremando in maniera incontrollata e anche la sua voce non risultava ferma come avrebbe voluto. Non le era mai capitato di essere così infuriata, così fuori controllo, lei che sapeva sempre razionalizzare le proprie emozioni alla perfezione.
"Secondo te non lo so? Come faccio a non saperlo?? Povera Giú di qua, povera di là... La nostra povera piccola ha l'ansia ha sempre bisogno di te!!"
"Ehi... non..." L'uomo tentò di protestare, sorpreso da quel chiaro riferimento al testo di una loro famosa canzone, dedicata proprio alla fidanzata.
Victoria continuò, saltandogli sulla voce senza dargli modo di parlare.
"... Però non era tanto povera quando mi scopavi in giro per l'Europa. Povera Giulia, se sapesse quanto puoi essere stronzo ed ipocrita quando vuoi!!"
Damiano era visibilmente colpito dalla sua foga ma anche da quella accusa ridicola da parte sua.
"Scusa ma tu invece? Tu che fai tanto la santarellina, dov'eri in questi mesi? Tu che facevi tanto quella aperta ma che hai sempre preferito raccontare un sacco di cazzate a tutti, piuttosto di far sapere cosa c'era tra noi... Eppure ti facevo comodo quando non eri soddisfatta con Joy. Ma adesso che quel pezzo de merda è tornato a sbatterti come si deve, me dai il benservito e tanti saluti... Complimenti!"
Era stato più aggressivo di quanto avrebbe voluto. Le aveva appena dato della puttana? Mai si era permesso di usare certi toni con una donna ma con Vic spesso la confidenza era tale, che non riusciva a misurare le parole.
In quel momento si aspettava che lei gli mettesse le mani addosso e forse pensava anche di meritarlo ma a sorpresa la ragazza fece un passo indietro, come se avesse paura di lui. La vide ricacciare indietro le lacrime con una smorfia carica di sdegno.
"Ma chi sei?? Chi cazzo sei diventato? Io non ti riconosco... Ok, vuoi che dica che hai ragione tu? Che mi sei servito solo per fare un bel giro in giostra e che adesso non ne ho più bisogno? O magari che va bene così? Dai, continuiamo ad usarci a vicenda ogni tanto perché a te non si può mai dire di no! E allora sì... continuiamo a mentire a Giulia, perché tu la ami troppo per lasciarla da sola con i suoi problemi. A volte penso che sia stato tu ad usarmi perché avevi bisogno di uno sfogo. Dimmi, non ti è mai passato per l'anticamera del cervello che non c'è solo lei? Che forse non è l'unica ad avere dei problemi qui dentro?"
"Dai, dimmeli questi problemi allora..."
La provocò guardandola con sufficienza. Voleva solo che parlasse, che dicesse che ci teneva a lui e che soffriva per la fine della loro storia ma Victoria non riusciva nemmeno più a guardarlo in faccia. La vide fermarsi a pensare, esitando come se non sapesse se parlare o andarsene. Doveva dirglielo. Doveva farlo solo per zittirlo e vederlo crollare. Aprì bocca ma qualcosa la frenò.
"Beh...forse... Forse ci stanno cose più importanti de lei!! Forse non gira sempre tutto attorno a te!" Stava urlando, chiunque poteva sentirla dal corridoio.
Damiano sorrise ma era un ghigno sofferente il suo.
"Ah tu di sicuro non giri intorno a me... questo lo so bene..." Sembrava così deluso da lei.
"No, sei tu che ormai mi dai così per scontata che nemmeno te ne accorgi!"
"Ma piantala...!" L'uomo sbuffò, alzando gli occhi al cielo. Era convinto di essersi messo più in ridicolo per quella ragazza, che per chiunque altro nella sua intera vita. "Ok guarda... stamme lontana allora. Te piace così? Stamme lontana visto che sò così 'na testa de cazzo!"
"Lo farò, stanne certo..."
Lo stava congedando per rifugiarsi nel bagno a piangere e togliersi quel cazzo di corsetto, che ancora aveva addosso.
Damiano capí che quel confronto era finito e che era stata una disfatta per entrambi. Fece un passo indietro, squadrandola per un'ultima volta.
"E famme er favore de vestirte quanno vai in giro per il backstage..."
Quello non era necessario, era stato un commento coglione ed inutile, così come si sentiva lui.
Le diede le spalle e sentì distintamente lo spostamento d'aria provocato dalla porta del bagno che sbatteva fortissimo. Uscì dal camerino con un'espressione strafottente e il cuore ridotto in briciole.

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