Capitolo 14

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Scusate se pubblico in modo compulsivo ma ho qui tutti i capitoli pronti e non vedo l'ora di sapere che ne pensate.
Questo è un passaggio un po' ostico, non è stato semplice e non credo mi sia riuscito benissimo.
Mi scuso come sempre se offendo la sensibilità di qualcuno e specifico che è tutto, tutto, tutto inventato.
Buona lettura.

“No, adesso parlo io!”
La ragazza gli saltò sulla voce senza fargli terminare la frase.
Damiano alzò gli occhi al cielo, allontanando il telefono dall’orecchio. Come se di solito lei riuscisse a chiudere la bocca per più di un nanosecondo! Giulia era così, lei parlava, parlava e parlava. A volte aveva la sensazione che parlasse solo per il piacere di sentire la propria voce. Solitamente non era un aspetto che lo disturbava ma in quel momento si sentiva messo all’angolo e non sapeva nemmeno bene il perché, dal momento che aveva passato gli ultimi giorni solo con lei. Cinque lunghi, interminabili giorni.
“Cos’è? Pensa forse che siam tutte qui per lei?? La regina Victoria!? E tu, tu le dai pure  corda… Le dai corda ma per cosa? Per fare contenti i fans? Non ne hai più bisogno, lo sai vero? E il bello è che lasci pure che ti oscuri. Non vedi? Fa di tutto perché la gente creda che ci sia qualcosa tra di voi!”
Non era la prima volta che gli rinfacciava di essere un debole. Lo faceva sempre quando si trattava di Vic.
“Abbiamo già fatto questo discorso…” Si limitò a ripetere per quella che doveva essere la centesima volta.
“Ma la gente ci confronta. Ci paragona. Ed è cattiva. Credi che sia bello? Io qui, sola… e dovunque mi volti ci sono immagini di voi due che flirtate come due quindicenni!”
“Sono foto vecchie. Lo sai che cerchiamo di evitarlo…”
“Ma la tipa, scusa… La sua fidanzata non dice un cazzo? A lei sta bene questa storia? La gente è irrispettosa nei nostri confronti, dovreste fare qualcosa…”
Joy è più matura. Non lo disse ma lo pensò. La verità era che Joy e Vic probabilmente  non facevano nemmeno quei discorsi, forse Joy sapeva addirittura di loro e non batteva ciglio. Damiano l’aveva osservata per tutta la sera nel backstage mentre beveva in compagnia. Aveva un certo carisma, questo doveva ammetterlo ma non riusciva ancora a percepire la chimica tra lei e Vic e per questo un po’ si incazzava. Perché insomma, che cazzo continuava a stare con quella se poi amava lui? Che cosa le dava in più? Ma non era forse lo stesso che stava facendo lui con Giulia?
“Ascolta Giù, la gente se ne frega de quello che facciamo. Continua a vedere quello che vuole anche dove non c’è. A volte ho l’impressione che ti importi più dell’opinione che ha la gente, che di quello che penso io…”
Damiano non aveva la coscienza pulita. Lui sapeva che la gente che parlava, questa volta non stava parlando a sproposito ma ugualmente era infastidito dagli atteggiamenti che Giulia aveva dimostrato da quando avevano deciso di uscire allo scoperto. Lo aveva fatto in un momento in cui si sentiva sicuro di lei e dei propri sentimenti ma ora non poteva dire che fosse lo stesso.
“Come ti permetti di dire una cosa del genere? Io?? Io che ho sacrificato tutto per te!” La nota isterica nella sua voce gli diceva che aveva toccato un nervo scoperto.
“Cosa hai sacrificato??” Era incredulo più che arrabbiato.
“Tutto. La mia privacy, la mia indipendenza, il mio lavoro…”
“Il tuo lavoro? Ma se ti piovono le richieste e gli ingaggi da ogni parte da quando ho fatto uscire la notizia. E per quanto riguarda la tua indipendenza sai che nessuno ha mai pensato di toccartela. Non sono stato io il solo a volere che ti trasferissi a Roma… l’hai scelto tu.”
“E certo, per vederti… ma adesso chi ti vede più?”
“Eravamo in lockdown, eravamo costretti in casa…”
“Esatto… e anche allora sei riuscito a farti attaccare casualmente il covid da chi? Da lei, ovvio!! Pensi che sia tutta scema??”
“Non essere ridicola. Stavamo lavorando… e anche adesso lo stiamo facendo!”
“Certo… e come lavorate!! Pensi che non lo veda? Pensi che i video non mi arrivino?? Tutti quegli sguardi e quei sottintesi… è per questo che non vuoi mai che venga con voi!
“Di nuovo…? Non sono io che non voglio, quante volte te lo devo ripetere… dipende dall’organizzazione…”
Era così esasperante doverlo ripetere ogni volta, la verità era che lui avrebbe preferito che nessuno di loro portasse appresso i famigliari o le fidanzate ma sarebbe stato uno sciocco a proporlo adesso, dopo che era stato lui il primo a portare Giulia a Sanremo.
“Chi vuoi prendere in giro? Sei tu che non vuoi che ti segua… Ti vedo come sei serio e incazzoso quando ci sto io, poi magicamente quando mi allontano, torni felice e spensierato. Dillo che mi detesti e che te la vuoi spassare con i tuoi amici!”
“Ma che cazzo dici?”
“E poi loro mi odiano! Leo non mi può vedere e anche Gaia… quella è… ”
“Ora dacci un taglio… Mò devo annà che ce sta er soundcheck tra dú minuti! Te richiamo dopo.”
“Hai sempre qualcosa da fare?? Non ci pensi mai che forse anche io ho degli impegni ma li metto da parte per te? Per non fare andare la nostra storia alla deriva, perché è questo che succede, lo sai.”
“Te prego, Giù. Non dire cose de cui poi te penti. Lo sai che so cazzate. Statte tranquilla che così sto tranquillo anch’io!”
“Non voglio che tu stia tranquillo. Voglio che tu sappia cosa stai perdendo. Io non starò sempre chiusa in casa ad aspettarti, questo lo sai. Appena starò meglio, ricomincerò a lavorare e allora vedremo chi sarà quello patetico e geloso dei due.”
Damiano non era certo di aver sentito bene.
“Cos’è? Una minaccia? Un ultimatum?”
“No, è la realtà!”
Gli aveva riattaccato il telefono in faccia? Non poteva crederci. Guardò il display come scioccato. Non era mai successa una cosa del genere.
Si guardò di sfuggita allo specchio, il trucco era ancora al suo posto ma la sua faccia era un casino.
“Tre minuti… Damià, te sbrighi?”
Leo si era affacciato alla porta del camerino, nel quale lo avevano lasciato solo per fare quella telefonata.
“M’ha riattaccato.” Rispose all’amico con quella faccia ancora incredula da cane bastonato.
“Chi, Giulia? E allora? Vedrai che te richiama prima der concerto. Nun ce la fa a sta’ zitta.”
“Te non la sopporti, vero?!” Damiano non voleva essere pesante, non con il suo migliore amico.
“Non è che non la sopporto. È che non sopporto te quando sei con lei. Me pari mí nonno!”
Si incamminarono lungo il corridoio e giù dalle scalette. Damiano lasciò il telefono nelle mani dell’amico e si sforzò di sorridere alle fans che avevano iniziato ad urlare, riconoscendolo da lontano.
“’Ndo sta Vic?” Disse guardandosi intorno senza scorgere i lunghi capelli biondi.
“Dal parrucchiere… credo che abbia fatto un po’ tardi…”
“Tanto pe’ cambià…”
Salì sul palco con quella sensazione strana addosso. Sapeva che Giulia aveva ragione a fargli quelle scenate di gelosia ma allo stesso tempo capiva di sentirsi sempre più stretto in quella situazione. Avvertì le urla delle fans in lontananza e capì che la bassista stava arrivando per il soundcheck. La vide salire le scalette e faticò a tenere ferma la faccia.
“Ammazza che fregna, fregnissima!!”
Fu il commento sguaiato di Thomas, che l’accolse con un riff di chitarra elettrica.
“Finiscila…” Rispose lei, infilandosi velocemente la tracolla ed accordando il basso.
C’era qualcosa che non andava. Vic era seria, sembrava scoglionata almeno quanto lui. Decise di rimandare le indagini ad un secondo momento e cercò di concentrarsi sul suono. Vic era un po’ sottotono, rimaneva ferma sul posto, come se fosse sofferente e lui doveva ammettere che soffriva un po’ insieme a lei. Eppure quando l’aveva lasciata in hotel sembrava serena, la solita Vic di sempre. Cercò con lo sguardo i lunghi capelli di Joy ed il caschetto nero di Nica ma non le trovò.
“Tutto bene?” Le sussurrò prima di scendere dal palco.
“Sì, perché?” Rispose la ragazza con un’alzata di spalle.
“Me pari strana…”
“Non sò strana.” Era una tomba Vic quando non voleva parlare. Tornarono nei camerini in silenzio, salutando con un cenno veloce i fans in delirio.
Siete bellissimi insieme!”
Era stato un urlo che aveva sovrastato gli altri, facendoli sentire in imbarazzo. Loro non erano insieme, cioè lo erano ma non in quel senso. Vic abbassò il capo e se ne andò dritta in camerino e lui decise di seguirla.
“Che c’hai Victò? Che t’ha dato fastidio la tipa?”
“No… quale tipa? Va tutto bene, Damià. Non comincià co’ le tú solite menate! Sonamo e spaccamo tutto!”
Ora Vic si stava infilando un corsetto di pelle nera, che le aveva preparato la stylist. Lui le andò in aiuto come se fosse la cosa più naturale del mondo ma lei si scansò.
“Lascia. Faccio da sola…”
“Madò, che acida. E poi me dici che non c’hai niente? Che è? Hai litigato con Joy?”
“Joy non c’entra.” Rispose lei con quel solito tono asciutto.
“Ah meno male… pensavo se fossero accordate co’ Giulia pe’ rompe er cazzo!”
Quelle parole la fecero trasalire. Non era stata una reazione evidente ma lui aveva capito che il solo nominare quel nome l’aveva infastidita e intuí che doveva c’entrare proprio lei.
“Cos’è? È pe’ Giulia?”
“No, non c’entra un cazzo! Ah… porca puttana!!” Vic imprecò, ritrovandosi tra le mani il gancetto del corsetto che aveva appena rotto. “E mò che faccio? Me tocca d’annà in sartoria, cazzo!”
Damiano si era accorto di come si era irrigidita subito e del resto la conosceva abbastanza da riconoscere quando gli stava mentendo.
“Che t’ha detto??” La incalzò di nuovo, ormai certo che quella fosse la verità. Sperava di sbagliarsi, sperava che fosse davvero solo una sua paranoia ma il comportamento ambiguo della ragazza gli faceva capire che aveva ragione.
“Deve finire qui.”
“Cosa??”
Vic lo aveva solo mormorato e lui non aveva capito nemmeno una parola. La vedeva starsene lì davanti alla porta con lo sguardo fisso sul gancino di metallo.
“La dobbiamo finire, Dam! Tutta questa storia deve finire.”
“È questo che ti ha detto?? Giulia ti ha detto che devi chiudere con me? Non posso crederci…” Era mortificato ed incredulo al tempo stesso. Quindi Giulia sapeva di loro? E aveva avuto le palle di chiamare Vic per dirle di lasciare in pace il suo ragazzo?? Quella situazione aveva del surreale.
“No. Mi ha scritto… mi ha solo inviato alcune cattiverie che riceve sul web… gente che insiste nel volerci insieme, nel dirle che si deve fare da parte per il nostro bene. Mi ha chiesto di combatterlo… di arginare questi comportamenti perché hanno un cattivo impatto su di lei e sulla sua stabilità mentale, sul suo lavoro… e… e cazzo, che le dovevo dire? Che non posso oppormi ai fans perché hanno ragione? Perché sono una stronza e mi porto a letto il suo ragazzo?? È assurdo… tutta questa situazione non ha senso, lo capisci? Io…  io devo mettere un punto a questa storia. Devo farlo prima che sia troppo tardi!”
Damiano era rimasto senza parole. Stava ancora cercando di riformulare nella sua testa tutto quel fiume in piena.
“Ehi no, no... fermate n'attimo… Giulia ti ha scritto…? Cioè, lei veramente mi ha fatto una scenata e poi è venuta da te a piangere miseria??”
Ora iniziava a profilarsi uno scenario per lui completamente inaspettato. Quella ragazza non smetteva di sorprenderlo. Stava giocando d’astuzia, facendo leva sul suo senso di colpa e sulla solidarietà femminile di Vic. Forse faceva bene ma loro, che avevano davvero qualcosa da nascondere, si sentivano entrambi come scoperti.
“Qui non si tratta di cosa ha fatto lei ma di cosa abbiamo fatto noi. Siamo bombardati da messaggi di gente che ci vuole insieme, non possiamo più dare modo di pensare che sia possibile… non è rispettoso!”
“Perché invece così lo è?”
“No e infatti non succederà più!”
“Certo che succederà… e lo sai che succederà…“ Damiano si dovette sforzare di non scoppiare a ridere. “Succede sempre, Victò. Forse dovrei solo parlare e basta. Chiudere una volta per tutte con lei. Dopo questa poi… “
“E dopo? Se non è lei, sarà un’altra. Ci sarà sempre un’altra. Dobbiamo solo imparare a controllarci.”
“Controllarci? Ci controlliamo in continuazione! Anche adesso, guardaci. Ci controlliamo sempre… dobbiamo tornare a rinnegare i nostri sentimenti per il quieto vivere? E poi ascolta, anche il fatto che sia venuta da te subito dopo aver discusso con me della sua gelosia è abbastanza inquietante.”
“Che sia inquietante o no, la sostanza non cambia: io ho chiuso! Non voglio più avere la coscienza così sporca. Anche per me… Che cazzo di persona sono diventata?”
Vic stava per mettersi a piangere; nonostante cercasse di non guardarlo, Damiano scorse un reale turbamento in lei e forse per la prima volta si chiese perché la stava facendo soffrire così tanto. Anche per lui non era semplice ma in fondo al proprio cuore si era sempre ripetuto che quello con Vic era qualcosa a cui non poteva resistere e che prima o poi avrebbe parlato con Giulia. I mesi erano passati e lui si era semplicemente barcamenato tra le due relazioni, convinto che a Vic non importasse abbastanza ma non era così.
“E se io non volessi che finisse?” Era una domanda stupida e un po’ patetica. Si sentiva come un bambino che puntava i piedi a terra.
“Mi dispiace…” Victoria negò leggermente con il capo, facendo un passo verso l’uscita. Gli stava dicendo che non aveva potere su quello che avrebbe deciso lei. Che ormai era finita.
La lasciò andare in sartoria e sentì le voci in lontananza dei ragazzi della crew. In quel momento il telefono vibrò nella sua tasca. Era Giulia.
Valutò se rispondere o fare finta di niente. Non aveva alcuna voglia di sentire di nuovo la sua voce ed era ancora abbastanza sconvolto da ciò che si erano appena detti lui e Victoria.
Prese un profondo respiro e rispose.
“Pronto.”
“Amore mio, scusami per prima. Scusami ti prego, è che sono così in ansia…”
Alzò gli occhi al cielo, torturandosi i capelli spettinati. Si aspettava quelle parole, voleva sentirle ma allo stesso tempo erano l’ultima cosa che ci voleva… Non sarebbe mai riuscito ad uscire da quella infinita spirale. Mai.

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